Non si placa la polemica intorno ai continui disservizi che affliggono il presidio ospedaliero Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. A pochi giorni di distanza dalla precedente denuncia, i consiglieri comunali Antonio Barberio e Raffaele Serò tornano a sollevare con forza un problema che ha ormai assunto i contorni di uno scandalo gestionale: gli sportelli per il ritiro dei referti sono rimasti nuovamente chiusi durante l’orario di apertura previsto, lasciando decine di utenti senza risposte.
Una situazione inaccettabile
“A dispetto dell’avviso affisso sulle vetrate – denunciano Barberio e Serò – gli sportelli erano chiusi. Non si tratta più di episodi isolati, ma di una disorganizzazione cronica che si traduce in un’umiliazione quotidiana per i cittadini”. Parole forti, che rispecchiano il crescente malcontento di una comunità che si sente abbandonata da un servizio pubblico sempre più lontano dalle reali esigenze delle persone.
Secondo i due esponenti del Consiglio comunale, a preoccupare non è solo il disagio pratico causato dalla chiusura degli sportelli, ma soprattutto il silenzio assordante delle istituzioni: “Non ci sono state comunicazioni, nessuna spiegazione, nessun avviso. Chi aveva bisogno urgente di un referto si è ritrovato a dover vagare per i corridoi, nella più totale assenza di informazioni”.
Il fallimento della gestione sanitaria
Per Barberio e Serò, la vicenda rappresenta il simbolo di un fallimento sistemico. “Catanzaro è capoluogo di regione, e merita una sanità all’altezza. Questo è uno schiaffo alla città e un insulto alla dignità delle persone”. I due consiglieri puntano il dito contro la gestione aziendale e il silenzio della politica regionale, chiedendo risposte immediate e un’inversione di rotta concreta.
Non mancano riferimenti critici alle promesse istituzionali: “Di quale riforma sanitaria si può parlare, se non si riesce nemmeno a garantire l’apertura di uno sportello? Se questo è il volto dell’integrazione, la sanità calabrese è già morta”.
L’appello: rispetto e dignità per i cittadini
Nella parte finale della loro nota, Barberio e Serò lanciano un appello accorato alla città: “Catanzaro non può assistere in silenzio. È tempo di mobilitarsi, di alzare la voce, di pretendere rispetto. Servono servizi efficienti, chiarezza, umanità. Pretendiamo dignità per i cittadini e per chi ogni giorno si affida alla sanità pubblica con fiducia e speranza”.
Una denuncia che risuona come un campanello d’allarme: il tempo delle attese è finito. Servono risposte. E servono adesso.