È un Luca Pandolfi schietto e carico quello che si è raccontato ai canali ufficiali del Catanzaro nelle sue prime parole da giallorosso. Un benvenuto che vale già un manifesto d’intenti: rapidità nelle scelte, entusiasmo, disponibilità totale a calarsi nel progetto tecnico di Alberto Aquilani e a mettere a frutto l’esperienza maturata nelle ultime due stagioni con il Cittadella. «Il trasferimento è stato velocissimo – spiega l’attaccante –. Il direttore mi ha chiamato e in due ore avevamo già l’accordo; la mattina seguente abbiamo finalizzato tutto». Un sì convinto, nato dalla percezione di una piazza in crescita e dall’idea di calcio che lo ha sedotto: «Il Catanzaro mi ha sempre affascinato come piazza e come squadra. Negli anni scorsi, con Vivarini prima e Caserta poi, ha fatto molto bene: è una realtà da prendere molto sul serio».
Un sì in poche ore, alle spalle due anni da protagonista
Nelle sue parole c’è riconoscenza per il percorso compiuto a Cittadella: «Per me è stato importantissimo perché mi ha permesso di esprimermi in questa categoria e di farmi notare. Una tappa che porterò sempre nel cuore». Il riferimento è a due annate che gli hanno garantito continuità, minuti e responsabilità: un bagaglio che ora Pandolfi porta al “Ceravolo”, pronto a misurarsi con ambizioni più alte e con un contesto tecnico che spinge sulla qualità del palleggio e sulla ricerca della profondità.
Caratteristiche e collocazione: duttilità al servizio del 4-2-3-1
«Mi piace svariare – racconta –. A Cittadella ho fatto la punta e ho giocato anche in coppia. Non ho una preferenza: dove il mister mi mette, lì cerco di aiutare la squadra». È la descrizione di un attaccante moderno: capace di attaccare la profondità, di lavorare spalle alla porta per far salire la squadra e di aprire linee per i compagni. In uno spartito come il 4-2-3-1 di Aquilani, Pandolfi può interpretare il ruolo di centravanti dinamico, utile a creare spazi alle mezzepunte – da Rémi Oudin a Federico Di Francesco – senza snaturare il peso specifico del reparto. La sua disponibilità a interscambiarsi sul fronte offensivo è un plus prezioso per una squadra che vuole alzare ritmo e minaccia attaccando con più uomini.
Legami in spogliatoio e obiettivi
Il terreno d’intesa è già tracciato: «Conosco bene Pittarello: abbiamo giocato insieme a Cittadella e c’è una grande intesa. Con Pietro (Iemmello) ci siamo incrociati e spero si possa fare altrettanto». La convivenza con un finalizzatore puro come il capitano giallorosso offre una doppia via: alternanza per caratteristiche e momenti della partita o coesistenza quando servirà più presenza in area. In entrambi i casi, la chiave sarà l’equilibrio di squadra e la complementarità dei movimenti.
Determinanti, nelle ore dell’accordo, anche le sensazioni a pelle con lo staff tecnico: «Ho parlato con mister Aquilani: mi ha fatto una grande impressione e mi ha motivato. Sono carico e non vedo l’ora di lavorare con lui». È la linea di congiunzione tra l’idea di calcio dell’allenatore e l’energia di un giocatore che ha scelto Catanzaro per compiere un salto di qualità.
Il messaggio ai tifosi
Infine la promessa che i supporter vogliono sentire: «Darò tutto in campo e spero di aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi». Non slogan, ma una disponibilità operativa che fa rima con la cultura del lavoro che il club ha costruito negli ultimi anni. La sete del pubblico del “Ceravolo” è nota: Pandolfi la abbraccia con sobrietà e concretezza, mettendo in calendario due parole d’ordine – sacrificio e utilità per il collettivo – che calzano alla perfezione con l’ambizione giallorossa.
Il Catanzaro ha aggiunto un profilo pronto e duttile al suo reparto offensivo; Pandolfi, dal canto suo, ha scelto una piazza esigente e innamorata in cui poter confermare il proprio valore. Le prime parole raccontano un matrimonio sportivo nato in fretta e bene. Adesso tocca al campo trasformare una promessa in fatti, con il coro del “Ceravolo” come colonna sonora.
