L’estate giallorossa ha avuto un filo rosso ben visibile: acquisire valore in casa e limitare al minimo la dipendenza dai prestiti. Il Catanzaro guidato dal ds Ciro Polito ha chiuso 17 operazioni in entrata e solo quattro di queste sono prestiti secchi: Fabio Rispoli dal Como, Alphadjo Cissé dall’Hellas Verona, Patrick Nuamah dal Sassuolo e Tommaso Cassandro ancora dal Como. Scelte chirurgiche, perché il club si è mosso in modo opposto sui profili cardine negli ultimi giorni di mercato: Di Francesco (dal Palermo) e Pandolfi (dal Cittadella) sono arrivati in prestito con obbligo di riscatto; Buglio (dalla Juve Stabia) è un prestito con diritto. La fotografia finale dice molto della direzione presa: 10 acquisti a titolo definitivo, 4 prestiti secchi (≈ 23,5% del totale), 3 prestiti con clausole (≈ 17,6%). Una rosa più proprietaria, più capitalizzabile, più programmabile.
Meno “usa e getta”, più asset: perché conta (anche) la formula
Ridurre i prestiti puri significa blindare il lavoro tecnico e difendere il valore creato. Così Oudin è stato preso a titolo definitivo – un colpo “da A” per qualità e curriculum. Buglio è arrivato in prestito con opzione, Pandolfi con obbligo, Cassandro in prestito: tutto nero su bianco nei comunicati giallorossi, che chiariscono formule e orizzonte temporale delle operazioni.
Nel dettaglio: Cassandro è a titolo temporaneo dal Como fino a giugno 2026; Oudin è definitivo; Buglio arriva in prestito con opzione di riscatto; Pandolfi in prestito con obbligo; Di Francesco pure con obbligo. Tutto coerente con l’idea di base: pochi prestiti “puri”, clausole attivabili solo su profili funzionali, e spesa patrimoniale sui giocatori che possono spostare l’ago della bilancia.
Gli “under” come leva tecnica (e di valore)
La squadra è stata ringiovanita senza rinunciare all’esperienza. Costantino Favasuli ha firmato un quadriennale (2029) dopo il via libera della Fiorentina: un investimento con orizzonte lungo e margine di crescita. Mattia Liberali, classe 2007, è stato acquistato a titolo definitivo dal Milan con contratto sino al 2029: profilo di prospettiva, ma già pronto per dare alternative sulla trequarti. Anche l’innesto di Davide Bettella a parametro zero e quello di Gianluca Di Chiara (svincolato) segnano la traiettoria: minutaggio e leadership “di categoria” senza appesantire i costi di cartellino.
Sul fronte dei prestiti secchi, le scelte sono funzionali: Rispoli (dall’area Como) porta qualità e gamba tra mediana e rifinitura; Nuamah (Sassuolo) aggiunge estro e profondità; Cissé (Verona) completa la batteria offensiva. Innesti mirati per alzare rotazioni e impatto in allenamento senza “congelare” risorse sul lungo periodo.
Profili chiave: dove cambiano le gerarchie
Con Oudin – giocatore che in Italia ha già fatto la differenza – la trequarti guadagna gol, cross e piede sinistro di livello, oltre a una spiccata malleabilità tattica (esterno a piede invertito, sotto-punta, mezzala “di possesso”). Di Francesco aggiunge esperienza e letture tra le linee; Pandolfi offre attacchi in profondità e un pacchetto realizzativo già testato in B. Buglio porta gamba e duello in mezzo, tappando il buco creatosi con lo stop di Pompetti. Intanto, dietro, Bettella e Di Chiara irrobustiscono linee e uscite palla, con minuti “pronti all’uso” per un campionato che non perdona.
Cosa ci dicono i numeri del mercato
Tradotto in indicatori: 58,8% degli arrivi è a titolo definitivo, 24% sono prestiti secchi, 17,6% hanno clausole di acquisto. Per una Serie B dove la volatilità dei prestiti può scombinare i piani, il Catanzaro si presenta più stabile e più proprietario. È una strategia che tutela il lavoro di Aquilani e crea le condizioni per generare plusvalenze: sugli under (Favasuli, Liberali) e su over “da rendimento” (Oudin e Di Francesco). Le stesse linee guida che Polito ha ribadito pubblicamente durante la conferenza di chiusura mercato: giovani di qualità, sostenibilità, e una rosa che consenta di alzare l’asticella senza perdere equilibrio.
Patrimonio tecnico oggi, valore economico domani
Il Catanzaro esce dal mercato con una rosa più profonda e più sua. Le formule raccontano un progetto: comprare quando possibile, prendere a prestito solo ciò che serve e legare i profili più pesanti a obblighi o opzioni che evitino buchi a fine stagione. Nel medio termine, è la via maestra per crescere sul campo e nei conti: convertire rendimento in asset. Ora tocca al campo di Aquilani trasformare la strategia in punti. La base, stavolta, è stata costruita per restare.
