In un clima di grande fermento per la fase cruciale dei playoff di Serie B, la trasmissione “11 in Campo”, condotta da Maurizio Insardà su LaC TV, ha ospitato una serie di voci autorevoli del panorama calcistico italiano per commentare le ultime vicende sportive e giudiziarie che coinvolgono il campionato cadetto. Tra gli ospiti della puntata andata in onda lunedì sera, anche il direttore generale del Catanzaro, Paolo Morganti, che ha condiviso considerazioni lucide e ponderate sulla stagione delle Aquile, le sfide imminenti e lo scenario più ampio del calcio italiano.
Il caso Brescia: una macchia sul sistema
L’apertura del programma è stata dedicata alla delicata questione Brescia, travolta da un’indagine per presunte irregolarità fiscali legate all’uso di crediti d’imposta inesistenti per coprire il pagamento dei contributi dovuti a febbraio e aprile. Morganti, in linea con quanto affermato in studio dall’ex ds giallorosso Pasquale Logiudice, ha sottolineato come episodi del genere siano dannosi per la credibilità del sistema calcio: «La cosa più negativa di questa vicenda è che ricade sulla competizione e sulla credibilità dell’intero sistema. Serve chiarezza per individuare le reali responsabilità».
Un monito chiaro, che si aggiunge alle parole del giornalista Nicola Binda, secondo cui il Brescia avrebbe dovuto essere sanzionato tempestivamente, con conseguenze dirette sulla classifica. Lo stesso avvocato Eduardo Chiacchio, collegato durante la trasmissione, ha paragonato la situazione a quella del Palermo nel 2018, quando il club rosanero fu escluso dai playoff a seguito di una penalizzazione arrivata nel pieno della post season.
Catanzaro, orgoglio e consapevolezza
Passando all’attualità sportiva, Morganti ha commentato con equilibrio la vittoria del Catanzaro sul Cesena, firmata da un’altra prodezza di Pietro Iemmello. Il dirigente giallorosso ha evidenziato il valore del risultato e del percorso: «Siamo in semifinale per il secondo anno consecutivo, e non è affatto banale. In questa Serie B non ci sono squadre materasso: tutte e venti hanno dimostrato di essere competitive. Il risultato non arriva per caso, ma grazie al lavoro, alla visione e al calcio propositivo che portiamo avanti da inizio stagione».
L’approccio di Morganti restituisce la consapevolezza di una squadra che ha saputo consolidarsi, costruire un’identità chiara e farsi rispettare in un campionato durissimo. Non a caso, proprio Binda, ha affermato durante il programma: «Questa semifinale playoff vale più di quella dello scorso anno. Per come è maturata, è la dimostrazione di una crescita costante e solida».
Uno sguardo al prossimo ostacolo: lo Spezia
Sulla doppia sfida in arrivo con lo Spezia, Morganti ha mantenuto una postura vigile ma fiduciosa: «Il risultato lo conquisti sul campo con un calcio propositivo. Vedremo cosa succederà tra andata e ritorno». Il messaggio è chiaro: anche contro un’avversaria reduce da una stagione ricca di alti e bassi ma potenzialmente insidiosa, il Catanzaro si presenterà con lo stesso spirito che lo ha condotto fin qui.
Il confronto tra le semifinaliste ha offerto spunti interessanti. Secondo Binda, Catanzaro e Spezia sono le squadre più simili per qualità di gioco, mentre la Juve Stabia rappresenta la mina vagante e la Cremonese la potenza tecnica. Lo Giudice ha poi aggiunto un pensiero su Iemmello: «Ha fatto un’altra stagione entusiasmante. Credo che avrebbe meritato di giocare almeno qualche anno in Serie A».
Oltre il campo: costruzione, identità e valori
Quello che emerge con forza dalle parole di Morganti è una visione lucida del percorso del Catanzaro. Una squadra che non rincorre i risultati estemporanei, ma costruisce nel tempo una realtà credibile, solida e ambiziosa. I playoff non sono un traguardo, ma un’opportunità da vivere con il giusto equilibrio tra passione e ragione.
Il Catanzaro, oggi, è molto più di una sorpresa: è una realtà capace di reggere la pressione, rilanciare la propria storia e presentarsi, senza complessi, tra le migliori quattro squadre della Serie B. E le parole del suo direttore generale non fanno che confermarlo.