L’infortunio di Federico Di Francesco, operato al menisco con uno stop di almeno un mese, costringe Alberto Aquilani a ridisegnare le gerarchie offensive del Catanzaro. Il tecnico giallorosso si trova a dover riorganizzare la corsia mancina, con diverse opzioni a disposizione nel rosa. Tra queste figura Sayha Seha, classe 2005 con doppio passaporto malgascio-francese, arrivato in estate ma finora mai impiegato in gare ufficiali. Il giovane ex Olympique Marsiglia continua a lavorare con il gruppo e potrebbe rappresentare un’alternativa nelle prossime settimane.
Il rebus della fascia sinistra
Quando Di Francesco ha abbandonato il terreno di gioco accompagnato dallo staff sanitario, in molti hanno temuto il peggio. Gli esami hanno scongiurato la lesione del crociato, ma la regolarizzazione del menisco mediale ha comunque condannato l’esterno a saltare le prossime quattro-cinque giornate, con il rientro previsto dopo la sosta di novembre. Un’assenza che pesa, considerando il ruolo nevralgico che l’ex attaccante doveva ricoprire nel gioco prediletto dal tecnico romano. La fascia sinistra rappresenta da sempre uno snodo tattico fondamentale nel gioco di Aquilani: richiede interpreti capaci di combinare verticalità, dribbling e capacità di rientrare sul piede forte per concludere o servire il centravanti.
Le soluzioni immediate sembravano evidenti: Patrick Nuamah, prelevato in estate dal Sassuolo in prestito secco, appariva il candidato naturale. Il diciannovenne italo-ghanese, già nazionale Under 20, era arrivato con credenziali importanti: esordio in Serie B a sedici anni con il Brescia, 23 presenze e un gol nell’ultima stagione. Eppure, nelle ultime settimane, Nuamah è praticamente scomparso dai radar, totalizzando appena 181 minuti complessivi e perdendo progressivamente spazio nelle rotazioni. Anche Nicolò Buso, arrivato dal Lecco per 700mila euro dopo una stagione da 9 gol in Serie B, non ha ancora convinto pienamente: solo 45 minuti suddivisi in due spezzoni da subentrato testimoniano un ambientamento ancora in fase embrionale.
Seha, il talento da scoprire
Ed è qui che entra in scena Sayha Seha, volto ancora sconosciuto al pubblico del Ceravolo ma profilo intrigante per chi mastica settore giovanile d’Oltralpe. Nato a Troyes il 15 gennaio 2005, alto 174 centimetri per 67 chilogrammi, Seha ha militato nelle formazioni giovanili dell’Olympique Marsiglia, vestendo prima la maglia dell’Under 19 e poi quella della seconda squadra impegnata nel campionato di CFA 2. Un percorso nella fucina di talenti francesi che ha plasmato un esterno sinistro dal piede destro educato, capace di interpretare sia il ruolo di ala pura che quello di attaccante esterno nel tridente. Il trasferimento al Catanzaro, formalizzato il 15 luglio scorso, porta la firma di Diomansy Kamara, ex attaccante giallorosso che tra il 2000 e il 2002 incantò in Serie C2 con 9 gol in 34 partite prima di spiccare il volo verso la Serie A con il Modena e poi verso l’Inghilterra.
L’intermediazione di Kamara, oggi osservatore e consulente di mercato, ha aperto le porte a un profilo che sulla carta possiede le caratteristiche ideali per il calcio di Aquilani: rapidità nell’uno contro uno, capacità di attaccare lo spazio e intelligenza tattica nei movimenti senza palla. Fino ad oggi, però, Seha non ha collezionato nemmeno un minuto ufficiale con la maglia giallorossa, concentrandosi sul lavoro quotidiano al centro sportivo. Ma le voci che filtrano da Giovino parlano di un ragazzo in crescita, seguito con attenzione dallo staff tecnico e coinvolto sempre più intensamente nelle esercitazioni tattiche del gruppo.
Le altre opzioni offensive
Oltre al giovane malgascio, Aquilani può pescare dall’abbondanza del reparto offensivo per sopperire all’assenza di Di Francesco senza snaturare l’impianto di gioco. I trequartisti puri come Mattia Liberali, talento del Milan rientrato da poco dopo un periodo ai box, Rémi Oudin e Alphadjo Cissé possono scalare sulla fascia sacrificando qualche centimetro di ampiezza ma guadagnando in qualità negli spazi stretti. Anche Gabriele Alesi, altro under di prospettiva, rappresenta un’alternativa percorribile per garantire freschezza e imprevedibilità. La sensazione, tuttavia, è che il tecnico stia valutando seriamente l’ipotesi Seha proprio per testare le sue qualità in un contesto competitivo che finora gli è stato precluso: un debutto graduale, magari a gara in corso, potrebbe fornire risposte preziose in vista del prosieguo di stagione.
La filosofia di Aquilani passa anche attraverso la valorizzazione dei giovani e l’integrazione progressiva dei nuovi arrivati, senza fretta ma con metodo. Il 3-4-2-1 giallorosso vive di equilibri delicati tra i reparti: i laterali bassi devono spingere e sovrapporsi agli esterni alti, mentre questi ultimi devono garantire profondità e convergenza verso l’interno per liberare spazi al centravanti. Seha, per caratteristiche tecniche e attitudini tattiche maturate nel vivaio marsigliese, sembra avere le carte in regola per inserirsi in questo meccanismo, a patto di dimostrare personalità e adattamento rapido alle richieste di un campionato fisico e tattico come la Serie B.
Nuamah e Buso in cerca di riscatto
Nel frattempo, l’emergenza Di Francesco potrebbe rappresentare anche il rilancio per chi finora ha deluso le attese. Nuamah, dopo un inizio promettente, si è progressivamente eclissato nelle gerarchie, complice forse un inserimento più complicato del previsto e una concorrenza interna agguerrita. Il prestito secco dal Sassuolo fino a giugno 2026 non prevede obblighi di riscatto, ma il talento cristallino mostrato nel Brescia suggerisce margini di crescita ancora inesplorati: Aquilani potrebbe concedergli una seconda chance proprio adesso che il minutaggio appare più accessibile. Discorso analogo per Buso, investimento importante da parte della società che ha convinto il Lecco a cederlo per 700mila euro più una percentuale sulla futura rivendita. Il classe 2000, paragonato in passato a Dries Mertens per stazza fisica e capacità di incidere nell’uno contro uno, ha firmato un quadriennale che testimonia la fiducia del club. Ma i soli 45 minuti disputati fino ad oggi raccontano di un adattamento ancora incompleto, di meccanismi da oliare e di intese con i compagni da costruire.
Il Catanzaro, dopo un mercato estivo che ha portato diciassette volti nuovi, sta ancora cercando la propria identità definitiva. L’amalgama tra vecchi e nuovi non è processo immediato, e l’infortunio di Di Francesco – per quanto spiacevole – potrebbe accelerare i tempi di maturazione di alternative rimaste finora in ombra. Aquilani ha dimostrato in passato di saper gestire rose ampie valorizzando ogni singolo elemento, e l’impressione è che stia lavorando sottotraccia per preparare Seha al grande salto senza bruciare le tappe.
Il prossimo impegno di campionato chiarirà le scelte di Aquilani: se puntare su elementi già rodati o concedere spazio a chi finora è rimasto ai margini. L’intermediazione di Kamara, figura che conosce l’ambiente giallorosso dai tempi della sua militanza in Calabria tra il 2000 e il 2002, ha portato a Catanzaro un profilo ancora tutto da valutare. Solo il campo dirà se l’investimento su Seha si rivelerà azzeccato, ma le qualità non mancano di certo.