Siamo stati noi di PassioneCatanzaro.it a far circolare per primi il nome di Kevin Lasagna nell’orbita giallorossa. Un’indicazione che oggi trova riscontri tecnici e di opportunità: classe 1992, attaccante mancino con una carriera solida fra Serie A e Serie B, 7 presenze in Nazionale e oltre 400 gare tra i professionisti. Rientrato dal prestito, il suo cartellino è dell’Hellas Verona e il profilo — per caratteristiche e storia — è di quelli che stuzzicano l’immaginazione: velocità in campo aperto, attacco della profondità, diagonale mancino a firma e una disponibilità tattica che gli ha permesso di interpretare ruoli diversi nel fronte offensivo. È il nome giusto per il Catanzaro? Proviamo a capirlo con ordine.
Le caratteristiche: mancino verticale, corsa lunga e letture da “seconda punta”
Lasagna è un attaccante che vive di campo davanti. Quando trova metri da attaccare diventa pericoloso: si apre, punta la linea, sceglie il taglio diagonale sul piede forte o l’appoggio corto per poi rilanciare la corsa. Le sue doti migliori — lo dicono anni di campo — sono la profondità e la capacità di strappare in transizione; ha reso al massimo accanto a compagni capaci di gioco di sponda (emblematici i periodi con Mbakogu a Carpi e Okaka a Udine), perché quel riferimento gli libera la corsa e ne semplifica le scelte nell’ultimo terzo.
Il rovescio della medaglia è noto: contro difese schierate, soprattutto quando gli spazi si comprimono, può soffrire di selezione del tiro e di percentuali non sempre elevate sotto porta. Nel complesso parliamo però di un attaccante leggibile nei compiti e affidabile negli strappi, capace di lavorare sia da seconda punta sia da esterno sinistro che si accentra, oppure da nove “di corsa” in partite in cui l’avversario concede metri alle spalle.
La carriera: dalle origini in D alla A, con 100 gol ufficiali e 7 caps azzurri
La traiettoria di Lasagna è la classica risalita italiana. Dopo gli inizi tra Cerea ed Este in Serie D (dove firma 21 reti in una stagione), esplode a Carpi: prima la promozione in A con Fabrizio Castori, poi 5 gol nel massimo campionato tutti da subentrato, quindi la stagione da 14 reti in B che lo proietta a Udine. Con l’Udinese tocca l’apice realizzativo in Serie A — 12 gol nel 2017/18 — e si prende anche la fascia a tratti. Nel 2021 il passaggio al Verona, poi i prestiti all’estero con il Fatih Karagümrük e, in Italia, al Bari.
I numeri sintetizzano la portata del bagaglio: 227 presenze e 40 gol in Serie A, 106 presenze e 26 gol in Serie B, oltre a 66 presenze e 27 reti in D, esperienze in Süper Lig (28 gare, 2 gol) e un contributo costante tra Coppa Italia e coppe nazionali. Sommando i club principali — Udinese, Carpi, Verona, Bari, Karagümrük, Cerea, Este — si arriva a 450+ presenze e 100 gol ufficiali. In Nazionale conta 7 presenze: l’esordio è del 14 ottobre 2018 in Polonia–Italia(Nations League), con l’assist al 91’ per Biraghi nell’1–0 che evita la retrocessione azzurra. Sono credenziali che pesano, soprattutto se inserite in un gruppo giovane cui servono esperienza, abitudini da A e una guida nei momenti chiave.
Kevin Lasagna, il fit nel Catanzaro di Aquilani: dove e come potrebbe incidere
Nel 4-2-3-1 di Alberto Aquilani, costruito su 2+2 in avvio e terzini aggressivi, Lasagna si incastra in una posizione naturali.
- Punta mobile in rotazione con Iemmello o al fianco del capitano in una variante 4-4-2/4-2-2-2 “fluida”: Pietro scende a cucire, Lasagna attacca alle spalle la linea. È una soluzione utile contro avversari che difendono alti o che concedono campo dietro. L’idea non toglie centralità al numero 9 giallorosso; al contrario, ne esalta le qualità da regista offensivo, perché gli consegna una traccia profonda “sempre accesa”.
La chiave è servirlo fronte porta, anticipando il difensore con il passaggio verticale o con il cambio campo sul lato debole. Il Catanzaro dispone degli attori adatti per farlo: Petriccione per l’imbucata rasoterra, Pontisso per la palla “a superare”, Di Chiara per il cross arretrato. Le coperture preventive già previste da Aquilani aiuterebbero a gestire le transizioni negative quando Lasagna spende corsa in avanti.
Pro e contro dell’operazione: cosa guadagni, cosa devi proteggere
Pro.
- Esperienza alta: ha visto molte partite “pesanti”, sa stare nella pressione e gestire momenti emotivi del match.
- Verticalità immediata: aggiunge un profilo diverso da quelli già in casa, utile quando la partita chiede corse profonde e strappi.
- Polivalenza: esterno, seconda punta, all’occorrenza 9 di corsa. Apre soluzioni senza snaturare il sistema.
- Leadership silenziosa: il percorso in A e la convocazione azzurra sono riferimenti per il gruppo.
Contro.
- Finalizzazione altalenante: nelle gare a spazi stretti può faticare a “spaccare” con il solo gesto tecnico.
- Gestione dei carichi a 33 anni: serve programmazione dei minuti e rotazioni intelligenti per mantenerlo esplosivo.
- Dipendenza dal contesto: rende meglio con una sponda vicino e con campo da aggredire; occorre costruirgli intorno i pattern giusti.
Se il Catanzaro scegliesse di affondare, la fattibilità passerebbe da formula e ingaggio. Un prestito con contributo salariale condiviso o un contratto modulato su bonus legati a presenze e gol renderebbero l’operazione sostenibile. Il ritorno atteso non è solo numerico: è tattico (una freccia diversa nella faretra), competitivo (alzare il livello degli allenamenti) e culturale (portare nel quotidiano routine da top level).
Un’idea coerente con ambizione e identità
L’interesse per Kevin Lasagna ha una logica chiara: dare ad Aquilani un attaccante verticale, capace di allungare le difese, aprire corridoi per Iemmello e offrire un’alternativa “di corsa” senza cambiare pelle alla squadra. Non è un acquisto “di immagine”: è un pezzo funzionale al modo in cui il Catanzaro vuole salire di livello, restando fedele ai propri principi. I numeri costruiti in carriera, la Nazionale, la familiarità con i palcoscenici più esigenti certificano un profilo pronto. Starà al club misurare incastri tecnici ed economici, e a Lasagna dimostrare di avere ancora strappi da regalare. Se le strade dovessero incontrarsi, il Ceravolo scoprirebbe un giocatore capace di cambiare il ritmo delle partite. E noi continueremo a raccontarlo — per primi.