Era l’ultima giornata del campionato di serie B 1977-78. L’Ascoli aveva dominato la stagione battendo ogni record e chiudendo con ben 61 punti in classifica (ricordiamo che all’ epoca la vittoria valeva due punti e non tre come oggi e con le regole attuali sarebbero stati ben 87) e gli altri due posti si sarebbero assegnati all’ ultima giornata. Il Catanzaro aveva 42 punti come l’Avellino, mentre Ternana e Monza inseguivano a 40. Bastava quindi un pari per la matematica promozione, sia all’Avellino, impegnato a Genova contro la Sampdoria, che al Catanzaro, al quale spettava l’impegno più agevole contro il già retrocesso Como.
Il vecchio “Militare” traboccava d’entusiasmo sin dalle prime ore del mattino. Un lunghissimo striscione posizionato lungo l’intera copertura delle tribune recitava “lassù qualcuno aspetta il Catanzaro”. Una enorme “A” campeggiava da giorni sul viale di fronte lo stadio, a imitare quella storica del 1971 su corso Mazzini. 25.000 spettatori assiepavano ogni posto. Spettatori che si sarebbero ben presto tranquillizzati grazie al gol del solito Massimo Palanca dopo appena 3 minuti di gioco. Da lì la partita passava sotto il controllo dei giallorossi senza grosse emozioni fino al termine, con conseguente festosa invasione di campo e un’altra grande “A” che si levava in cielo sollevata da centinaia di palloncini gialli e rossi.
Era tripudio generale, anche perché era palpabile la sensazione che stavolta, al contrario delle precedenti due promozioni, la serie A sarebbe stata mantenuta per anni, come avvenuto in effetti fino al 1983 con tantissime soddisfazioni come due settimi e un ottavo posto, due semifinali di Coppa Italia e la conquista addirittura del primo posto in classifica alla quinta giornata del campionato 1980-81. Inoltre due volte il vicecapocannoniere del campionato (Palanca del 1981 e Bivi nel 1982). Ora, 46 anni dopo, di cui tantissima serie C, la massima serie non sembra più un miraggio irraggiungibile, ma concreta possibilità. Forza Catanzaro, torna campione!