Il momento difficile del Catanzaro si riassume in una classifica che si fa un po’ complicata a causa delle ultime due sconfitte consecutive contro Monza e Padova, dopo i sei pareggi consecutivi di inizio stagione.
Ma aldilà dei risultati, che fanno e come la differenza, ciò che preoccupa è il gioco della squadra di Aquilani che latita nel venir fuori e la mancanza di carattere, alias cattiveria agonistica nel raggiungere con le unghie e con i denti il risultato. E allora in questa situazione, come già accaduto in passato, a chi appellarsi se non al capitano Pietro Iemmello, che da ben quattro stagioni a questa parte trascina la barca Catanzaro in acque tranquille e serene.
Il figlio di questa città, l’Illustrissimo che fa sognare, leader indiscusso della squadra che ha contribuito a riportare alla ribalta del calcio nazionale è chiamato ad un’altra impresa, quella di tirar fuori il Catanzaro dalle sabbie mobili di inizio stagione e riportare in pronto la barca di Aquilani prima che affondi fino a dover cambiare rotta.
Ci sono ancora tutti i presupposti e le speranze per tirar fuori il meglio da questa prima di stagione, la “cazzimma” giusta per fare un grande risultato già col Palermo e le motivazioni più alte partono senza dubbio da Iemmello, che questa maglia ce l’ha cucita addosso come gli ultras giallorossi e la tifoseria sana di questa città.
Il rigore fallito? Acqua passata. Il rigore lo sbaglia chi ha il coraggio di tirarli, e quel coraggio a Pietro non è mai mancato. Quella voglia di prendersi la responsabilità del Catanzaro sulle spalle e di rispondere sul campo a chi, ancora, si permette di dire A o B di un calciatore straordinario che ha fatto e sta facendo la storia di questo club.
E ancora oggi ci ritroviamo qui a chiedere al Re di tirar fuori dal cilindro qualche perla preziosa e dare inizio alla riscossa, come lo scorso anno a Bari, e ad una stagione da protagonisti che è ancora possibile.