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mercoledì 24 Settembre 2025

GdS, Aquilani: “Catanzaro, sono pronto. Iemmello il mio Totti, ecco cosa mi aspetto dal mercato”

Il ritorno in panchina di Alberto Aquilani a Catanzaro è una delle storie più attese di questa Serie B. Dopo un anno lontano dai campi, l’ex centrocampista della Nazionale si prepara a una nuova avventura. È ricca di ambizioni e forte di un bagaglio di esperienze e conoscenze affinato anche durante la pausa forzata. La sua prima, attesa intervista (dopo la conferenza di presentazione) alla Gazzetta dello Sport, firmata da Nicola Binda, svela un tecnico maturo e con le idee chiare. “Sono pronto”, dichiara Aquilani, che alza subito l’asticella delle aspettative per le Aquile.

Aquilani ha smesso di giocare presto, a 35 anni. Ha avuto una carriera importante con 38 gare in Nazionale, 264 in Serie A. Ha giocato in club come Liverpool, Sporting Lisbona e Las Palmas. Ha bruciato le tappe. Ha cominciato subito ad allenare. Con la Primavera della Fiorentina ha vinto e lanciato talenti. Poi si è lanciato, facendo una stagione in B a Pisa. Alla fine si è ritrovato a casa, senza squadra. Un anno fermo, a meditare. Fino a quando non è arrivato il Catanzaro. “Bentornato Alberto Aquilani”, questo il saluto.

L’anno sabbatico: studio e ispirazioni da grandi tecnici

L’anno sabbatico di Aquilani non è stato un periodo di inattività, ma di profondo studio e arricchimento. “Di sicuro non sono stato in vacanza… È stato formativo”, ha raccontato. Ha seguito con attenzione il lavoro di due tecnici innovativi. Parliamo di Fabregas, il cui Como lo incuriosiva e che si è dimostrato molto disponibile ospitandolo. E poi De Zerbi, suo amico e punto di riferimento, che lo ha ospitato a Marsiglia. “Molto utili i confronti con loro”, ha aggiunto. Ha anche speso parole di elogio per Massimiliano Allegri, suo ex allenatore al Milan, definendolo “sul sicuro”.

Il Catanzaro, invece, era nel suo destino. “Sì, è una storia che va avanti da anni”, ha rivelato Aquilani. “Ci eravamo già sentiti dopo la promozione se fosse partito Vivarini, poi l’anno scorso è stata una telenovela. Questo invece era l’anno giusto, è andata”. L’impatto con la Serie B a Pisa, pur non avendo portato ai playoff, viene giudicato da Aquilani “estremamente positivo”. È stato un “salto tosto, con tante difficoltà e ne ho fatto tesoro”. Ha chiarito anche la differenza con la squadra di Inzaghi che arrivò alla promozione, sottolineando come la sua rosa a Pisa fosse stata penalizzata da numerosi infortuni. Questo denota una visione pragmatica e la capacità di analizzare le esperienze passate per trarne insegnamenti.

Iemmello “il mio Totti”: il legame con la piazza e le ambizioni

Il legame con Pietro Iemmello, capitano e Re di Catanzaro, con il quale ha giocato nel Sassuolo, è stato un “motivo in più per venire qui”. Aquilani non esita a fare un paragone illustre: “Lui unisce la squadra alla città, ha fatto grandi cose e ha il suo peso, dentro e fuori dal campo, come Totti a Roma. Certo, con le dovute proporzioni…”. Un’investitura importante per il simbolo giallorosso, che sarà un punto cardine del progetto tecnico e umano.

La tappa di Catanzaro rappresenta un passo importante nella carriera di Aquilani. È convinto di aver sempre fatto le scelte giuste. “Oggi sono più esperto e con le idee ancora più chiare”, afferma. Il suo calcio ideale? “Non sono talebano. L’idea è quella di avere una squadra che propone qualcosa”. Attende la rosa al completo per definire il modulo. La base è chiara: “Di certo oggi bisogna saper fare tutto e il coraggio non deve mancare”. La sua crescita è stata influenzata in maniera determinante da Luciano Spalletti (“tanto, più di tutti”) e da Jorge Jesus, che gli ha “acceso la lampadina su tante cose”, come il cambio modulo in partita.

L’esperienza di gioco in Italia, Inghilterra, Portogallo e Spagna ha permesso ad Aquilani di assimilare diverse filosofie. Ha visto l’attitudine al lavoro incredibile dell’Inghilterra. In Spagna ha notato il talento vero. In Portogallo la tattica è super. Sul futuro del Catanzaro, le ambizioni sono alte: “C’è tanto entusiasmo, da qualche anno è un club che sta facendo grandi cose. E anche le mie ambizioni sono alte. Però contano il sacrificio e la voglia di lavorare, le parole non bastano”. Raggiungere i playoff, come fatto da Vivarini e Caserta, è uno stimolo, ma “ogni campionato ha la sua storia”. Dal mercato si aspetta “un paio d’esterni d’attacco, gente con entusiasmo”.

Obiettivi di mercato e le insidie della Serie B

Una volta al completo, il tecnico deciderà come giocare. “Ora lavoriamo sui principi e poi vediamo”, ha specificato. La Serie B è una “trappola”, un campionato particolare dove “chi parte per vincere rischia magari di retrocedere e viceversa”. Per questo, occorre avere “antenne dritte e occhio alle insidie”. Infine, l’augurio di affrontare presto l’amico e collega Ignazio Abate. Il Catanzaro è pronto a immergersi nella nuova stagione sotto la guida di un tecnico che promette idee, lavoro e coraggio, con l’obiettivo di portare le Aquile a volare alto.

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