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mercoledì 27 Agosto 2025

Monteverdi: “Antonella Oriolo, talento luminoso troppo presto spento”

Il cordoglio dell’assessora Monteverdi: “Una perdita immensa per la cultura, una voce autentica e coraggiosa della nostra città”


Un silenzio improvviso, profondo, ha avvolto la comunità artistica e culturale di Catanzaro. Antonella Oriolo, stimata artista catanzarese, è scomparsa all’età di 53 anni lasciando un vuoto difficile da colmare. La sua arte, fatta di sensibilità, consapevolezza e coraggio, aveva saputo parlare a intere generazioni, toccando corde intime e universali, spesso con uno sguardo critico e lucido sulla condizione femminile e sulla società contemporanea.

A ricordarla, con parole colme di affetto e riconoscenza, è stata l’assessora alla Cultura del Comune di Catanzaro, Donatella Monteverdi: “Il suo talento era evidente, se si pensa alla cospicua produzione artistica, racchiusa in un tempo relativamente breve, e soprattutto alla sua qualità. Antonella Oriolo ci ha lasciati a soli cinquantatré anni e questo rende ancora più dolorosa la sua scomparsa: Catanzaro perde un’artista sensibile, attenta alla condizione femminile, e che tanto ancora avrebbe potuto dare a una comunità che ha bisogno di messaggi non solo positivi ma che aiutino anche a riflettere sulla condizione umana”.

Un talento raro al servizio dell’arte e dell’impegno

Antonella Oriolo non era solo un’artista nel senso tradizionale del termine: era una donna che usava il linguaggio visivo per esplorare i nodi più complessi della contemporaneità. Le sue opere, esposte in diverse rassegne locali e nazionali, erano testimonianza di una ricerca instancabile che mescolava tecnica, introspezione e denuncia sociale. La condizione della donna, la fragilità dell’essere umano, l’ambivalenza delle emozioni: tutto entrava nel suo universo creativo con la forza della verità e il pudore del rispetto.

Chi l’ha conosciuta ricorda il suo modo diretto ma sempre delicato di porsi, la disponibilità al dialogo e soprattutto la coerenza tra ciò che rappresentava artisticamente e ciò che era nella vita quotidiana. Antonella era, prima di tutto, una testimone.

Una voce libera, mai convenzionale

Nel corso degli anni, Antonella Oriolo si era distinta anche per la capacità di utilizzare l’arte come strumento per accendere dibattiti e costruire spazi di riflessione. La sua partecipazione attiva a progetti culturali e sociali, in particolare quelli dedicati alla valorizzazione della figura femminile e alla lotta contro ogni forma di violenza e discriminazione, ne avevano fatto una figura di riferimento nel panorama catanzarese.

Non era raro trovarla tra i banchi di una scuola, nei laboratori con i più giovani, nei collettivi artistici o nei centri sociali. Per lei l’arte non era mai stata elitaria, ma un linguaggio accessibile e potente per avvicinare le persone alla bellezza e alla consapevolezza.

Il dolore di una città che perde una guida

La scomparsa di Antonella Oriolo arriva come un fulmine in un cielo già carico di tensioni e fragilità. In un momento storico in cui il mondo culturale ha bisogno di voci coraggiose, lucide e non omologate, il suo addio rappresenta una perdita dal peso specifico enorme. Non solo per il valore artistico della sua opera, ma per il contributo umano che ha saputo dare a Catanzaro e alla Calabria intera.

Le istituzioni, i colleghi artisti, gli amici e chiunque abbia incrociato il suo cammino non possono che unirsi nel cordoglio. Ma a emergere forte, in queste ore, è anche la volontà di custodire e trasmettere il suo messaggio. La sua eredità, infatti, è viva: nei quadri, nelle installazioni, nelle performance, ma anche nei sorrisi delle persone che ha saputo ispirare.

La storia di Antonella Oriolo ci lascia una lezione preziosa. In un’epoca in cui troppo spesso l’arte è relegata a ruolo decorativo o commerciale, lei ci ha ricordato che può e deve essere anche coscienza, grido, rifugio e ponte. La sua è stata una battaglia culturale combattuta con strumenti gentili, ma con uno spirito indomabile.

Sarebbe riduttivo chiudere il suo ricordo in un solo articolo. È giusto, invece, pensare già da ora a come renderle omaggio: con una mostra, una rassegna, un premio a suo nome, o magari con un’aula, uno spazio, un luogo vivo e aperto alle nuove generazioni. Qualcosa che continui a raccontare chi era Antonella Oriolo e perché la sua voce è destinata a restare, anche se oggi si è fatta silenzio.

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