Alzi la mano chi, ad agosto scorso, avrebbe pronosticato il Catanzaro al quarto posto a questo punto del torneo.
Eppure, oggi la situazione è proprio questa! Il merito? Non credo sia da ascrivere solo a un protagonista. È il risultato della tenacia, della passione, della pianificazione, del fare in silenzio, senza farsi condizionare dall’ambiente esterno.
Lavorare “in bolla”, forse questa è la ricetta giusta per fare bene in una piazza come Catanzaro, tanto bella e stimolante quanto umorale (a volte eccessivamente).
La ciliegina sulla torta di questo capolavoro è da “assegnare” al mister di Melito Porto Salvo che, ormai cosa nota a tutti, da Bari in poi ha plasmato un gruppo coeso che sta raccogliendo sempre più soddisfazioni tra i tifosi e tra tutti gli addetti ai lavori che guardano al Catanzaro come una squadra da… temere.
Quarantadue punti in ventisette giornate, solo tre sconfitte (come Spezia e Sassuolo), quarta migliore difesa della categoria e il capitano Pietro Iemmello in vetta alla graduatoria dei cannonieri della serie cadetta.
La cosa più esaltante è che la squadra dimostra di avere ancora tanti margini di miglioramento; allora il 2025 potrebbe essere forse l’anno giusto per poter tornare a sognare? È questo l’interrogativo a cui nessuno, al momento, può dare risposte definitive, ma certamente auspicabile.
Il gruppo c’è e ora, dopo aver raggiunto l’obiettivo stagionale della salvezza in anticipo, può giocare con leggerezza. Questa componente, come nella vita, a volte può risultare determinante. E, come nella vita, non deve essere confusa con la sufficienza e con la superficialità… anche perché tutto l’“indotto” Catanzaro non conosce affatto queste due parole, anzi ha dimostrato nei fatti di correggerle.
Il tempo, poi, sarà come sempre l’unico Giudice inappellabile… intanto, però, sognamo, perché i sogni, per dirla alla Marzullo, aiutano a vivere meglio!