... ...
domenica 8 Settembre 2024

Amarcord – Catanzaro-Juventus 1-0: 51 anni fa come oggi la grande impresa

Condividi

Ogni volta che si parla delle grandi partite dei giallorossi, tanti ricordi si fanno largo nella nostra mente, d’un tratto: è evidente che c’è l’imbarazzo della scelta sugli aneddoti da raccontare, soprattutto inerenti alla Serie A o alla Coppa Italia “maggiore”, che tante soddisfazioni hanno dato ai giallorossi, con risultati epici. Siamo però quasi a fine gennaio e la memoria inevitabilmente torna a quel 30 gennaio 1972 e la partita non può essere che una sola: Catanzaro-Juventus, 1-0. Di quella gara ormai “tutti sanno tutto”, anche quelli che non c’erano; tuttavia, esiste sempre qualche dettaglio in più da ricercare e da riportare. Era la prima giornata del girone di ritorno (a Torino era finita 4-2 per i bianconeri) e il Catanzaro aspettava ancora la prima vittoria, dopo un girone d’andata concluso con nove pareggi e sei sconfitte. Alcuni di questi pareggi in quella classifica “valevano il doppio”, perché conquistati contro grandi squadre, come l’ottimo 0-0 dell’ultima di andata, il 23 gennaio in casa contro il Milan che, al pari della Juventus, lottava punto a punto per lo scudetto (e così fu fino alla fine). Giocata sotto una pioggia battente, Catanzaro-Milan fu una partita “maschia” –  ben diretta peraltro dal signor Aurelio Angonese di Mestre, arbitro internazionale che diresse anche la finale per il terzo e quarto posto dei Mondiali in Germania del 1974, Polonia-Brasile 1-0 – ma con occasioni clamorose soprattutto per il Catanzaro. Il vecchio portiere milanista, Fabio Cudicini, dovette far ricorso a tutta la sua bravura, con almeno tre interventi strepitosi che, sommati all’imprecisione degli avanti giallorossi in un altro paio di occasioni, impedirono al Catanzaro di conquistare una vittoria meritata. Ma le premesse per un’altra grande prestazione c’erano proprio contro la Juventus e, sebbene il pronostico fosse nettamente a favore dei bianconeri, i grandi inviati dei giornali del Nord tenevano le orecchie tese e avvertivano la “Vecchia Signora” nei giorni precedenti a non sottovalutare le Aquile. E fu il caso per esempio di Giovanni Arpino, firma di punta del quotidiano “La Stampa” di Torino, il quale avvertì chiaramente l’ambiente bianconero: “Sarà una battaglia cruenta, perché il Catanzaro non ha mai vinto, vuole punti, vuole ben figurare”. E ancora: “Dovranno fare i conti con una squadra che il suo pubblico rende di brace”. E così fu. A scanso di equivoci, occorre una doverosa precisazione: la partita non fu “spettacolare”, tutt’altro. Furono due i rigori non concessi dall’arbitro Paolo Toselli di Cormons (uno a testa) e, a parte un’occasione per la Juventus fallita da Fabio Capello nella ripresa, poco si vide in campo fino a sei minuti dalla conclusione, quando, sul calcio d’angolo di Braca, i due bianconeri Furino e Salvadore andarono in bambola totale ed Angelo Mammìda Reggio Calabria segnò in tuffo. Nella corsa a perdifiato di Mammì con la maglia infangata su cui non si leggeva più il numero e nel tifoso che fece irruzione nella cabina di Enrico Ameri, interrompendo la radiocronaca per gridare al gol, ci sarà per anni non solo il riscatto di una città, ma di un’intera regione. A fine gara l’allenatore giallorosso Gianni Seghedoni, al microfono di Emanuele Giacoia alla “Domenica Sportiva” descriverà tatticamente quella strepitosa vittoria: “È stata una partita molto bella, combattuta su un campo reso impossibile da venti giorni di acquazzoni continui. Causio secondo me è uno dei più forti giocatori in Italia, ma quando è costretto a rincorrere l’avversario perde di lucidità e così è stato. Queste sono le vittorie più belle, perché sono le più sofferte. Comunque oggi abbiamo vinto facendo un bel gol noi, perché la Juventus non ci ha regalato niente”. Tutto il resto è storia.

Leggi altro

Ultimi contenuti