L’articolo è a firma di Stefano Ianieri, tifoso dell’US Catanzaro e studente magistrale in Management dello Sport all’Università di Zurigo
La chiusura del calciomercato, come sempre, rappresenta un momento di bilanci e di riflessioni. È l’occasione in cui si tirano le prime somme e si prova a immaginare quale possa essere il futuro di una squadra nell’arco di una stagione lunga e impegnativa come quella di Serie B. I dati, in questo senso, aiutano a fare chiarezza, perché consentono di andare oltre le sensazioni e i discorsi da bar, restituendo una fotografia più realistica della situazione.
Guardando al valore complessivo delle rose, il Catanzaro si colloca oggi attorno al decimo posto. Un piazzamento che lo mette a metà classifica e che conferma, almeno sul piano numerico, la continuità con quanto visto nelle prime due stagioni nella serie cadetta. Non siamo quindi davanti a un club che parte con i favori del pronostico, e i numeri lo certificano senza appello. L’impressione generale, condivisa da addetti ai lavori e tifosi, è che altre società abbiano fatto un mercato più “pesante”, e che partano inevitabilmente con ambizioni superiori. In prima fila ci sono squadre come Monza e Venezia, che per struttura e organico sembrano avere tutte le carte in regola per puntare alla promozione diretta. Subito dietro, con l’occhio ai playoff, scalpitano squadre come Palermo, Spezia, Cesena ed Empoli, pronte ad approfittare di eventuali passi falsi delle favorite.
In questo scenario competitivo, il Catanzaro parte un gradino indietro, esattamente come nelle stagioni precedenti. Ma ridurre tutto a una questione di valore complessivo sarebbe fuorviante. C’è infatti un dato che racconta meglio la crescita silenziosa del nostro amato club: quello relativo ai 16 giocatori maggiormente impiegati. Se due anni fa il loro valore complessivo era di 10,6 milioni, e lo scorso anno di 11,2, oggi quella cifra è salita fino a 16,5 milioni. Un balzo significativo, che non nasce dal nulla, ma che è frutto di precise scelte di mercato e di una strategia ben definita.
Gli innesti di calciatori che hanno già calcato i campi della Serie A hanno inevitabilmente contribuito a far salire l’asticella. Un solo esempio basta a rendere l’idea: Liberali, da solo, è valutato 4 milioni. Attorno a lui, profili come Oudin, D’Alessandro e Di Francesco, tutti con esperienza nella massima serie, vanno ad alzare il tasso qualitativo della rosa. Non mancano però i giovani di prospettiva: elementi come Favasuli, Frosinini e Verrengia sono stati inseriti proprio per crescere accanto ai compagni più esperti, in un mix che mira a garantire equilibrio tra presente e futuro.
Sul campo, però, la storia appare diversa. Le prime due giornate hanno fatto emergere una doppia faccia che i numeri rendono evidente. Da un lato, il Catanzaro è la squadra che tiene più il pallone, guidando la classifica del possesso palla con il 63%. Dall’altro lato, però, la manovra si ferma spesso troppo lontano dall’area avversaria. La squadra di Aquilani risulta seconda per tocchi nel terzo difensivo e prima nel terzo centrale, ma ultima sia per tocchi nel terzo offensivo sia per presenza in area rivale.
La filosofia appare chiara: un possesso ordinato, fatto di passaggi corti e medi (il 92,2% del totale), che consente di mantenere il controllo e limitare i rischi, ma che al tempo stesso non riesce a garantire profondità. Non sorprende, quindi, che pur essendo prima per numero assoluto di passaggi, la formazione giallorossa scivoli al tredicesimo posto per progressione offensiva: segno evidente di un palleggio troppo orizzontale e spesso rivolto all’indietro.
Ancora più critici i dati offensivi. Con soli 0,7 gol attesi in due gare, appena 12 tiri tentati e pochissime azioni che hanno portato alla conclusione, il Catanzaro è l’ultima della classe nella produzione offensiva. Si tratta di statistiche che fanno scattare un campanello d’allarme, perché descrivono una squadra che costruisce poco e fatica a trasformare il possesso in pericolosità.
Da qui l’importanza degli acquisti estivi. L’arrivo di Oudin, in particolare, sembra pensato proprio per dare imprevedibilità a una fase offensiva che oggi appare lenta e prevedibile. Con lui, e con l’apporto di un giocatore di talento come Liberali, il Catanzaro spera di accendere la fantasia e di portare più palloni nell’area avversaria.
Va detto che siamo soltanto all’inizio e che due partite hanno un valore statistico limitato. Ma la direzione è tracciata. Aquilani dovrà trovare la chiave per trasformare il possesso in concretezza. Solo così il mercato, che sulla carta ha portato qualità ed esperienza, potrà tradursi in una stagione capace di andare oltre la semplice sopravvivenza a metà classifica.