La panchina di Davide Possanzini traballa pericolosamente dopo la beffarda sconfitta patita dal Mantova al San Nicola di Bari. Il tecnico marchigiano, autore della storica promozione in Serie B e della salvezza dello scorso anno, si trova ora di fronte al bivio più delicato della sua avventura virgiliana: mercoledì 29 ottobre alle 20:30, nella sfida infrasettimanale allo stadio Danilo Martelli contro il Catanzaro, potrebbe giocarsi definitivamente il futuro sulla panchina biancobandata.
La situazione in casa Mantova è precipitata dopo l’1-0 incassato contro il Bari domenica scorsa, nona giornata che ha certificato l’ultimo posto in classifica con soli 5 punti raccolti in nove partite. Un bilancio drammatico per una squadra che aveva legittimamente l’ambizione di consolidare la permanenza in cadetteria dopo la straordinaria cavalcata della scorsa stagione. La dirigenza del presidente Filippo Piccoli e del direttore sportivo Christian Botturi sta valutando attentamente la posizione del tecnico di Loreto, con riflessioni in corso che potrebbero portare a una svolta immediata o a un’ultima chance proprio contro i giallorossi calabresi.
Il nome di Corini come alternativa
Secondo quanto riportato nelle ultime ore da fonti autorevoli, nel caso in cui si procedesse con l’esonero di Possanzini, il nome in cima alla lista della dirigenza mantovana sarebbe quello di Eugenio Corini. L’allenatore bresciano, attualmente senza panchina dopo la breve esperienza alla Cremonese della scorsa stagione (cinque partite con 7 punti prima dell’esonero a novembre 2024), rappresenterebbe il profilo ideale per tentare di salvare una stagione già compromessa. Corini, classe 1970 con una lunga esperienza in Serie B tra Palermo, Lecce e altre piazze prestigiose, era già stato accostato alla panchina del Monza nelle scorse settimane, segno che il suo nome circola con insistenza nell’ambiente cadetto.
Tuttavia, considerati i tempi ristretti, appare probabile che a Possanzini venga concessa un’ultima opportunità proprio mercoledì sera contro gli uomini di Alberto Aquilani. La trasferta di Mantova rappresenta per il Catanzaro, attualmente quindicesimo con 9 punti e reduce dalla vittoria interna contro il Palermo, un’occasione importante per dare continuità e conquistare i primi tre punti esterni della stagione.
Un campionato da incubo per i virgiliani
La crisi del Mantova affonda le radici in un avvio di stagione catastrofico che ha visto la squadra racimolare appena una vittoria (contro il Pescara alla prima giornata) e collezionare ben sei sconfitte, alcune delle quali particolarmente pesanti come il clamoroso 1-5 casalingo contro il Frosinone a fine settembre. La difesa ha incassato 15 gol in nove partite, mentre l’attacco ha prodotto solo 6 reti, numeri impietosi che certificano le difficoltà su entrambe le fasi di gioco.
Già a fine settembre, dopo il poker subito dai ciociari, la posizione di Possanzini era finita sotto la lente d’ingrandimento. In quella circostanza, il presidente Piccoli aveva parlato di necessità di “prendere decisioni importanti” per smuovere la situazione, salvo poi confermare la fiducia all’allenatore almeno fino alla doppia trasferta campana contro Juve Stabia e Avellino, entrambe perse. La società aveva anche optato per un ritiro in Campania, nel tentativo di ricompattare il gruppo e ritrovare quella coesione che aveva caratterizzato le due precedenti stagioni sotto la guida di Possanzini.
Un precedente ostico per il Catanzaro
Per il Catanzaro, la trasferta di Mantova rappresenta storicamente un tabù da sfatare. I precedenti in terra lombarda non sorridono ai giallorossi calabresi: su 11 gare disputate in casa dei virgiliani, le Aquile hanno ottenuto solo 2 vittorie, l’ultima delle quali risalente addirittura al 29 maggio 1960, con 6 sconfitte e 3 pareggi, compreso lo 0-0 dell’ultima giornata dello scorso campionato che consegnò la matematica salvezza proprio al Mantova. Un bilancio di 7 reti realizzate e ben 21 subite che rende il Danilo Martelli uno dei campi più ostici per i calabresi.
Eppure, l’occasione per invertire la rotta appare propizia. Il Catanzaro di Aquilani sta costruendo la propria stagione sulla solidità difensiva (9 gol subiti in nove partite, miglior difesa tra le squadre della parte destra della classifica), anche se l’attacco fatica a incidere con soli 8 gol realizzati. I sei pareggi collezionati fino a questo momento testimoniano l’equilibrio raggiunto dai giallorossi, ma anche la necessità di trovare maggiore incisività in fase offensiva per agganciare la zona playoff.
La pressione dell’ultima spiaggia
Per Possanzini, mercoledì sera potrebbe davvero rappresentare l’ultima spiaggia. Il tecnico marchigiano, che aveva dimostrato grande personalità nel confermare pubblicamente di sentire la fiducia della società pur ammettendo che “se le cose andassero male, non potrei restare seduto qui”, sa di avere le spalle al muro. La dirigenza mantovana ha sempre dimostrato grande rispetto nei confronti dell’allenatore che ha riportato il club in Serie B dopo 14 anni di assenza, ma i risultati sul campo parlano un linguaggio inequivocabile e il distacco dalla zona salvezza, già di cinque punti dopo sole nove giornate, rischia di diventare incolmabile se la situazione non dovesse cambiare rapidamente.
Dall’altra parte, il Catanzaro cercherà di sfruttare il momento di difficoltà degli avversari per conquistare quella vittoria esterna che manca dall’inizio della stagione. La sfida infrasettimanale si preannuncia quindi decisiva per entrambe le squadre, con in palio non solo tre punti fondamentali, ma anche il futuro di una panchina che sembra essere appesa a un filo sempre più sottile. Il fischio d’inizio mercoledì sera alle 20:30 potrebbe segnare un punto di svolta nella stagione di entrambe le formazioni, con il Mantova chiamato a una disperata reazione d’orgoglio e il Catanzaro determinato a proseguire il proprio cammino verso obiettivi più ambiziosi.
