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martedì 14 Ottobre 2025

L’analisi senza filtri di Danilo Pagni a PC: “Nessuno indispensabile, conta la filosofia del club. Aquilani scommessa”

Le parole di un uomo di calcio che vive il campo e le scrivanie, da direttore sportivo di lungo corso con esperienze significative a Terni, Viterbo e Taranto. Danilo Pagni è stato ieri sera ospite d’eccezione della nostra trasmissione “Passione Catanzaro”, portando con sé una visione lucida e senza filtri sul mondo del pallone, spaziando dalla figura dell’allenatore a quella del direttore sportivo, fino ad analizzare il futuro del Catanzaro e il contesto della Serie B. Un’analisi schietta, profonda e ricca di spunti, che ha offerto ai telespettatori una prospettiva preziosa sul calcio che verrà.

Al centro del dibattito, la scelta di Alberto Aquilani come nuovo tecnico giallorosso. Pagni, pur non conoscendo personalmente l’ex centrocampista, ha mostrato grande curiosità e ottime impressioni: “L’impressione che ho avuto e ne sono quasi convinto è che lui quest’anno ha studiato molto. Sono quegli anni chiamiamoli sabbatici che servono a confrontarsi, a studiare.” Per Pagni, Aquilani rappresenta una “scommessa” che, se vinta, “potrà essere una fortuna soprattutto per lui perché per me Catanzaro è una piazza stratosferica”. Una prospettiva che si lega alla sua ferma convinzione che “nessuno è indispensabile” nel calcio, un concetto ribadito citando esempi illustri come Fabio Caserta, “cacciato da Cosenza” ma capace di una stagione incredibile a Catanzaro, o Vincenzo Vivarini, osannato e poi messo in discussione a Frosinone, a dimostrazione che “la regina è la proprietà, la programmazione e la filosofia dell’azienda”.

Il Direttore Sportivo: tra arte e sfide del mercato

Il discorso si è poi inevitabilmente spostato sul ruolo del direttore sportivo, figura che Danilo Pagni considera oggi spesso “demansionata” da pratiche e dinamiche che ne sminuiscono l’arte. Il riferimento è a chi “alza il cellulare e dice: com’è Iemmello? Com’è Francesco?” senza un’approfondita conoscenza. Per Pagni, il vero direttore sportivo è “quello che non sbaglia il principio e il concetto, e ci mette un po’ di arte”. Un’affermazione che porta a parlare di Ciro Polito, il DS del Catanzaro. Nonostante un’analisi “matematica” evidenzi come molti acquisti della scorsa stagione non abbiano giocato, Pagni difende Polito, sottolineando la sua esperienza acquisita “a Castellammare” e soprattutto “a Bari, dove hanno fatto veramente un buon lavoro e l’hanno trattato male”. Per il futuro, Pagni è certo che Polito “dimostrerà… di inserire dei giovani che abbatteranno un po’ i costi, abbatteranno l’età media ma che saranno decisivi”.

Sul fronte mercato, Pagni ha commentato la strategia dei mancati riscatti iniziali (“non significa più di tanto, magari la trattativa si può riproporre”) e ha intravisto una chiara “linea più verde” per il Catanzaro, un approccio più incentrato sui giovani talenti. Ha poi evidenziato le opportunità che si aprono dal bacino di giocatori non riscattati da club come Salernitana, Brescia e Palermo (citando il caso di Di Mariano), offrendo al Catanzaro la possibilità di creare un mix equilibrato tra giovani ed esperti. Sottolinea l’importanza per un DS di avere “piani A, B, C”, in un calcio dove spesso si deve “dare conto al sistema” e “restituire favori”. Una logica dalla quale Pagni si è sempre distinto, definendosi un “battitore libero”.

Danilo Pagni e la Serie B: realismo e giovani promesse

Ampio spazio è stato dedicato anche all’analisi della Serie B, un campionato che, contrariamente a certe narrazioni, Danilo Pagni non considera affatto “inferiore” o “mostruoso” come in passato (“non esiste una Serie B monstre, è una buona B”). La sua esperienza gli suggerisce che, pur vincendo spesso chi spende di più, il calcio non è una scienza esatta e le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Per quanto riguarda il tema dei giovani, tanto caro ad Aquilani, Pagni ha espresso un concetto chiaro: “Non è che vince chi sceglie più giovani”, ma chi sa creare il giusto mix. Ha criticato aspramente il “protocollo” attuale nelle giovanili italiane, che a suo dire “ammazza la tecnica e la qualità” e limita la libertà dei ragazzi, a differenza delle “scuole calcio” che invece svolgono un ruolo sociale fondamentale. Non mancano giovani promettenti in Italia, ma manca lo “stacco” al professionismo, con la Primavera che non prepara sufficientemente alla Serie B o C.

In conclusione, Pagni ha lanciato un appello alla piazza di Catanzaro, notoriamente “esigente”, ancor più dopo il quinto e sesto posto conquistati nelle ultime stagioni. Se la società deciderà di attuare una “linea più soft” (presumibilmente con meno investimenti su nomi altisonanti), sarà fondamentale “sostenere il progetto”, avere “pazienza” e supportare il nuovo allenatore Aquilani. Il calcio, ha ribadito, è fatto di “uomini di interpreti” e non è una “scienza esatta”. La vera abilità dell’allenatore, secondo lui, si vede “durante la settimana”, e proprio per questo è “curioso” di osservare il lavoro di Aquilani. Un invito alla consapevolezza e al sostegno, per permettere al Catanzaro di continuare a sognare.

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