Nel ventre del Picco, a partita archiviata, Alberto Aquilani sceglie la chiarezza. Il pari a reti bianche con lo Spezia non accende gli entusiasmi, ma consolida un’idea: il Catanzaro cresce nella direzione tracciata dal suo allenatore. «Ho visto un passo in avanti. Una squadra con più coraggio, che ha cercato di giocare nella metà campo avversaria con lo spirito giusto», la sintesi del tecnico, che mette in fila pregi e limiti della serata: ordine, compattezza, clean sheet e quel pizzico di qualità mancante negli ultimi trenta metri per provare a spostare il risultato.
Un punto che pesa e un’identità che si vede
Aquilani non nasconde la complessità del confronto: «Sapevamo sarebbe stata una gara complicata per la struttura fisica dello Spezia e per il loro modo di intraprendere le partite». Dentro questo contesto, il Catanzaro è rimasto in partita, ha lavorato sulle uscite pulite e ha controllato meglio le transizioni, concedendo poco. «Non abbiamo preso gol ed è una cosa positiva. È un buon punto in un campionato in cui il punto è sempre comodo». Il messaggio alla squadra – e all’ambiente – è lineare: costruire passa anche da serate così, meno scintillanti ma utili per cementare meccanismi e certezze.
Gerarchie elastiche: perché niente minuti a Petriccione e Liberali
Il tema-rigenerazione tocca subito due nomi pesanti: Jacopo Petriccione e Mattia Liberali. «Di Jacopo ho parlato ieri e ribadisco: è molto importante per questa squadra. Giochiamo con due centrocampisti, i mediani sono tre e uno deve star fuori. Pensavo di farlo entrare, poi la partita ti dice altro». Su Liberali la valutazione è di prospettiva: «È un ragazzo, come tanti, a cui va dato tempo. Ho pensato anche di farlo partire dall’inizio, ma di fronte avevamo una squadra tosta fisicamente e volevamo più centimetri. Avrà spazio, devono star tranquilli». È la conferma di un approccio meritocratico e dinamico: competizione interna alta, gerarchie mobili e scelte cucite sul momento.
Il mercato che chiude: «Due innesti che alzano il livello. Forse manca ancora qualcosina»
Nel post-gara Aquilani saluta con sollievo la volata finale delle trattative: «Sono contento che finisca». Poi mette a fuoco l’impatto di Federico Di Francesco e Luca Pandolfi, ufficializzati nelle ultime ore: «Sono due giocatori che alzano il livello e la competitività del gruppo. Li abbiamo scelti per dare qualcosa in più anche a livello di forza, assist e gol». E apre uno spiraglio agli ultimi ritocchi: «Credo manchino ancora un paio di cose. Il direttore sta lavorando: se arrivano profili che ci danno qualcosa in più, bene; altrimenti ho grande fiducia in chi è qui».
La leadership di Iemmello, tra standard e carattere
Spazio anche a Pietro Iemmello, fotografato a tratti insofferente nel primo tempo. Aquilani lo difende e, insieme, ne definisce i confini: «È un ragazzo con forte personalità, vuole alzare l’asticella. Ha un suo modo di dire le cose, a volte sbaglia, a volte fa bene. Per noi deve essere un punto di riferimento per qualità e per ciò che rappresenta a Catanzaro. I giovani devono capire che va bene così, basta non esagerare. Lui è così e ce lo teniamo così». Tradotto: leadership accesa, al servizio del gruppo.
Qualità e margini: «Con più personalità potevamo impensierire lo Spezia»
Senza giri di parole, il tecnico indica l’area di miglioramento: «Abbiamo provato a giocare e a fraseggiare. Con un po’ più di personalità e qualità potevamo impensierire di più lo Spezia». Il riferimento è al peso specifico delle scelte e dei gesti decisivi negli ultimi metri: controllo orientato, ultimo passaggio, tempi d’inserimento delle mezzepunte. Con Di Francesco e Pandolfi cambiano rotazioni e profondità: gamba, strappi, attacchi al primo palo e soluzioni diverse per liberare Iemmello tra le linee o dentro l’area.
Dettagli, non alibi: il valore del clean sheet
Dentro una gara povera di occasioni, il dato zero gol subiti non è un riparo tattico, ma un mattone utile. La coppia centrale ha retto l’urto, gli esterni hanno accorciato con continuità e la squadra è rimasta corta nelle due fasi, evitando di farsi allungare dal palleggio spezzino. Sono fondamentali che pesano nel medio periodo, soprattutto in una Serie Bche premia chi sbaglia meno.
Martedì si riparte
Chiuso il capitolo Spezia, la programmazione è già scritta: «Martedì la ripresa degli allenamenti». Con in campo un Catanzaro più profondo nelle alternative e, soprattutto, con la possibilità di innestare lavoro e principi su elementi che aggiungono esperienza, gamba e soluzioni.
La conferenza di Aquilani consegna una squadra consapevole di dove migliorare, serena nel valorizzare ciò che funziona e aperta ad accogliere l’ultimo colpo di mercato, se farà davvero alzare l’asticella. Il pareggio del Picco non riempie gli occhi, ma fa scorrere la classifica e mette ordine. Il resto – incisività e gol – è il prossimo passo. Ora, davvero, il Catanzaro ha più strumenti per provarci.