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martedì 14 Ottobre 2025

Noto a LaC: «Crescere a tempo debito. Speso un pò più del previsto». Catanzaro, ambizione e sostenibilità

Nel salotto di LaC TV, durante la seconda puntata di 11 in Campo condotta da Maurizio Insardà, il presidente Floriano Noto ha disegnato con chiarezza la rotta del Catanzaro: sognare sì, ma senza perdere di vista i fondamentali. Il tema è quello che incendia ogni discussione di piazza — la Serie A — e la risposta del patron è da dirigente che ha memoria e prospettiva: «Bisogna andare di pari passo con la struttura aziendale. Le cose vanno fatte a tempo debito» – riporta LaCNews24.it. Un messaggio semplice e, al tempo stesso, impegnativo: il risultato sportivo non può essere slegato dalla solidità del club, dall’organizzazione quotidiana e dalla capacità di reggere agli urti di una categoria che non perdona improvvisazioni.

Noto e il Catanzaro, ambizione con metodo: investimenti mirati, giovani e centro sportivo

Noto non ha nascosto l’orgoglio per la rosa allestita dopo un’estate lunga e un mercato chiuso al fotofinish con innesti che hanno alzato l’asticella: Davide BuglioLuca PandolfiFederico Di FrancescoMattia LiberaliGianluca Di Chiara — «giocatori di grande qualità» che spingono in alto la competitività interna e ampliano le soluzioni a disposizione di Alberto Aquilani. Il presidente ha riconosciuto che si è andati «un po’ oltre le spese aspettate», ma dentro un perimetro di governo dei conti che resta non negoziabile. Qui si inserisce una visione precisa: «Le categorie di B e C sono difficili», e la sostenibilità passa da due pilastri — valorizzazione dei giovani e infrastrutture.

Da un lato la scelta di dare minuti e responsabilità a profili under per ridurre il costo-squadra e creare patrimonio tecnico; dall’altro l’idea di un centro sportivo come «fiore all’occhiello», capace di capitalizzare l’investimento e migliorare il lavoro quotidiano. È la grammatica di un calcio che cambia: «Più si va avanti e più i calciatori chiedono garanzie sulle strutture», ha osservato Noto, ricordando anche come oltre metà dei club di B sia oggi in mani straniere, segnale di un ecosistema che chiede solidità e capacità manageriale.

Due pareggi, due storie: identità nuova in costruzione

Il campo ha restituito due punti nelle prime due giornate e una doppia fotografia, diversa nei contenuti. All’esordio casalingo con il Südtirol la sensazione è che si potesse fare di più; nella prima trasferta a La Spezia è arrivato invece un punto pesante, frutto di compattezza e letture corrette contro una squadra quotata. Noto ha spiegato la differenza con lucidità: «Südtirol e Spezia sono formazioni fisiche e strutturate; noi abbiamo giocatori più tecnici e meno strutturati».

È la cifra del nuovo Catanzaro, che ha cambiato pelle rispetto alla passata stagione e oggi sta metabolizzando principi, gerarchie e meccanismi dentro un 4-2-3-1 che chiede qualità tra le linee e coraggio nelle uscite dal basso. Il tempo — parola ricorrente nel lessico del presidente — diventa variabile strategica: serve per consolidare connessioni, per far salire di tono i nuovi, per trovare quella quadra che trasformi il buon possesso in pericolosità costante nell’ultimo terzo di campo.

«La domenica è solo il 10%»: perché la struttura viene prima del traguardo

Nelle frasi più rivelatrici della serata c’è un numero che vale una filosofia: «Quando ci si siede in tribuna la domenica, quello è solo il 10%». Tutto il resto è organizzazioneprocessidisciplina economica e qualità del lavoro lungo la settimana. È il modo con cui Noto tiene insieme ambizione e prudenza: evitare la corsa fuori controllo ai costi — che in Serie B colpisce soprattutto chi insegue — e costruire passo dopo passo le condizioni per restare in alto quando ci si arriva. Anche il capitolo governance non è secondario: il calcio è «un’azienda atipica», gli equilibri possono saltare e il presidente è chiamato a «riequilibrarli» senza smarrire il disegno complessivo. In questo senso, l’invito alla pazienza — «le cose vanno fatte a tempo debito» — non è un freno alla passione, ma la cornice che impedisce al sogno di trasformarsi in azzardo.

Il Catanzaro di Floriano Noto sceglie di crescere senza forzare. La Serie A resta un orizzonte che ispira il lavoro quotidiano, non una promessa da slogan. L’identità tecnica voluta da Aquilani, la competizione interna alimentata dai nuovi acquisti, l’attenzione ai giovani e l’investimento sulle strutture sono le quattro colonne su cui poggia il progetto. Al pubblico giallorosso il compito — non secondario — di dare tempo e spinta alla squadra: perché l’ambizione, per diventare risultato, ha bisogno di una casa solida in cui abitare.

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