Promo desktop
martedì 14 Ottobre 2025

Di Francesco, stop light: niente Carrarese sabato, ma il rientro è dietro l’angolo

La scena è questa: Federico Di Francesco che esce dal campo d’allenamento del Ceravolo con la solita voglia negli occhi e i compagni che lo incitano. Non sarà della partita contro la Carrarese, e dispiace. Ma qui non c’è sfortuna, c’è scelta. Scelta di testa, da squadra che programma: niente forzature, si evita il rischio e si prepara il rientro vero. L’esterno arrivato negli ultimi giorni di mercato resterà fuori per l’ultima curva di un problema muscolare che si porta dietro da un mese, quando in allenamento con il Palermo aveva accusato un’elongazione all’arto inferiore destro. Da quando è sbarcato sui Tre Colli ha lavorato a parte, senza salti nel buio. E la notizia buona, quella che interessa davvero ai tifosi giallorossi, è che il fastidio è superatosubito dopo la Carrarese tornerà ad allenarsi in gruppo.

Perché fermarsi adesso è il modo più rapido per averlo al top

Le parole chiave sono due: prevenzione e tempi giusti. Un’elongazione non è una semplice contrattura: il muscolo ha bisogno di cicatrizzare del tutto per evitare ricadute. Tradotto: qualche giorno in più di attesa oggi, per non regalarne tre settimane agli avversari domani. A Catanzaro hanno scelto la strada più saggia. Di Francesco ha già svolto lavoro personalizzato, potenziamento e progressioni controllate. La sensazione nello spogliatoio è che lo rivedremo nei prossimi giorni col gruppo, a mettere benzina vera nei motorini e a fare ciò per cui è arrivato: strappi, uno contro uno, gamba per spaccare le partite negli ultimi trenta metri.

E la testa del ragazzo è quella giusta. Lo si capisce da come segue le sedute, da come parla coi compagni, da come ascolta lo staff. È venuto per essere protagonista, non comparsa: fermarsi adesso significa rispettare il suo corpo e il cammino della squadra.

Cosa cambia (davvero) per Aquilani contro la Carrarese

La Carrarese di Calabro è blocco corto, linee strette, ripartenze: partita da pazienza e qualità nella rifinitura. Di Francesco sarebbe stato l’arma perfetta per inchiodare il terzino e creare superiorità sul lato forte. Senza di lui, Alberto Aquilani potrà attingere a quel mix su cui ha lavorato fin dall’estate: l’energia dei giovani (pensiamo ai percorsi di Mattia Liberali e Fabio Rispoli, appena rientrati dalla Nazionale U20), la voglia di Alphadjo Cisse, la leadership di Pietro Iemmello, la qualità “di tocco” di profili come Rémi Oudin e Marco D’Alessandro. Rotazioni compatibili, idee chiare: ampiezza con i piedi educati, attacchi all’area con i tempi giusti, pressione immediata sulla seconda palla.

Non è un caso se, in settimana, lo staff ha spinto sulla circolazione pulita e sulle corse senza palla per muovere la linea apuana: Di Francesco avrebbe dato lo strappo, altri daranno continuità. Oggi serve una cosa semplice e insieme complicata: ribaltare il campo più volte, finché la partita non si apre.

L’identikit tecnico: perché questo innesto può alzare l’asticella

Di Francesco è un ’94 con tante stagioni di calcio vero addosso: piede rapido, puntata secca, lettura giusta della profondità. Il suo arrivo (in prestito con obbligo di riscatto) racconta la ambizione del club: prendere un esterno pronto, abituato a palcoscenici pesanti, da inserire in un collettivo che corre e palleggia. Con lui al 100%, il Catanzaro guadagna un’uscita pulita sul lato palla e un riferimento stabile per attaccare il lato debole. È la piece che mancava per chiudere il quadro degli esterni, alternando dribbling frontale e gioco tra le linee.

Il programma è scritto: recupero completo, rientro in gruppo, percorso graduale di minutaggio. Meglio dieci giorni in più adesso che dieci partite in meno a primavera. E quando la gamba sarà quella che conosciamo, il Ceravolo sentirà di avere in casa un’arma in più per le notti che contano.

Restate lì, che lo spettacolo sta per allargarsi

Sabato sarà una sfida tosta, di corsa e dettagli, e Federico la guarderà da bordo campo con gli stessi brividi della gente in tribuna. Ma questa pausa è l’ultimo passo prima di riaccendere il motore. Il Catanzaro ha fatto la scelta giusta: nessuna forzatura, solo programmazione. E se oggi la prudenza fa storcere il naso a qualcuno, domani — quando vedremo Di Francesco alzare la testa, puntare l’uomo e spaccare la partita — capiremo che era l’unica strada sensata.

La chiosa è semplice, come al bar dopo la partita: meglio un’assenza adesso che un’assenza lunga. Le Aquile hanno bisogno di Di Francesco bene e a lungo. Il conto alla rovescia è iniziato: ci siamo quasi.

Articoli correlati

Ultimi articoli