Dopo lo 0-2 subito in casa, gli Aquilotti spezzini rifilano un 2-1 al Catanzaro e si aggiudicano la finale dei playoff, dove incontreranno la Cremonese dei due ex giallorossi, Vandeputte e Fulignati, in quello che sarà sicuramente un ottimo doppio confronto e che conferma le posizioni raggiunte in campionato.
Per quanto la stagione calcistica sia terminata al novantacinquesimo minuto di gioco, i giallorossi — guidati da capitan Iemmello e mister Caserta, insieme alla dirigenza — sono rimasti in campo per prendersi l’ultimo abbraccio stagionale della Curva Massimo Capraro per altri buoni venti minuti.
Con gli occhi di qualcuno pieni di lacrime, e la faccia di qualcun altro che non avrebbe voluto concludere la stagione allo Stadio Alberto Picco ma sperava di avvicinarsi ancora un po’, a quel sogno chiamato “Serie A”.
Nel post partita, per l’appunto si è passati dalla commozione di Stefano Scognamillo, veterano e anima della difesa delle Aquile che ha concluso il quarto anno in maglia giallorossa, alle lacrime di un ragazzo come Giacomo Quagliata, che è qui soltanto da gennaio.
Questo fa capire, qualora ce ne fosse bisogno, quanto i tifosi siano capaci di entrare nella pelle di staff e giocatori; quanto serva un capitano che sia prima di tutto tifoso, e poi calciatore, per spingere i suoi compagni a versare ogni goccia di sudore in campo; quanto sia importante una società sana, che ha a cuore il club, investe, spende e progetta il futuro, in un momento storico in cui si pensa più ai fatturati, che ai sogni di un popolo.
Questo, noi tifosi, ormai lo abbiamo capito: siamo in buone mani, e per delle persone che sono innamorate della propria squadra non può esserci garanzia più grande.
Tutta l’Italia calcistica ci ammira, e ci guarda — a volte stranita, come quando lo stadio cantava come se nulla fosse sullo 0-5 del Parma l’anno scorso in casa; altre volte incuriosita, da un popolo che, quando l’arbitro fischia l’inizio della partita, non ha nessun altro pensiero se non incitare dei ragazzi vestiti di giallo e rosso.
Qualora ce ne fosse ancora bisogno di ricordare chi siamo però, arriva questa scena che è di una potenza inaudita:
La curva smette di cantare dopo l’ennesimo coro con i ragazzi di fronte a loro, il lanciacori chiede di tirare su le mani e, successivamente, chiede di intonare — a partita finita nel complessivo 4-1, e dopo l’ennesima delusione ai playoff — un coro di poche parole ma esaustive:
“Grazie di tutto.”
Forse ci siamo abituati, perché siamo fatti così e non notiamo chissà quale grande cosa, ma basterà guardarvi intorno per capire che di tifoserie del genere, ormai, ce ne sono poche.
Quindi, in sintesi: grazie davvero di tutto, dal magazziniere al presidente.
Ora, a stagione conclusa, non ci resta che appendere le nostre sciarpe al chiodo per qualche mese, per poi rimetterle al collo alla prima occasione utile e nel frattempo, vedere in che modo — e con chi — l’US Catanzaro affronterà il terzo anno consecutivo di Serie B, nel 2025/26.
Io che scrivo, solamente leggendo “terzo anno consecutivo in serie B”, mi emoziono, ma contemporaneamente mi sono fatto delle piccole idee, e ve le lascerò di seguito nelle prossime settimane.
Nel frattempo, dal profondo del mio cuore, non posso fare altro che scrivere un grandissimo: GRAZIE CATANZARO,
ed un’ancora più grande: FORZA GIALLOROSSI.