giovedì 4 Luglio 2024

Una città in crisi, un sogno sempre vivo, un mister che abbandona il campo e una nuova scelta da rebus

Analisi, a mente fredda, dei fatti che nelle ultime settimane hanno tenuto i tifosi col fiato sospeso

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La nostra amata Catanzaro non vive, ormai da anni, il suo periodo storico ed economico più fulgente. Ci sono stati sicuramente tempi migliori (anche nel calcio) e i catanzaresi di una certa età lo sanno bene. La nostra amatissima squadra di calcio, nel solco di questo contesto non certo favorevole, dopo imprese memorabili che l’hanno portata ad essere la prima della regione e a guadagnarsi la denominazione di “Regina del Sud”, ha vissuto insieme ai propri tifosi 17 anni di limbo assoluto tra C1 e C2, quasi quattro lustri di estenuante grigiore, tanto per fotografare crudamente la realtà. Nel Luglio del 2017, la società US Catanzaro passa di mano, dal gruppo GICOS del compianto ex Presidente Giuseppe Cosentino al gruppo AZ SPA, che fa riferimento ai fratelli Floriano, Desiderio e Luigi Noto. Si tratta della prima azienda per fatturato a Catanzaro e provincia, ma anche in tutta la Calabria.

Viene nominato Presidente l’ing.Floriano Noto e da lì parte un progetto sostenibile, serio e ambizioso che porta l’US Catanzaro a stravincere dopo qualche anno di buona gestione il campionato di C, polverizzando ogni record precedente. Si centra quindi il ritorno in Serie B, dopo appunto 17 anni di puro calvario calcistico. L’alfiere di questo successo straordinario e spettacolare, insieme a società e calciatori, è stato indubbiamente l’allenatore sig.Vincenzo Vivarini, che dopo la storica promozione in C per record e numeri, guida la squadra ad un campionato di B entusiasmante, chiuso al quinto posto e conclusosi con la meritatissima coda play off, fino alla semifinale con la Cremonese. Il calcio si sa, muove sentimenti importanti che nell’ultimo biennio, grazie anche al gioco altamente spettacolare offerto dalla squadra, sono diventati incontenibili in quanto a passione e orgoglioso attaccamento ai colori, una sorta di delirio collettivo che ha rappresentato molto di più di una semplice affermazione calcistica.

I numeri di presenze allo stadio, in casa e fuori, vengono subito dopo realtà metropolitane come Genova e Palermo, e danno l’idea di cosa rappresenti il Catanzaro Calcio per la città, la provincia, la regione e tutto il Popolo Giallorosso sparso per il resto dell’Italia. Il nostro Presidente sa benissimo tutto questo e soprattutto lo sapeva già a gennaio di quest’anno, se è vero che proponeva a Vivarini un aumento di ingaggio sensibile spalmato in più anni, precisamente fino al 2028, coerentemente con un progetto più lungo, meno soffocante e dispendioso nell’immediato, ma che potesse diventare sostenibile e desse più consistenza per il futuro. Il tutto (a quel che si dice) venne proposto in un momento in cui la squadra viveva il periodo più difficile della stagione, dopo le sconfitte con Reggiana, Feralpi, Ascoli fuori casa e Brescia in casa. Lo sconforto dei tifosi cominciava a serpeggiare, alcuni calciatori non erano contenti per lo scarso o addirittura inesistente minutaggio concesso, ma una società attenta dava serenità e pensava già avanti. Vivarini fa capire che c’è tutto il tempo per pianificare il futuro e che ha già un ulteriore anno di contratto con relativa opzione per un eventuale secondo.

A Marzo cambia procuratore e nonostante continui, fino alla vigilia dell’ultima partita di play off, a sostenere di essere felice a Catanzaro e tranquillizzare l’ambiente, si percepisce subito dopo che non era esattamente così e che il tecnico più di qualcosa nascondesse. Quindi dopo il cambio del procuratore, il cui nome non è dato sapere risultando vana ogni ricerca effettuata, il nostro amato ex mister non cambia atteggiamento,sostenendo sempre e comunque di essere sotto contratto e allontanando a parole ogni tipo di potenziale discussione sulla sua permanenza che per almeno un altro anno, come da contratto, sembra certa. E questo fino al fatidico 11 di Giugno, quando dopo l’incontro con il Presidente Floriano Noto, viene fuori un breve comunicato nel quale Vivarini manifesta l’intenzione di non voler più continuare il rapporto professionale con l’US Catanzaro,causa divergenze di vedute mai specificate, escludendo però quelle di natura economica. Che la società non si aspettasse una situazione del genere lo dicono i fatti, come testimonia il fatto che siamo ancora senza allenatore, almeno ufficialmente.

Quello che è accaduto nelle segrete stanze lo sanno solo loro. Tutti i silenzi e le omissioni da parte di Vivarini, la dicono lunga sul fatto che lo strappo lo abbia fatto lui e che il programma a medio termine ad un certo punto non andasse più bene. Ad essere chiari nell’informazione, non andava ormai bene nemmeno il contratto che lo legava alla società fino a giugno 2025, con l’anno successivo opzionato, come da sua precisa richiesta soddisfatta un anno fa. La società avrebbe voluto rimodellare la squadra nel tempo e gradatamente, per mantenerla sempre competitiva, affidandola al suo regista tecnico. Vivarini ha invece scelto un’altra strada e in serie B (le offerte dalla serie A non sembrano credibili stando ai fatti) che solo negli ultimi dieci anni della sua storia ha fatto meglio del Catanzaro. Parliamo di Frosinone una città di 42 mila abitanti, meno della metà di Catanzaro, che fa mediamente in trasferta 180 spettatori al seguito, dati degli ultimi due anni quando ha stravinto un campionato di B e giocato in A.

Il suo ottimo presidente Stirpe ha tenuto pochi giorni fa una conferenza stampa molto indicativa. Ha detto, tra le altre cose, che loro sono la realtà più piccola del centro sud presente in serie B e che quest’anno hanno ancora la fortuna di poter usufruire del paracadute di 10 milioni, garantito come società retrocessa dalla seria A. Ha aggiunto che il Frosinone non è una società in grado di pianificare una massima serie duratura e nemmeno una promozione da assoluta favorita sulla carta. Questo ha detto il presidente di una città come Frosinone che i numeri mossi dal Catanzaro nel sistema calcio se li sogna. Il mister ha fatto la sua sua scelta, e non resta che prenderne atto. A Catanzaro è arrivato tra mille dubbi, soprattutto tra i tifosi, tanta inconsapevolezza e se ne va per meriti acquisiti sul campo, da COMANDANTE, cosa mai accaduta prima nella sua vita precedente di allenatore ormai 58enne.

Tante cose sono precipitate e male in questa storia d’amore pazzesca, ma il messaggio d’addio molto bello e diremmo, il minimo che potesse fare, non scalfisce minimamente la nostra convinzione e della stragrande maggioranza dei tifosi che lui abbia gestito questa vicenda molto male e che la considerazione della sua persona sia molto scesa nella testa e nel cuore della gente. Archiviato il Vivarini Gate, la società si trova a dare risposte importanti alla piazza.

Il nuovo DG Paolo Morganti e il nuovo DS Ciro Polito sono già alacremente al lavoro e Martedì 2 Luglio saranno presentati in conferenza stampa alla presenza del presidente Floriano Noto. Il piano B più volte annunciato, non sappiamo se sia già andato a dama e se da giorni i nomi che si fanno siano solo depistaggi o pura fantasia di qualcuno.

Lo scopriremo presto e noi da queste pagine abbiamo sostenuto solo due tecnici: uno più giovane che risponde al nome di Alberto Aquilani con gioco molto simile a quello di Vivarini ed uno molto più qualificato ed esperto che risponde al nome di Leonardo Semplici, un signore vincente del calcio di provincia. Il primo è archiviato, anche per scelta del DS Polito, il secondo non sappiamo neanche se sia stato davvero contattato. Paolo Bianco qualcuno lo dà come un nome bruciato nelle ultime ore.

Il rebus continua, ma siamo certi che martedì sarà soddisfatta la curiosità di tutti. E non ci stupiremmo se alla fine fosse un allenatore che ha già lavorato con il nuovo DS Ciro Polito. Nel ribadire che le nostre preferenze manifestate restano tali, qualsiasi sia la scelta della società, il nuovo tecnico dovrà essere accolto con fiducia ed affetto.

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