C’è un filo sottile che separa l’entusiasmo dal rischio di bruciare le tappe. Mattia Liberali, classe 2007, lo sta percorrendo con la freschezza dei 18 anni e l’inevitabile bisogno di tempo del primo anno tra i professionisti. La gara di Coppa Italia a Reggio Emilia ha consegnato un’immagine limpida: qualità a tratti luminose, qualche scelta affrettata, la consapevolezza che il percorso di crescita sarà fatto di step, non di scorciatoie. Lo aveva anticipato con onestà Alberto Aquilani dopo il suo arrivo: «Liberali è un talento, ma lasciamolo crescere». Parole che oggi vanno prese alla lettera.
Un debutto “vero”: fiammate e lezioni utili
Al Mapei Stadium Liberali ha vissuto una partita “da grande”. Si è mosso tra le linee nel 4-2-3-1 di partenza, partendo largo per poi stringere negli half-spaces, come da disegno tattico del tecnico. Ha avuto l’intuizione giusta sull’azione nata dalla punizione di Di Chiara (38’), quando si è fiondato sul pallone respinto da Turati ma ha provato un tocco dolce invece della conclusione secca. Sono dettagli che pesano, ma sono anche la fotografia di un trequartista che pensa in verticale e che deve solo accelerare i tempi di esecuzione alle cadenze del calcio dei grandi. Dopo l’intervallo una scintilla di agonismo (lo scontro fortuito con Ghion all’avvio di ripresa) e, al 58’, il cambio con D’Alessandro, entrato per dare strappo e profondità. È normale così: gestione dei minuti, apprendimento, rotazione mirata.
Il confronto che aiuta: perché oggi Rispoli sembra più pronto
Al centro del campo ha agito Fabio Rispoli (2006), che un campionato da professionista, in Serie C, lo ha già masticato. E la differenza d’esperienza si è vista nelle letture senza palla, nella pulizia del primo controllo, nella capacità di reggere i duelli e di occupare le due fasi senza perdere lucidità. Non è un raffronto per bocciare: è un parametro utile a capire in che punto del cammino si trova Liberali. La categoria superiore dell’avversario e il contesto di gara ufficiale hanno imposto ritmi che un 2007 incontra per la prima volta. È qui che entra in gioco la tutela dell’ambiente.
Cosa chiede Aquilani: principi chiari, ruolo “ibrido” e pazienza
Il tecnico ha indicato da settimane la rotta: principi di gioco prima dei numeri, coraggio con la palla, aggressività senza, gestione intelligente degli spazi di rifinitura. Su Liberali è stato ancora più specifico: non è un esterno puro, rende meglio dentro al campo, può muoversi da mezzapunta che viene incontro e scambia sul corto. In questa fase lo staff lo sta usando anche da esterno che stringe per dare una linea di passaggio nel mezzo e liberare la corsia al terzino. È una palestra ideale per allargare il bagaglio tecnico-tattico del ragazzo e fargli “sentire” i tempi della B.
Mattia Liberali, perché il Catanzaro deve crederci (senza fretta)
I numeri del Mapei dicono che il Catanzaro ha prodotto (21 tiri totali), ma ha pagato nella rifinitura e nella scelta dell’ultimo gesto: il terreno su cui un talento come Liberali può diventare rapidamente un valore aggiunto. La proiezione è chiara: più minuti, ma dosati, magari alternando da titolare in casa a spezzoni fuori, lavorando su forza specifica, resistenza allo scontro e “speed of play”. La presenza di profili esperti (da Petriccione a Pontisso, da D’Alessandro a Iemmello) è lo scudo migliore per non trasformare l’attesa in pressione.
La strada giusta è quella lunga
Liberali non va giudicato per un pallone toccato bene o male a Ferragosto, ma per la traiettoria che disegnerà da qui a maggio. È un 2007 al primo giro nel professionismo: i colpi ci sono e si vedono, la dimensione fisica e la “cattiveria” agonistica arriveranno con il campo. Il Catanzaro ha scelto di investire sul talento, Aquilani ha già messo le mani avanti con saggezza: «Lasciamolo crescere». Facciamolo davvero. Perché i talenti si accendono se li si illumina, non se li si abbaglia. Ora tocca a tutti: allo staff nel dosarlo, ai compagni nel proteggerlo, alla piazza nel concedergli tempo. Il resto, se il calcio non ha cambiato le sue leggi, lo farà il talento.