L’aria del Mapei la senti già dal cancello: odore d’erba nuova, rimbalzo pieno. Alla vigilia della sfida contro la Reggiana, in conferenza stampa Alberto Aquilani torna su un concetto chiaro: partite diverse, stesso livello di complessità. La Serie B non aspetta, ti mette alla prova. Strategia, gestione degli uomini, letture in corsa. Qui sotto, i passaggi chiave — e le parole testuali del tecnico.
L’identità prima del modulo
Aquilani non gira intorno: “Ripetiamo un po’ sempre la stessa cosa, ovvero che affrontiamo partite che hanno insidie, di un campionato complesso… sono tutte diverse tra loro.”
Il filo rosso resta la preparazione: “La preparazione è stata la stessa, una squadra che si allena bene, che è attenta, concentrata… mi auguro che domani lo possiamo dimostrare.”
Il riferimento al secondo tempo con la Carrarese non è casuale: “Prendiamo spunto… abbiamo analizzato le difficoltà del primo tempo e le cose buone del secondo… da un’analisi ci si allena e si arriva a concludere la strategia della partita.”
Il traguardo è un’identità più riconoscibile: “Mi aspetto una squadra che dia un’identità ancora più forte… che riconosca tutte le varie cose: una pressione a uomo, una pressione più lenta, contropiedi voluti o non voluti… bisogna avere massima attenzione… la gara può dirti altro e la squadra forte deve sapersi mettere diversi abiti.”
Modulo: strumento, non gabbia
Schietto il tecnico: “Sono venuto qui che avevo in testa un altro sistema di gioco… le caratteristiche dei calciatori mi hanno portato a cambiarlo e lo cambieremo in base ai giocatori che ho e agli avversari.”
Dentro la stessa partita, più spartiti: “È una squadra che si allena per giocare con più sistemi di gioco all’interno della gara… do più importanza all’occupazione del campo.”
E sulla fotografia attuale: “Oggi credo che questa sia una delle soluzioni migliori per mettere i calciatori nelle loro posizioni migliori… il tempo ci dirà se è giusto o no, sono aperto a tutto.”
Le scelte sugli uomini: fatti, non slogan
Capitolo gestione gruppo. Qui Aquilani non fa giri di parole: “A volte all’esterno non arriva il messaggio che viviamo dall’interno… vedete nomi nuovi e pensate sia giusto utilizzarli, ma alcune volte non è possibile: c’è chi è in ritardo, chi su cinque allenamenti ne ha fatti tre… ci sono problematiche fisiche o atletiche che ci portano a prendere decisioni.”
Sugli interpreti: “Abbiamo lavorato su chi aveva bisogno… Oudin, Cassandro, Buglio hanno avuto più continuità.”
E un passaggio su Pandolfi: “Nonostante venga con noi domani, si è allenato poco e ha bisogno di più tempo.”
In sintesi: “Le scelte che faccio sono anche in base a quello che succede nella settimana.”
Su Oudin: “Sta meglio… ha qualità importanti… deve calarsi in una realtà diversa dalla Serie A… settimana intensa, ha qualcosa in più nelle gambe.”
Caso Di Francesco e nodo infortuni
Linea chiara e prudente: “Di Francesco non è disponibile… viene da un infortunio delicato al polpaccio… recidiva di un infortunio passato, bisogna stare molto attenti… ha iniziato a lavorare col gruppo in maniera graduale, abbiamo deciso di non rischiarlo per averlo a disposizione per la Juve Stabia.”
Liberali e la chiamata Mondiale
Qui la voce si fa doppia: “Era nell’aria… sapevo che uno andava al Mondiale.”
Poi l’onestà: “Da una parte sono contento per lui, la Nazionale è sempre qualcosa a cui bisogna tenere… dall’altra mi dispiace, perché lo vedo dentro al gruppo, nei ritmi della B, in crescita… perderlo per un po’ mi dispiace: questi ragazzi hanno bisogno di lavorare, di stare con noi, di non giocare e di giocare, magari sbagliare… sono processi che fanno parte della storia dei giovani… e il ritmo dell’Under 20 non è quello della Serie B.”
La Reggiana e le chiavi della gara
Sul piano tattico, Aquilani non nasconde le insidie: “Sono molto preparati, ben allenati, giocatori di qualità ed esperti… come tutte le squadre hanno insidie.”
La condizione necessaria: “Se andiamo concentrati, umili, con la forza di fare la nostra partita, possiamo avere vantaggi. Se abbassiamo l’intensità — mentale o fisica — o mettiamo presunzione, sarà molto difficile e saremo sterili.”
Una B senza paracadute: “Non esistono partite facili in Serie B… è un campionato atipico… anche a livello mondiale non vinci più 7-8 a 0, rischi di perdere… il livello si è alzato. Ci vuole umiltà, conoscenza, credere in quello che vogliamo proporre: poi sarà il campo a dirci se abbiamo ragione.”
Ultimo indizio dal mister: “Gli incastri davanti? È sicuramente una soluzione a cui stiamo pensando… in base a forma fisica, caratteristiche e avversario: è un’opzione che ho in testa.”
