Il dibattito post-mercato si è acceso: Catanzaro è davvero “di possesso ma sterile”? Troppo “leggero” nei duelli? “Vive solo dei gol di Iemmello”? Abbiamo messo in fila cinque frasi fatte e le abbiamo passate al setaccio con dati verificabili, riferimenti gara alla mano e il quadro aggiornato della rosa dopo gli ultimi innesti (Oudin, Di Francesco, Pandolfi, Cassandro, Buglio). Spoiler: più di un luogo comune non regge.
1) “Possesso sterile: palleggiano ma non tirano” — Verdetto: da monitorare (parzialmente vero nel micro-campione)
Nel debutto con il Südtirol il Catanzaro ha prodotto xG 0,51, mentre a La Spezia è sceso a 0,17 xG: numeri bassi che raccontano una manovra ancora poco incisiva nell’ultimo terzo. Il contesto però è quello di due sole gare e di un gruppo in assestamento dopo gli innesti di Oudin e Di Francesco, chiamati proprio ad alzare qualità e imprevedibilità nella rifinitura. Quindi: l’etichetta “sterile” è comprensibile oggi, ma va trattata come fotografia istantanea, non come sentenza stagionale.
Il micro-campione dice che la priorità è accendere la rifinitura e aumentare il volume di attacchi in area: gli xG iniziali (0,51 e 0,17) lo confermano. L’integrazione di Oudin, Di Francesco e l’attacco alla profondità di Pandolfi sono le leve tecniche per convertire il possesso in occasioni di qualità.
2) “Squadra poco fisica: soffrirà nei corpi a corpo” — Verdetto: falso
La narrativa del “poco fisico” non fotografa la spina dorsale reale:
- Matias Antonini è un centrale da 1,93 m, profilo dominante nel gioco aereo;
- Davide Bettella è un altro difensore strutturato (1,85 m);
- Davanti, Luca Pandolfi è un 9/11 longilineo ma potente (oltre l’1,85), complementare a Iemmello, e Pittarello aggiunge chili di duelli sulle prime e seconde palle.
Tradotto: linea centrale sopra 1,85 m e coppie fisico/tecnica ben bilanciate. L’idea che il Catanzaro sia “leggerino” è più un riflesso della qualità palla a terra che un dato strutturale.
3) “Non pressa, difende basso” — Verdetto: da ricalibrare
Il Catanzaro versione Aquilani non è una squadra che si abbassa “a prescindere”. Contro il Südtirol si è visto un recupero alto del pallone e una ricerca costante della ri-aggressione immediata dopo la perdita: lo certificano i breakdown statistici di gara (recuperi e campo territoriale) e le mappe evento che accompagnano i report ufficiali e i portali specialistici. È una pressione situazionale, non forsennata: il trigger è spesso il passaggio laterale “chiuso” o l’appoggio al centrale, con esterni e mezzepunte che saltano forti sulla prima uscita. È presto per parlare di PPDA medio stagionale (servono più partite e dataset uniformi), ma l’atteggiamento — soprattutto nel primo match — è in linea con un calcio proattivo, non attendista.
4) “Vive solo dei gol di Iemmello” — Verdetto: falso oggi, molto fragile domani
Pietro Iemmello resta l’accento tonico dell’attacco, ma la costruzione della rosa post-mercato è stata esplicitamente pensata per distribuire pericolosità:
- Luca Pandolfi arriva da due stagioni in B a Cittadella con 16 gol complessivi: curriculum recente che parla di attacco alla profondità e peso specifico nell’area.
- Rémi Oudin (ex Reims, Bordeaux, Lecce) è un mancino capace di segnare e servire — memorabile la doppietta all’Olimpico contro la Lazio nel 2-2 del maggio 2023 — oltre a qualità su palla inattiva e conduzione tra le linee.
- Federico Di Francesco aggiunge esperienza da Serie A, strappi e letture da seconda punta/esterno con attitudine da rifinitore.
Se l’anno scorso qualcuno ha letto “dipendenza”, oggi la matrice offensiva è più policentrica per disegno e profili.
5) “Rosa inesperta e corta: tanti under, poche certezze” — Verdetto: falso
La narrazione crolla sui numeri: la rosa 2025/26 censita da Transfermarkt conta 33 giocatori, età media 25,1 anni e un mix deliberato tra over con pedigree (Oudin, Di Francesco, Cassandro, Bettella, Di Chiara, Brighenti) e under di prospettiva (Favasuli, Liberali, Rispoli, Bashi). È profondità reale, non teorica.
In più, la bontà del lavoro tecnico si riflette nelle convocazioni azzurre: Favasuli in Under 21, Liberali e Rispoli in Under 20 (Baldini), a conferma di un vivaio-B che alimenta le Nazionali giovanili.
Cosa resta (davvero) da migliorare
Il micro-campione delle prime due gare suggerisce priorità chiare: rifinitura negli ultimi 20 metri, tempi di attacco dell’area e sincronia fra 9/11 e trequarti (dove Oudin e Di Francesco, per storia, possono spostare la qualità della ultima giocata). L’arrivo di Pandolfi aumenta le soluzioni di attacco alla profondità; Buglio alza il registro di gamba e seconda palla a centrocampo. Con una rosa lunga e tecnicamente variegata, il margine per trasformare volume di gioco in expected goals (e punti) è concreto.
I luoghi comuni sono rassicuranti, ma spesso non dicono la verità. Questo Catanzaro non è “leggero”, non è “solo possesso”, non è “Iemmello-dipendente” e — soprattutto — non è corto. È un cantiere ambizioso con strumenti nuovi per alzare la pericolosità offensiva senza snaturare l’idea. Adesso la palla passa al campo: smontati i miti, restano i dettagli — quelli che fanno la differenza tra un buon campionato e una stagione da ricordare.
