Il Ceravolo ha visto una squadra giallorossa padrona del campo contro la Juve Stabia, specie nel secondo tempo, ma i due punti persi nell’episodio finale certificano una superiorità tattica che non si è tradotta nei tre punti. L’analisi statistica di Catanzaro-Juve Stabia rivela tutte le contraddizioni di una serata che poteva cambiare la stagione
Il tabellone del Nicola Ceravolo mostrava 2-2, ma i numeri raccontano una storia diversa. Catanzaro-Juve Stabia si è chiusa con l’ennesimo pareggio per i giallorossi, il quinto consecutivo dall’inizio della stagione, ma le statistiche certificano una superiorità schiacciante della squadra di Alberto Aquilani che rende ancora più amaro il mancato successo.
Dominio territoriale: il Catanzaro detta i ritmi
I dati del possesso palla fotografano perfettamente l’andamento della sfida: 60% per il Catanzaro contro il 40% della Juve Stabia. Una differenza che diventa ancora più significativa considerando che gli ospiti hanno giocato in inferiorità numerica per oltre 45 minuti, dopo l’espulsione di Cacciamani al termine del primo tempo e il rosso dalla panchina a Maistro.
Il controllo del gioco si riflette anche nei 437 passaggi completati dai giallorossi contro i 311 delle Vespe campane, con una precisione del 74% contro il 60% che evidenzia la maggiore qualità tecnica della manovra aquilana. Particolarmente significativo il dato dei passaggi in zona d’attacco: 56 per il Catanzaro contro 42 per la Juve Stabia, a testimonianza di una pressione offensiva costante.
La supremazia territoriale emerge chiaramente anche dal confronto sui contrasti vinti: 56% per i padroni di casa contro il 44% degli ospiti. Un dominio che si è tradotto in maggiori opportunità offensive, con 19 tiri totali contro 4 – un dato che fa ancora più male pensando al risultato finale.
Fase offensiva: occasioni create ma non sfruttate
L’analisi dell’attacco rivela le potenzialità inespresse del Catanzaro di Aquilani. Le 19 conclusioni tentate dai giallorossi contro le sole 4 della Juve Stabia raccontano di una squadra che ha saputo creare volume di gioco offensivo, ma che ha peccato nella finalizzazione.
Particolarmente impressionante il dato delle grandi occasioni: 3 per il Catanzaro contro 2 per gli ospiti, nonostante l’inferiorità numerica delle Vespe. Il problema emerge guardando alle grandi occasioni da rete mancate: 1 per i giallorossi contro 0 per la Juve Stabia, un dettaglio che certifica come la squadra di casa abbia sprecato almeno un’opportunità clamorosa per sbloccare definitivamente la partita.
I 41 tocchi nell’area avversaria contro 11 degli ospiti testimoniano la capacità del Catanzaro di arrivare con continuità negli ultimi metri, così come i 4 falli subiti in zona d’attacco contro 1 solo della Juve Stabia dimostrano l’aggressività offensiva dei padroni di casa.
Il dato più doloroso riguarda i calci d’angolo: 7 per il Catanzaro contro 0 per la Juve Stabia. Sette opportunità da palla inattiva che non sono state sfruttate a dovere, perdendo l’occasione di capitalizzare la superiorità fisica e tecnica su calcio piazzato.
Equilibrio difensivo nonostante la superiorità
Paradossalmente, nonostante il dominio territoriale e numerico, la fase difensiva ha mostrato alcuni elementi di preoccupazione. I tackles totali vedono il Catanzaro superiore (10 contro 5), ma il dato degli intercetti favorisce gli ospiti: 5 contro 3, segno di una Juve Stabia che ha saputo leggere alcune situazioni con anticipo.
Più rassicurante il confronto sui recuperi: 27 per i giallorossi contro 32 per le Vespe, un dato che conferma l’intensità della pressione esercitata dalla squadra di Aquilani. I 13 rinvii difensivi contro 44 degli ospiti fotografano perfettamente chi ha subito maggiore pressione durante i 90 minuti.
Il dato che più colpisce riguarda gli errori che hanno portato al tiro: 0 per il Catanzaro contro 2 per la Juve Stabia. Un elemento che sottolinea la solidità mentale dei giallorossi, ma che rende ancora più inspiegabile il mancato successo finale.
Il fattore portiere: Pigliacelli decisivo
La sezione dedicata ai portieri rivela un elemento fondamentale della serata. Mirko Pigliacelli ha effettuato 4 rimesse dal fondo contro le 10 del collega ospite, confermando di essere stato meno impegnato. Tuttavia, il dato delle prese alte (1 contro 4) e delle respinte con i pugni (0 contro 3) racconta di una Juve Stabia che ha puntato molto sui cross e sui palloni alti.
Le 4 parate effettuate da Pigliacelli testimoniano comunque alcuni momenti di difficoltà, ma il confronto con l’estremo difensore delle Vespe (che ha subito 19 tiri contro 4) evidenzia chiaramente chi ha corso maggiori rischi durante la partita.
Catanzaro-Juve Stabia, l’amaro finale: numeri da vittoria, risultato da pareggio
L’analisi statistica di Catanzaro-Juve Stabia restituisce l’immagine di una squadra giallorossa matura tatticamente e tecnicamente, capace di dominare per larghi tratti una partita complicata contro un avversario organizzato. I numeri certificano una superiorità che, in condizioni normali, dovrebbe tradursi in una vittoria netta.
Il 5° pareggio consecutivo per la squadra di Alberto Aquilani assume così contorni ancora più amari: non è mancata la prestazione, non è mancato il gioco, non è mancata nemmeno la superiorità numerica. È mancata solo quella cattiveria sotto porta e quella fortuna negli episodi che spesso fanno la differenza tra una stagione di successo e una di rimpianti.
I tifosi del Ceravolo hanno visto una squadra che meritava i tre punti, ma che dovrà imparare a trasformare il dominio statistico in risultati concreti. Perché nel calcio, alla fine, contano solo i gol segnati e quelli subiti – e su questo il Catanzaro deve ancora crescere.
