L’ottava giornata di Serie B ha prodotto un autentico terremoto sulle panchine della cadetteria. Mentre allo Spezia cala il sipario sull’esperienza di Luca D’Angelo, esonerato dopo un avvio catastrofico con soli tre punti raccolti in otto gare, a Bari la società ha optato per una soluzione drastica ma senza scossoni: Fabio Caserta rimane in sella, ma la squadra è stata spedita in ritiro punitivo a Castel di Sangro fino alla sfida cruciale contro il Mantova del 26 ottobre. Una manovra che suona come un ultimatum e che testimonia quanto l’ambiente pugliese sia sull’orlo della rottura dopo la pesante sconfitta per 3-1 contro la Reggiana.
Nel frattempo, in un campionato che comincia a delineare le prime gerarchie con Modena e Palermo al comando, il Catanzaro di Alberto Aquilani continua a navigare in acque agitate: il ko interno contro il Padova ha lasciato i giallorossi fermi a quota sei punti, con zero vittorie all’attivo e un’urgenza sempre più pressante di invertire la rotta.
Lo Spezia cambia guida
La dirigenza dello Spezia, alla presenza del proprietario Thom Roberts e del presidente Charlie Stillitano, ha preso una decisione netta: fuori Luca D’Angelo, dentro Guido Pagliuca. Il tecnico pescarese, che aveva portato gli aquilotti a un passo dalla promozione nella passata stagione (finale playoff persa contro la Cremonese), paga un avvio da incubo: tre punti, otto giornate senza vittorie e cinque sconfitte. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la rimonta subita in casa per mano del Cesena, l’ennesima delusione per una piazza che si aspettava ben altro dopo l’ottima annata precedente. Pagliuca, reduce dall’esonero all’Empoli, ha firmato un contratto fino a giugno 2026 con opzione per un’ulteriore stagione in caso di salvezza.
Bari: Caserta resiste, ma in ritiro
La posizione di Fabio Caserta al Bari si è fatta incandescente dopo l’ennesima prestazione opaca. La sconfitta di Reggio Emilia, bruciante per modalità e risultato, ha scatenato dubbi e malumori nella dirigenza e nella piazza. Eppure, dopo un weekend di riflessioni intense, la società ha scelto la linea della continuità: il tecnico è stato confermato, ma con una misura che sa di ultimatum. La squadra, dopo gli allenamenti odierni a porte chiuse nel centro di Modugno, partirà domani per Castel di Sangro, dove resterà in ritiro fino alla gara contro il Mantova. Un segnale chiaro alla rosa: serve una reazione immediata, perché il tempo delle attenuanti è finito. Nelle ultime ore si è parlato anche di posizioni traballanti per il direttore sportivo Giuseppe Magalini e il responsabile dell’area tecnica Valerio Di Cesare, a testimonianza di un ambiente in piena ebollizione.
Aquilani e il Catanzaro: serve la scossa
Non sta meglio Alberto Aquilani, il cui Catanzaro è invischiato in una crisi di risultati preoccupante. Otto giornate senza vittorie, sei pareggi e due sconfitte, sei punti in classifica: numeri che raccontano un inizio di stagione ben al di sotto delle aspettative per una squadra che puntava ai playoff. Il ko interno contro il Padova (0-1) ha amplificato i dubbi su una squadra che fatica a trovare continuità e, soprattutto, cattiveria agonistica. Aquilani, amareggiato ma lucido, ha dichiarato: “Ci manca qualcosa, ma non l’anima. Non mollo, credo in questo progetto”. Il tecnico romano, arrivato in estate dopo l’esperienza al Pisa, è stato costretto a seguire la sfida contro il Padova dalla tribuna per squalifica, lasciando la panchina al vice Agnelli.
Un campionato che non perdona
Questa ottava giornata ha ribadito un concetto chiaro: la Serie B non perdona errori e ritardi. Il Modena guida con 18 punti, seguito dal Palermo a 16, mentre dietro si affollano Frosinone, Cesena e Monza a quota 14. Per chi resta attardato, come Spezia (ultimo con tre punti), Catanzaro e Bari (entrambi fermi a sei), ogni partita diventa una finale. Il cambio in panchina degli aquilotti liguri è il primo terremoto ufficiale di questa stagione, ma l’impressione è che non sarà l’ultimo. Castel di Sangro, nel frattempo, diventa il crocevia delle speranze del Bari: se il ritiro non produrrà effetti, la pazienza della dirigenza pugliese potrebbe esaurirsi definitivamente.
La cadetteria è entrata nel vivo, e chi non tiene il passo rischia di sprofondare. Per D’Angelo, il capitolo Spezia si è chiuso con l’amarezza di un’occasione sprecata. Per Caserta e Aquilani, invece, il tempo per dimostrare il proprio valore sta per scadere.