Nel giorno del dolore, il calcio calabrese si scopre una sola comunità. La scomparsa di Padre Fedele Bisceglia – frate francescano, volto popolare della beneficenza e storico tifoso del Cosenza Calcio – ha acceso una commozione che supera colori e confini. A stringersi attorno alla famiglia francescana, ai volontari dell’Oasi Francescana e al mondo rossoblù è anche l’US Catanzaro 1929, che per voce del presidente Floriano Noto ha voluto manifestare pubblicamente la propria vicinanza: “US Catanzaro 1929 e il presidente Floriano Noto esprimono il proprio cordoglio per la scomparsa di Padre Fedele Bisceglia, storico tifoso del Cosenza Calcio e uomo di fede che ha dedicato la sua vita alle persone più bisognose, operando nella ‘sua’ Oasi francescana. Alla comunità rossoblù, ai familiari e a quanti gli hanno voluto bene, giungano le più sentite condoglianze da parte di tutto il club giallorosso”.
Un frate che parlava alla gente: fede, popolo e pallone
Per generazioni di calabresi, Padre Fedele ha rappresentato un linguaggio semplice e diretto, capace di tenere insieme l’impegno verso gli ultimi e la passione, genuina, per il pallone. Dalla predicazione ai gesti concreti, dall’assistenza ai senza dimora ai pasti caldi offerti nella sua Oasi, la sua è stata una declinazione quotidiana della carità. Nel calcio, il frate era divenuto simbolo di un tifo schietto e popolare: l’immagine dell’abito marrone accanto a sciarpe e bandiere al “San Vito–Marulla” raccontava un modo antico e autentico di vivere la partita, come occasione di comunità e appartenenza. Anche per questo, la sua morte provoca un sentimento che va oltre la sfera religiosa, investendo il costume e l’identità di un territorio.
Il rispetto che supera la rivalità
Catanzaro e Cosenza hanno costruito negli anni una rivalità intensa, il derby di Calabria che accende piazze e curve. Ma la notizia della scomparsa di Padre Fedele ha ricomposto, per un istante, ogni contrapposizione. Il messaggio del club giallorosso – netto, sobrio, carico di umanità – testimonia come lo sport sappia farsi luogo di rispetto reciproco quando la vita chiama all’unità. In questo passaggio, l’US Catanzaro 1929 ha scelto il profilo delle grandi società, affidando il cordoglio a parole misurate e universali: la figura del frate è riconosciuta prima di tutto come quella di un “uomo di fede che ha dedicato la vita ai più bisognosi”, una definizione che restituisce l’essenza di un percorso personale e collettivo.
La preghiera di Don Lino Tiriolo e l’abbraccio al Cosenza
Il sentimento di vicinanza del mondo giallorosso si è tradotto anche in un gesto concreto di fraternità cristiana. Don Lino Tiriolo, padre spirituale dell’US Catanzaro, ha voluto presentare personalmente le condoglianze al Cosenza Calcio e alla comunità coinvolta nel lutto, celebrando una Santa Messa in suffragio per l’anima di Padre Fedele. Un’iniziativa che suggella il tratto più vero della tradizione sportiva calabrese: competere sul campo, ma stringersi senza esitazioni davanti al dolore, riconoscendo in chi se ne va la traccia di un bene condiviso.
L’eredità
Resteranno le storie, le battute, i cori, ma soprattutto resterà l’esempio di un religioso che ha cercato Cristo nei volti dei più fragili e che nel calcio ha trovato un megafono popolare per parlare alla sua gente. Nel silenzio che segue l’ultimo saluto, Catanzaro e Cosenza – insieme – accompagnano Padre Fedele Bisceglia con una preghiera e con un impegno: trasformare la passione di tutti i giorni in attenzione concreta verso chi ha più bisogno. È la partita più importante, quella che Padre Fedele ha giocato per una vita.