A due giorni da Reggiana-Catanzaro, i granata perdono Leo Stulac per almeno due settimane e rischiano di fare a meno anche di Danilo Quaranta. Qui cosa significa, reparto per reparto, per una gara che al Città del Tricolore peserà soprattutto nelle prime pressioni e nel palleggio centrale.
La notizia rimbalza tra un caffè e l’altro in via Emilia: Assenze Reggiana è la frase che gira. Non un dettaglio di contorno, ma un pezzo di piano gara che salta. Stulac fuori per un’infiammazione tendinea, terapia e riposo; Quaranta alle prese con un ematoma alla coscia sinistra che non molla. Due caselle che Dionigi dovrà riempire al volo prima di incrociare il Catanzaro.
Stulac fuori: addio al metronomo (per ora)
Per chi la B la mastica, Stulac non è un nome a caso: regia pulita, ritmo, palla verticale quando serve e lucidità sulle seconde palle. Senza di lui, la Reggiana perde tempi e geometrie nel primo passaggio, quello che apre la giocata sugli esterni. L’indisponibilità per “almeno due settimane” – come riportato da Il Resto del Carlino – significa niente Catanzaro, niente Südtirol e quasi certamente niente Spezia. La traduzione è semplice: chi prende in mano il volante?
Le alternative non sono equivalenti. Con un play meno naturale, i granata potrebbero cercare più palla diretta sulla punta o lavorare su triangoli rapidi a ridosso della trequarti, rinunciando a qualche uscita bassa. È lì che il Catanzaro deve fiutare l’occasione: pressing orientato sull’uomo che riceve spalle alla porta, linea compatta e contropressing sulla seconda. Se alzi il baricentro al momento giusto, togli ossigeno e costringi la Reggiana a salire sporca.
Quaranta in dubbio: il mancino che manca
Il discorso su Quaranta è diverso, ma pesa. Mancino naturale, uscite pulite a sinistra e letture sul lato debole. Un ematoma ancora diffuso rende complicata la corsa contro il tempo. Al suo posto si profila Bonetti (piede sinistro, profilo più difensivo) oppure Libutti adattato, che lo scorso anno ha già fatto il ruolo. Due opzioni, due partite diverse: con Bonetti ti tieni una linea più prudente, con Libutti cerchi gamba e aggressione ma perdi un po’ di naturalezza nel primo controllo verso l’interno.
Per il Catanzaro è il classico avviso ai naviganti: se giocano un destro a sinistra, l’imbucata tra terzino e centrale è un varco da attaccare. Tagli dell’esterno, appoggio della punta e ribaltamento veloce sul lato debole: basta una lettura pulita per trovare metri.
Che partita diventa al Città del Tricolore
Senza Stulac e con Quaranta a rischio, la Reggiana potrebbe togliere rischi nella costruzione, abbassare il raggio d’azione dei terzini e cercare più spesso la seconda palla. Non è detto che succeda, ma è la scelta più “logica” alla vigilia. Per il Catanzaro la chiave è non regalare il solito quarto d’ora di studio. Blocchi corti, primo passo sul portatore, riaggressione immediata se perdi palla. E, quando la partita si distende, occupare meglio l’area: negli ultimi metri, il primo contatto spesso decide.
Qui si innesta il discorso cambi. Se Dionigi dovesse optare per una mediana più fisica, Aquilani può rispondere con piedi e ritmo: una mezzala tra le linee, un esterno dentro al mezzo spazio, il nove che gioca di sponda. Il Catanzaro ha bisogno di dare sostanza al primo tempo: non solo possesso, ma possesso che fa male.
Il precedente nella testa, ma non nel copione
Nella scorsa stagione il duello ha raccontato emozioni e gol pesanti. Ricordi belli non vincono le partite, le indirizzano. La presenza annunciata della tifoseria ospite farà la sua parte, ma in gare così il dettaglio è tutto: fallo laterale battuto in fretta, recupero alto, angolo difeso con cattiveria. Se la Reggiana dovrà ritarare il proprio cuore tecnico senza Stulac, il Catanzaro non può permettersi di regalare inerzia.
Assenze Reggiana: Le scelte possibili di Dionigi
Molto passa dall’undici granata. Se in mediana salisse un interno per fare il play, la squadra perderebbe un inserimento. Se invece il tecnico scegliesse un giovane di ruolo, pagherebbe esperienza ma guadagnerebbe ordine. Dietro, la decisione tra Bonetti e Libutti pesa sull’uscita palla: con Bonetti la prima scelta sarà il corridoio esterno, con Libutti qualche conduzione interna in più.
In ogni caso, il Catanzaro deve spingere forte sulla propria identità: coraggio nelle uscite, pressione coi tempi giusti, piedi caldi sulle palle inattive. Partite così si girano su un dettaglio, spesso prima dell’intervallo.
