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mercoledì 22 Ottobre 2025

Catanzaro celebra il 1700° anniversario del Concilio di Nicea con una giornata di studio all’Istituto Teologico Calabro

Nell’aula magna “Beato Francesco Mottola” dell’Istituto Teologico Calabro “San Francesco da Paola”, si è svolta una giornata di studio dal titolo «Credo in un solo Signore Gesù Cristo», dedicata al 1700° anniversario del Concilio di Nicea (325–2025), evento che segnò in modo decisivo la storia della fede cristiana.

L’incontro, promosso in collaborazione con l’Ufficio Catechistico e quello per l’Ecumenismo dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace, la Comunità Evangelica Valdese di Catanzaro e il Centro per lo sviluppo umano dei giovani “Oikos”, ha rappresentato un significativo momento di riflessione teologica, ecclesiale ed ecumenica.

L’apertura dei lavori: fede, ragione e comunione

Ad aprire la giornata è stato il saluto del direttore dell’Istituto, prof. Michele Munno, che ha definito il Concilio di Nicea “un momento decisivo di confessio fidei, intelligenza teologica ed esperienza di comunione”.

Munno ha ricordato come la formula «Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre» non rappresenti solo una definizione dogmatica, ma “la manifestazione del cuore dell’annuncio cristiano: un Dio che si fa prossimo in Cristo”.

Il direttore ha sottolineato anche la dimensione ecumenica del Credo niceno-costantinopolitano, patrimonio condiviso da Oriente e Occidente, e ha richiamato l’attualità del tema di una data comune per la celebrazione della Pasqua come segno profetico di unità visibile tra le Chiese cristiane. “Nicea – ha affermato – ci insegna che fede e ragione non si contrappongono, ma si incontrano nel servizio della verità. Tornare a Nicea significa riscoprire ciò che ci unisce prima di ciò che ci divide”.

Il valore teologico e storico del Concilio

Il prof. Alessandro Saraco, docente di Storia della Chiesa, ha illustrato il contesto storico e teologico del Concilio, ricordando le tensioni cristologiche legate all’arianesimo e la necessità di un’affermazione chiara sulla piena divinità del Figlio.

Successivamente, S.E.R. Mons. Donato Oliverio, Vescovo dell’Eparchia di Lungro, ha offerto una riflessione di taglio ecclesiale ed esistenziale: “Nicea ha posto al centro la divinità di Cristo per preservare l’unità della Chiesa. Allora come oggi, la domanda ‘Chi è Cristo?’ continua a interpellare la comunità dei credenti, chiamata a testimoniare la propria fede in modo credibile e condiviso”.

Mons. Oliverio ha sottolineato come, alla luce del Concilio Vaticano II, l’appartenenza ecclesiale non sia più un dato statico, ma un cammino di comunione dinamica, in cui l’ecumenismo rappresenta una responsabilità condivisa.

La dimensione liturgica e spirituale

S.E.R. Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro–Squillace, ha evidenziato la dimensione liturgica della fede nicena, ricordando come la dossologia trinitaria sia divenuta “sigillo della preghiera della Chiesa”.

“La professione del Figlio ‘Dio da Dio’ – ha spiegato – si traduce nella liturgia in un atto di fede vissuto e celebrato, dove ogni preghiera trinitaria diventa espressione di unità ecclesiale”.

Una memoria viva e una sfida per il presente

Nel dibattito finale, moderato dal prof. Alex Talarico, docente di Ecumenismo, è emersa la convergenza tra storia, fede, comunione e liturgia. Nicea, è stato ribadito, non è un ricordo remoto, ma “una sorgente permanente di identità cristiana” e un invito al rinnovamento ecumenico e spirituale.

“Il ritorno a Nicea – ha concluso il prof. Munno – non è un esercizio di nostalgia, ma una chiamata alla responsabilità. In un mondo frammentato, Nicea ci ricorda che la fede unisce; in una cultura segnata dal relativismo, ci ricorda che la verità ha un volto: quello di Cristo”.

La giornata si è chiusa con un ringraziamento a relatori e partecipanti, tra cui il prof. Ferdinando Fodaro e il prof. Lothar Vogel, decano della Facoltà Valdese di Teologia, per aver contribuito a costruire un vero “laboratorio di amicizia teologica” – un luogo dove lo studio, la fede e il dialogo si incontrano nel segno dell’unità dei cristiani.

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