Il primo Catanzaro ufficiale dell’era Alberto Aquilani ha mandato un segnale chiaro già al Mapei Stadium: i calci piazzati possono diventare una corsia preferenziale verso il gol. La punizione di Gianluca Di Chiara che costringe Turati alla parata in tuffo (38’), il palo nato dallo schema su corner (59’) con Rispoli smarcato sul secondo tempo dell’azione, il forcing finale con l’incornata di Pontisso e la carambola in area (90’+4): tre istantanee che raccontano come, “da fermo”, i giallorossi abbiano già una struttura riconoscibile. In una squadra che sta costruendo la propria fisionomia, i piazzati sono l’arma più trasferibile e immediata: si allenano, si codificano e portano punti anche quando i meccanismi a palla in gioco sono ancora in rodaggio.
Dettagli che generano occasioni: punizioni, corner corti/lunghi, blocchi
Il primo tassello è la qualità della battuta. A Reggio Emilia il Catanzaro ha alternato calciatori con piedi diversi e traiettorie complementari: Di Chiara per le punizioni dirette e i cross “a rientrare” dalla sinistra; Petriccione e Pontisso per corner tagliati o calci da seconda palla; D’Alessandro, subentrato, per i corner “vivi” e rasoterra che scardinano le linee d’uscita del marcatore (da una sua esecuzione nasce il palo del 59’). La varietà è un valore: costringe la difesa a non leggere in anticipo la zona d’impatto.
Aquilani ha mostrato due famiglie di soluzioni:
- Corner lungo/laterale con palla sul “ferro” del secondo palo e attacco in onda dall’area di rigore (timing in sequenza: Antonini/Brighenti/Bettella per la prima spizzata, Iemmello sullo scarico corto).
- Corner corto per creare un 2 contro 1 sul lato palla, alzare l’angolo di cross e invitare l’uscita del terzino: qui il blocco di corpo (screen legale) di un compagno è decisivo per liberare la corsia interna del cross o il tiro dal limite (Rispoli fronte porta è un’opzione da coltivare).
Dentro l’area la squadra ha già utilizzato blocchi e contro-movimenti: un bloccante fissa il marcatore del miglior colpitore (spesso Antonini), un secondo corre a “svuotare” il primo palo e il terzo taglia alle sue spalle. È un pattern semplice, ma efficace quando la palla arriva tesa e con tempo.
• 38’ – Punizione Di Chiara: parata di Turati.
• 59’ – Corner D’Alessandro: liberato Rispoli, palo dopo deviazione.
• 90’+4 – Corner Catanzaro: Pontisso di testa, mischia, proteste per tocco.
Chi batte cosa: la gerarchia (flessibile) dei tiratori
In attesa che il lavoro allarghi il ventaglio delle giocate, la rosa offre già specialisti con compiti distinti:
- Punizioni dirette e crossate mancina: Di Chiara (precisione e parabola “sporca” che cade), alternativa Iemmello da posizione ravvicinata per la soluzione di potenza/collo interno.
- Corner destra/sinistra: Petriccione (taglio e scelta della velocità), Pontisso (palla “pesante” sul secondo palo), D’Alessandro (rasoterra “Federer” per lo smarcamento interno).
- Calci di rigore: Iemmello resta la prima opzione naturale; come vice è verosimile una staffetta a seconda dei minuti e della presenza in campo.
- Piazzati indiretti da 20-25 metri: schema “scarico al limite” su un centrocampista per la conclusione, con Rispoli e Frosinini pronti all’attacco del lato debole per il tap-in.
La gerarchia non è rigida: Aquilani privilegia principi prima che posizioni. Se il match chiede traiettorie più tese, prevale Petriccione; se occorre galleggiare alle spalle dell’ultima linea, tocca a Di Chiara. Con il tempo, un talento come Liberali può diventare una terza via: qualità di calcio, sensibilità nel corto, possibile esecutore dei corner corti “a invito”.
Colpitori, schermi e seconde palle: il cast attorno alla palla
Per segnare “da fermo” non basta chi calcia: servono attaccanti del primo contatto e specialisti della seconda palla.
- Prima palla: Antonini (stacco e tempo), Bettella (aggressività sul primo palo), Brighenti (attacco sul corpo del portiere), Pittarello (schermo/riaccentramento).
- Seconda palla: Pontisso e Rispoli fronte area, con Nuamah pronto al taglio cieco sul secondo palo.
- Schermi legali: l’uso del corpo di Pittarello e Antonini per liberare la corsia del colpo è già visibile; vanno oliati i tempi per evitare falli in attacco.
Il dato qualitativo più interessante visto al Mapei è la ri-aggressione immediata dopo il piazzato respinto: quando il cross non sfonda, la squadra resta corta, scala sul lato palla e prova a riciclare l’azione. È la porta d’ingresso a un Catanzaro che “vive” nella metà campo avversaria.
Difendere i piazzati (e le palle laterali): cosa migliorare
Se l’arma offensiva è già avanzata, la fase opposta chiede di chiudere il secondo palo con più decisione. Il gol di Doig nasce da azione manovrata (non da corner), ma fotografa un principio universale: su cross dal vertice è vitale la scansione delle marcature sul lato debole (terzino/esterno che “vedono” contemporaneamente uomo e palla). Il Catanzaro, quando difende corner contro, alterna uomo+zona: un vertice sul primo palo, una linea di marcatore sul corridoio centrale e uno “spazzino” sul secondo. Qui i margini di crescita sono nei tempi d’uscita del portiere e nel sincronismo del primo salto.
Cosa aspettarsi subito (e come capitalizzare)
- Più punizioni dirette su Di Chiara: il gesto tecnico c’è; serve portare il fallo di poco esterno all’area, tra mezz’ala e terzino, dove la sua parabola è più letale.
- Corner ibridi: alternare corto/lungo nello stesso mini-blocco di 2-3 corner, per spezzare le letture avversarie.
- Rotazioni dei blocchi: invertire i ruoli dei colpitori (es. Antonini “apre” il primo palo, Pittarello attacca il secondo) dentro la stessa gara.
- Seconda palla codificata: Rispoli al limite per la conclusione a rimorchio, esterni pronti a “scattare” sulla respinta esterna.
Con un gruppo ancora in costruzione e molti under in rampa, i piazzati permettono di mettere punti in classifica prima che il resto dell’idea prenda piena forma. È un vantaggio competitivo che Aquilani ha già iniziato a strutturare e che può valere nei finali in equilibrio, nelle giornate sporche, quando un calcio d’angolo batte un possesso di dieci passaggi.
Al Ceravolo i dettagli fanno la differenza. Segnalateci le vostre clip dei piazzati che vi hanno convinto di più — punizione di Di Chiara al 38’, palo del 59’ su schema corto, mischia del 90’+4 — e diteci sui nostri social: quale schema vorreste vedere riproposto contro il Sudtirol?