Si è tenuta oggi, mercoledì 3 dicembre 2025, alle ore 10:00, presso l’Aula Magna “Beato Francesco Mottola” dell’Istituto Teologico Calabro “San Francesco di Paola”, la prolusione inaugurale del nuovo anno accademico della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.

Tema dell’incontro: “Fine vita. Riflessione teologico-pastorale”, affidato alla relazione di S.E.R. Mons. Ignazio Sanna.
L’evento ha ufficialmente aperto l’anno accademico 2025-2026, seguendo un programma scandito da momenti istituzionali e interventi delle principali autorità ecclesiastiche del territorio e dell’area teologica meridionale.
Il programma dell’incontro
L’appuntamento si è aperto con la preghiera iniziale di S.E.R. Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace e Vicepresidente della Conferenza Episcopale Calabra (CEC).
A seguire, i saluti introduttivi di:
- S.E.R. Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace e Vicepresidente della CEC
- S.E.R. Mons. Fortunato Morrone, Presidente della CEC
- S.E.R. Mons. Serafino Parisi, moderatore dell’Istituto Teologico Calabro
- Rev.do Francesco Asti, Preside della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale
- Rev.do Mario Spinocchio, Rettore del Pontificio Seminario Teologico Regionale “San Pio X” di Catanzaro
- Rev.do Michele Munno, Direttore dell’Istituto Teologico Calabro
Successivamente ha preso la parola S.E.R. Mons. Ignazio Sanna, protagonista della lectio magistralis dedicata al tema del fine vita, affrontato in una prospettiva teologica e pastorale.
Un momento centrale per la comunità accademica
Con la prolusione del 3 dicembre, l’Istituto Teologico Calabro ha inaugurato ufficialmente un nuovo anno di studi, ricerca e formazione teologica, confermando il proprio ruolo centrale nel panorama ecclesiale e culturale della Calabria e dell’Italia meridionale.


Relazione in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2025-2026
Eccellenze,
chiarissimo Preside,
reverendo Rettore,
stimati Docenti,
cari Studenti,
gentili Ospiti,
vi porgo il più cordiale saluto all’inizio del nuovo anno accademico.
Lo faccio con profonda gratitudine e con la consapevolezza di vivere un momento significativo non solo per la nostra comunità accademica, ma per l’intera Chiesa calabrese.
1. Un passaggio storico per la teologia calabrese
L’anno accademico, che oggi inauguriamo ufficialmente, è il primo in cui il nostro Istituto Teologico opera nella nuova configurazione voluta dalla Conferenza Episcopale Calabra. Particolare gratitudine, perciò, va ai Vescovi delle Chiese che sono in Calabria, i quali hanno profeticamente avviato il processo di rinnovamento di questa Istituzione Accademica. Grazie a Loro anche per la corale e significativa presenza quest’oggi!
Il processo di riqualificazione è stato supportato dalla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – a cui esprimiamo il ringraziamento nella persona del Preside, Prof. Francesco Asti – e ha trovato felice esito nel decreto con cui il Dicastero per la Cultura e l’Educazione ha canonicamente eretto il nuovo Istituto Teologico Calabro, sotto il titolo di “San Francesco di Paola”, lo scorso 22 febbraio, approvandone contestualmente gli statuti e aggregandolo alla PFTIM.
La riqualificazione, frutto di un processo lungimirante, ha dato vita a un polo teologico unitario, capace di offrire maggiore coerenza formativa, rigore scientifico e una più chiara identità ecclesiale.
Non si tratta semplicemente della fusione di esperienze precedenti, ma di un vero e proprio “salto di qualità”, un nuovo paradigma con cui la Chiesa in Calabria assume con responsabilità e dignità il compito della formazione teologica dei presbiteri e degli operatori pastorali, in sintonia con le esigenze della Chiesa universale e del Magistero dei Pastori.
In questo processo ha svolto un compito significativo S. E. Mons. Ignazio Sanna, già Presidente della Pontificia Accademia di Teologia e figura di primo piano nella riflessione teologica contemporanea. Egli, infatti, ha incoraggiato, accompagnato e sostenuto i Vescovi nel progetto di riqualificazione, costituendo per tutti un autorevole punto di riferimento. La sua presenza oggi non è meramente formale: da una parte offre l’opportunità ai Pastori e alla Comunità Accademica di esprimergli la propria riconoscenza; dall’altra, è per tutti un segno di incoraggiamento a vivere la ricerca teologica così come l’ha sempre intesa e vissuta lui, ovvero come vera e propria vocazione e responsabilità ecclesiale.
Una doverosa parola carica di affetto riconoscente sento di rivolgerla all’equipe educativa del Seminario Teologico Regionale, che ci ospita in quest’Aula Magna, nella persona del Rettore, don Mario Spinocchio. L’intensa e rispettosa collaborazione tra le nostre due Istituzioni che ha segnato gli inizi del nuovo Istituto Teologico, in un clima sereno di autentica amicizia, possa crescere ed essere sempre più feconda e i prodromi segnati dall’unificazione degli studi teologici raggiungano il coronamento nel rinnovato Seminario Maggiore, per una formazione sempre più integrata e integrale dei futuri presbiteri della Calabria.
2. Identità e missione dell’Istituto
Nomen est omen: il nuovo Istituto Teologico porta il nome di San Francesco di Paola, figura emblematica della nostra terra, uomo radicalmente evangelico, contemplativo e al tempo stesso profondamente inserito nella storia, capace di parlare al popolo e di orientare i potenti; testimone di un’umiltà operosa, sempre attenta ai più fragili e alle diverse forme di povertà.
Il suo esempio ci ricorda che la teologia non è un esercizio astratto di erudizione, ma è innanzitutto “adorazione del Dio Vivente”. In tal senso, Papa Leone XIV, rivolgendosi recentemente ai membri della Commissione Teologica Internazionale, ha sottolineato che lo studio teologico «è sempre connesso alla preghiera e all’esperienza spirituale, condizioni indispensabili per coltivare l’intelligenza della Rivelazione. Solo in una vita conforme al Vangelo, infatti, si realizza l’adesione alla divina verità che professiamo, rendendo credibile la nostra testimonianza e la missione della Chiesa».
Il Santo paolano, dunque, ci invita a una ricerca teologica che non sia pura speculazione, ma vera e propria “esperienza spirituale” che diventa intelligenza del Vangelo nella concretezza della vita delle nostre comunità.
3. Attuale contesto culturale ed ecclesiale
L’Istituto Teologico è chiamato a mostrare la bellezza razionale e relazionale della fede, vera e propria “intelligenza della speranza”.
In un tempo segnato da rapide trasformazioni – mutamenti antropologici, cultura digitale, intelligenza artificiale, fragilità educative, ricerca di senso spesso confusa – a cui si aggiungono le sfide tipiche del nostro Sud Italia – dispersione giovanile, emigrazione, ‘ndrangheta, desertificazione delle aree interne, fatica delle comunità di rinnovarsi – la teologia può e deve esercitare il proprio peculiare servizio, senza temere la complessità e aprendosi al dialogo con le altre scienze e con gli altri poli culturali.
L’Istituto Teologico è chiamato a essere un luogo in cui fede e cultura si incontrano, offrendo un contributo significativo alle nuove generazioni perché siano capaci di annunciare, con competenza e discernimento, la Buona Notizia del Vangelo, che è Gesù Cristo. Ciò deve avvenire – come ricorda Veritatis gaudium – in un costante «dialogo inter- e trans-disciplinare con i diversi saperi e competenze, favorendo la “collocazione e fermentazione di tutti i saperi entro lo spazio di Luce e di Vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di Dio» (VG, 4c).
4. Prospettive per il nuovo anno
Il nuovo anno accademico si apre con la consolidazione di alcuni obiettivi, che vorrei rapidamente richiamare:
- l’inizio ordinato dei corsi istituzionali e delle licenze specializzate: con forza, dopo aver riavviato nello scorso anno accademico il biennio di specializzazione in teologia dell’evangelizzazione, in questo anno accademico – pur nella fatica dei ricominciamenti – abbiamo sentito l’urgenza di riavviare l’indirizzo epistemologico del biennio di specializzazione in teologia morale sociale;
- una qualificata componente di docenti: 13 docenti stabili, 18 docenti incaricati, 5 assistenti e 4 invitati;
- un significativo numero di studenti: in totale 147 iscritti, di cui 110 al primo ciclo e 37 al secondo ciclo;
- la ripresa, dopo la messa in pari delle annate arretrate, della Rivista semestrale di scienze teologiche Vivarium;
- l’avvio di una nuova Collana scientifica;
- lo sviluppo della biblioteca e delle risorse digitali, il rifacimento progressivo del sito internet e l’adesione alla piattaforma DISCITE;
- l’impegno costante a costruire una vera “comunità accademica”, in cui la ricerca personale si integri con il cammino condiviso.
Tutto questo implica ulteriore serietà, competenza, responsabilità e soprattutto passione ecclesiale.
In questa prospettiva, mi sembra utile richiamare quelle dimensioni peculiari della formazione teologica, evidenziate da Papa Leone XIV nel suo recente intervento alla Pontificia Università Lateranense, perché tengano desta, nella coscienza di tutti, la necessità di continuare a investire sul nostro nuovo Istituto Teologico:
- La prima: «al centro della formazione devono esserci la reciprocità e la fraternità. Oggi, (…) si punta alla promozione di sé stessi, si alimenta il primato dell’io e si fatica a fare cooperazione, (…) si scambia il servizio di responsabilità con una leadership solitaria e, alla fine, si moltiplicano le incomprensioni e i conflitti. La formazione accademica ci aiuta a uscire dall’autoreferenzialità e promuove una cultura della reciprocità, dell’alterità, del dialogo».
- La seconda: «la scientificità, da promuovere, da difendere e da sviluppare. L’indagine scientifica e la fatica della ricerca sono necessarie. (…). Questo esige (…) docenti preparati, posti nelle condizioni – pastorali, giuridiche ed economiche – di dedicarsi alla vita accademica e alla ricerca; (richiede) che gli studenti siano motivati ed entusiasti, disposti allo studio rigoroso».
- La terza: «è quella del bene comune. Il fine del processo educativo e accademico, infatti, dev’essere (quello di) formare persone che, nella logica della gratuità e nella passione per la verità e la giustizia, possano essere costruttori di un mondo nuovo, solidale e fraterno».
L’ITC può e «deve diffondere questa cultura, diventando segno ed espressione di questo mondo nuovo e della ricerca del bene comune».
5. Agli studenti
Cari studenti, avviandomi alla conclusione, desidero rivolgere a voi un invito particolare: vivete la ricerca teologica come un dono, non come un obbligo; come un atto di amore al Signore e alla sua Chiesa. Lo studio, se vissuto con umiltà e disciplina, forma non solo la mente, ma il cuore; educa alla pazienza, al discernimento, alla profondità.
Papa Leone, nel già citato intervento all’Università Lateranense, ha affermato che «si riscontra a volte l’idea che la ricerca e lo studio non servano ai fini della vita reale, che ciò che conta nella Chiesa sia la pratica pastorale più che la preparazione teologica, biblica o giuridica. Il rischio è quello di scivolare nella tentazione di semplificare le questioni complesse per evitare la fatica del pensiero, col pericolo che, anche nell’agire pastorale e nei suoi linguaggi, si scada nella banalità, nell’approssimazione o nella rigidità».
Perciò, non accontentatevi della superficie!
La Chiesa, soprattutto al Sud e in Calabria, ha bisogno di uomini e donne capaci di pensiero, di ascolto, di dialogo; capaci di una fede adulta, che sappia “rendere ragione della speranza”.
6. Conclusione
Affidiamo questo nuovo anno accademico all’intercessione di San Francesco di Paola: il suo stile sobrio, forte e profetico accompagni il nostro lavoro perché la ricerca teologica, che coltiviamo, sia sempre più al servizio della verità, della comunione e della crescita integrale del nostro popolo.
A tutti auguro un nuovo anno accademico fecondo, sereno e ricco di autentica carità intellettuale!
Grazie.
Prof. Michele Munno
