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martedì 23 Settembre 2025

Floriano Noto cittadino onorario di Albi: la comunità celebra il presidente del Catanzaro

La scena è di quelle che restano. Piazza Giuditta Levato, ore 18:00 di giovedì 11 settembre 2025: maglie giallorosse, fascia tricolore in prima fila, applausi che partono a ondate. Sul palco, il sindaco consegna la pergamena e una maglia speciale – nome “ALBI”, numero 1 – a Floriano Noto, imprenditore di casa e presidente dell’US Catanzaro 1929. Non è solo una cerimonia: è un abbraccio del suo borgo d’origine a chi, in questi anni, ha restituito orgoglio e visibilità alla Calabria del pallone. Il Comune l’ha scritto chiaro nelle motivazioni: un «riconoscimento sentito da parte dell’intera comunità». Tradotto: qui Noto non è soltanto un presidente, è uno di famiglia.

Un titolo che profuma di casa

Chi conosce Albi sa che certe cose passano prima dagli sguardi e poi dai discorsi. C’era il profumo della resina dei pini che bordano la piazza, c’era una comunità raccolta intorno a uno dei suoi figli più noti, c’erano le storie di una vita che tornavano a incrociarsi con quelle del club più amato. Noto ascolta, sorride, stringe mani. La maglia giallorossa con la scritta “ALBI” è un simbolo semplice e potente: il calcio come lingua comune, la squadra come vetrina della terra. Una scelta che non nasce da un vezzo, ma da una convinzione: riconoscere chi ha dato e continua a dare – in campo e fuori – un’immagine seria e ambiziosa della Calabria.

L’onorificenza, per chi mastica di pallone, è il modo con cui un paese dice “grazie” a chi non ha mai perso il filo con le proprie radici. Perché il Catanzaro degli ultimi anni non è solo risultati, ma anche valori: identità, appartenenza, rispetto delle regole. Tutte parole che ieri sera, tra uno scroscio di applausi e una risata liberatoria, si sono trasformate in un sentimento unico: orgoglio.

L’abbraccio del territorio e il ritorno del senso di appartenenza

In platea si vedevano volti di ogni età: ragazzi con la maglia giallorossa, anziani, famiglie intere. Qualcuno mostra foto di trasferta, altri raccontano la prima volta al Ceravolo. In mezzo a loro, il presidente che ha rimesso il Catanzaro al centro della mappa sportiva nazionale, ma soprattutto ha riportato gente allo stadio. Quel “modello Catanzaro” fatto di serietà amministrativa, investimenti ragionati, cura dell’immagine e attenzione al settore giovanile parla anche linguaggi non scritti: vicinanzapresenzarispetto dei ruoli. La cittadinanza onoraria certifica proprio questo: il legame tra club e comunità, tra azienda sportiva e territorio, tra una storia iniziata da ragazzi e diventata progetto di lungo corso.

Al netto delle foto e delle strette di mano, resta il significato. Un Comune che conferisce la cittadinanza onoraria al presidente del club del capoluogo manda un messaggio semplice e dritto: lo sport, se gestito con serietà, diventa infrastruttura sociale. Tiene insieme generazioni, attira attenzione positiva, educa al senso del limite e della partecipazione. Non è un caso che il riconoscimento arrivi in un momento in cui la squadra si rimette in moto dopo la sosta, con una città che aspetta il fischio d’inizio e una provincia che nel Catanzaro rivede la propria bandiera.

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