Il tecnico giallorosso Alberto Aquilani esce provato dalla sala stampa del “Ceravolo” dopo la sconfitta contro il Padova, ma tiene a ribadire con fermezza la propria posizione: “Mi sento in discussione non da oggi, ma da ieri, dalla partita precedente e da quella ancora prima. Questo fa parte del mio lavoro e sono il responsabile”. Parole che fotografano un momento critico per il Catanzaro, ancora a secco di vittorie dopo otto giornate e fermo a quota sei punti in classifica, frutto di sei pareggi e due sconfitte. La sconfitta casalinga contro i veneti, decisa dal gol di Perrotta al 32′ e dal rigore parato da Fortin a Iemmello, ha ulteriormente complicato una situazione già delicata, scatenando fischi e contestazione da parte del pubblico.
La difesa dei suoi giocatori
Nonostante le difficoltà evidenti e i risultati che non arrivano, Aquilani tiene a difendere l’impegno della squadra: “A livello di impegno, a livello di quello che danno i ragazzi, posso dir poco perché secondo me si impegnano. Però se mi parli di calcio, probabilmente ci manca qualcosa, probabilmente siamo un po’ fragili”. Il tecnico romano respinge con decisione le accuse di una squadra senza anima: “Non sono d’accordo, io vedo impegno, vedo reazione, vedo che ci provano. Da questo punto di vista, da sopra oggi l’ho vista con dei limiti importanti, ma quello io l’ho visto. Secondo me non manca l’anima a questi giocatori, perché con dei limiti i ragazzi stanno dando il massimo”.
Aquilani analizza poi la partita con lucidità, ammettendo le lacune mostrate dalla sua squadra: “Dispiace perché sembra sempre che sia il momento giusto per dare una svolta, per cambiare un po’ le sorti del cammino e purtroppo non ci stiamo riuscendo. Avevamo anche iniziato bene, poi alla prima mezza occasione per un errore nostro individuale ci sgroliamo un po’. Dopo il gol subito c’è sempre questa reazione disordinata”. Il tecnico sottolinea come nel secondo tempo ci fossero i presupposti per pareggiarla, ma è mancato “un po’ di ordine, un po’ di qualità”. Una diagnosi che evidenzia problemi strutturali più che di atteggiamento, aspetto su cui l’allenatore insiste con forza.
Le scelte di formazione
La decisione di riproporre lo stesso undici visto a Monza ha sollevato interrogativi, ma Aquilani spiega il suo ragionamento: “Ho confermato la formazione perché credo che a Monza abbiamo fatto una buona partita, soprattutto per un’ora abbiamo fatto una buona partita. Vedevo un progresso soprattutto quando avevamo la palla noi, quando ce l’avevano loro vedevo che era una squadra che riusciva a non prendere contropiedi, vedevo una squadra che stava lavorando, che stava crescendo e mancava il risultato”. Per questo motivo ha riproposto quella formazione, nella speranza che arrivasse finalmente la prima vittoria stagionale.
Sul tema dei giocatori poco utilizzati come Liberali, Buglio e Buso, il tecnico mostra insofferenza: “Non entro più in questo argomento, dico la verità. Non entro perché già l’ho detto, già l’ho ripetuto. Ti ho risposto dicendoti perché ho fatto giocare quella squadra, quindi se io voglio far giocare quella squadra quei giocatori non avevano giocato l’altra partita”. Aquilani difende le sue scelte tattiche spiegando che dopo aver inserito più punte o esterni offensivi “fai più fatica a farli entrare perché ce ne stanno già tanti offensivi. Io non chiudo la porta a nessuno, già ve l’ho detto, già mi sono espresso. Secondo me qui siamo più o meno tutti sullo stesso livello, che è un livello sicuramente non sufficiente e dobbiamo alzarlo”.
Il confronto mancato con la società
Alla domanda sul colloquio post-partita con il direttore sportivo Polito e su eventuali rassicurazioni ricevute, Aquilani è stato lapidario: “No, non l’ho visto, non mi ha parlato di questo argomento. Dentro lo spogliatoio eravamo tutti dispiaciuti e quindi no, non mi ha parlato di questo”. Un silenzio che lascia presagire riflessioni in corso da parte della società, con la posizione del tecnico sempre più in bilico dopo un rendimento fallimentare. Il Catanzaro resta infatti una delle due sole squadre di Serie B ancora senza vittorie e il margine di manovra si assottiglia partita dopo partita.
Tra coraggio e consapevolezza
“Sono tutte partite diverse, quindi parlo di quello che può essere la partita di oggi che poi si lega al momento. È ovvio che manca la vittoria, manca l’entusiasmo, manca l’energia positiva, manca la gamba che diventa un po’ più leggera, che il passaggino non diventa un passaggino a zero. Manca un po’ più di personalità in questo, un po’ più di incisività”, ammette Aquilani con realismo. Il tecnico elenca anche la mancanza di “un po’ di fortuna, perché un po’ di fortuna serve. Pure oggi un po’ di fortuna te la devi portare, c’hai il rigore, c’hai delle situazioni che puoi pareggiare la partita, poi può cambiare”.
Eppure, nonostante tutto, l’ex centrocampista di Roma e Juventus ribadisce la propria determinazione: “Non sono uno che molla se mi chiedi questo. Quindi se son venuto qui son venuto perché credo in qualcosa e lo porto avanti”. Resta da capire se la società condividerà questa visione o se invece riterrà necessario un cambio di rotta per invertire la tendenza negativa. La prossima settimana potrebbe essere decisiva per il futuro di Aquilani sulla panchina giallorossa, con l’ambiente che chiede risposte concrete dopo una notte che ha ulteriormente appesantito la classifica e minato le certezze di un progetto che fatica a decollare.