Il Catanzaro di Aquilani si prepara alla sfida più complicata dal punto di vista tattico: affrontare il blocco basso della Juve Stabia venerdì sera al Ceravolo. Le Vespe di Abate arrivano con un piano preciso – 3-5-2 (o 5-3-2) compatto, linee strette e ripartenze letali – ma il tecnico giallorosso ha già studiato la ricetta per scardinare la difesa campana.
La tattica del Catanzaro dovrà essere chirurgica: niente possesso sterile, ma movimenti coordinati per aprire varchi in una delle difese più organizzate della Serie B. Aquilani sa che serve pazienza, ma anche la capacità di cambiare marcia nei momenti giusti.
L’analisi video degli ultimi match della Juve Stabia ha chiarito la strada: ampiezza costante, occupazione dei mezzi spazi e soprattutto evitare l’errore di attaccare sempre al centro, dove Abate posiziona la maggior parte dei suoi uomini.
L’arma segreta: allargare il campo per colpire
La chiave tattica per il Catanzaro contro la Juve Stabia si chiama ampiezza vera. Le Vespe difendono con corridoi stretti, proteggendo l’area con densità numerica impressionante. La risposta di Aquilani? Costringere gli avversari ad allargare le maglie attraverso cambi gioco costanti.
Rispoli avrà un ruolo centrale come regista basso, ma i veri protagonisti saranno i quinti giallorossi. Favasuli a destra e Di Chiara a sinistra dovranno tenere l’ampiezza massima, ricevendo palla “a piedi aperti” per poi crossare o accentrarsi negli spazi creati dal movimento delle linee avversarie.
Il piano è semplice ma efficace: costruzione paziente al centro, poi diagonale lunga verso l’esterno per sfruttare il lato “debole”. Quando la Juve Stabia si abbassa a 5-4-1, questi movimenti di ampiezza diventano letali per muovere i quinti campani e aprire spazi interni preziosi.
Oudin e Di Francesco: i maestri dei mezzi spazi
La vera battaglia si giocherà nei mezzi spazi, quella zona grigia tra terzino e braccetto dove il Catanzaro di Aquilani può fare la differenza. Oudin è il candidato naturale per questo ruolo da “falso trequartista”, capace di ricevere tra le linee e giocare il tocco “corto-lungo” che manda in porta i compagni.
Se dovesse esordire Di Francesco, il figlio d’arte porterebbe un’alternativa preziosa: movimenti diversi, capacità di legare il gioco e quella qualità negli ultimi metri che può sbloccare partite complicate. L’ex Palermo sa come muoversi in spazi ristretti.
Cisse avrà il compito di attaccare forte la profondità, anche con “tagli ciechi” sul secondo palo per sfruttare l’eventuale abbassamento di Iemmello. Il centravanti giallorosso, infatti, dovrà essere pronto ad abbassarsi per legare il gioco e svuotare l’area, creando spazio per gli inserimenti di mezzali ed esterni.
La rivoluzione dei cross: addio palle alte, benvenuti cut-back
Uno degli aspetti più interessanti della tattica anti-Juve Stabia studiata da Aquilani riguarda la rifinitura. Niente più cross alti che diventano facile preda dei centrali campani, ma una filosofia completamente diversa: arrivare al fondo e servire palle rasoterra indietro.
I famosi cut-back, quella soluzione tattica che sta rivoluzionando il calcio moderno. L’idea è semplice: utilizzare gli “underlap” dei quinti o gli “overlap” per raggiungere la linea di fondo, poi crossare rasoterra sui 14-16 metri per servire Oudin, Di Francesco o un centrocampista in arrivo.
Questa soluzione può cambiare l’inerzia del match perché colpisce la Juve Stabia nella zona dove è meno organizzata: quella fascia di campo dove i difensori sono girati verso la propria porta e faticano a chiudere sui tiri a rimorchio.
Le rotazioni a destra: D’Alessandro e Nuamah, due filosofie diverse
Aquilani ha due opzioni molto diverse per la fascia destra, e la scelta dipenderà dall’evolversi della partita. D’Alessandro rappresenta l’esperienza e la lettura dei tempi: sa quando temporeggiare per aspettare il taglio di Cisse, quando accellerare per sfruttare l’underlap del quinto.
Nuamah, invece, è l’arma per forzare gli equilibri: gamba, velocità e capacità di vincere l’uno contro uno anche a campo corto. Utile quando la Catanzaro-Juve Stabia si incanala sui binari del pareggio e serve “rompere” il blocco con accelerazioni improvvise.
La gestione di queste due opzioni sarà fondamentale per Aquilani, che dovrà leggere i momenti della partita e capire quando serve pazienza (D’Alessandro) e quando serve lo strappo (Nuamah).
Palle inattive e transizioni: i dettagli che fanno la differenza
I calci piazzati possono essere decisivi contro un blocco basso organizzato. Il Catanzaro dovrà puntare su schemi corti: corner a due per tirare fuori un marcatore, blocchi coordinati per liberare Antonini di testa o servire il primo palo con inserimenti a tempo.
Dalle punizioni dal limite, Aquilani si affiderà alla qualità di Cisse, sia per il calcio diretto che per soluzioni a due tocchi. Fondamentale sarà sempre il presidio della seconda palla con Pontisso, pronto a rilanciare il possesso o tentare il tiro dai 20 metri.
Ma il vero banco di prova sarà la transizione difensiva. Contro chi sta basso, l’errore tipico è portare troppi uomini sopra la palla e perdere equilibrio. Aquilani predica la “rest defense 3+2”: tre centrali sempre in copertura più uno tra Pontisso e Rispoli a schermare le linee di passaggio.
Catanzaro-Juve Stabia, il ritmo giusto: pazienza e strappi coordinati
La chiave tattica finale per scardinare la Juve Stabia non è “velocizzare tutto”, ma alternare sapientemente i ritmi. Possesso consolidato per attirare il blocco avversario verso la palla, poi verticalizzazione secca su Iemmello o imbucata nel mezzo spazio per scatenare il taglio di Cisse.
Se le Vespe si schiacciano troppo, il Catanzaro deve essere pronto al tiro dalla distanza: Oudin ha il piede giusto, e le eventuali ribattute possono creare situazioni pericolose in area piccola.
Aquilani sa che venerdì sera al Ceravolo servirà la partita perfetta dal punto di vista tattico. Il blocco basso della Juve Stabia è un rebus complesso, ma il Catanzaro ha le armi giuste per risolverlo: ampiezza, qualità nei mezzi spazi, cut-back invece di cross alti, e soprattutto la capacità di cambiare marcia nei momenti giusti.
La tattica c’è, ora tocca al campo dimostrare se il piano di Aquilani può regalare ai tifosi giallorossi la gioia di una vittoria costruita con intelligenza e precisione chirurgica.
