Paolo Morganti, direttore generale dell’US Catanzaro, ha parlato a lungo nel corso della trasmissione “Ciak&Goal” su Radio Ciak, offrendo un’ampia riflessione sul modello Catanzaro, il lavoro sul territorio, la valorizzazione del settore giovanile e le prospettive della società giallorossa. Un confronto denso di contenuti, tra visione strategica e passione autentica, nel quale Morganti ha sottolineato l’importanza di costruire un’identità forte e coerente, radicata nella città e capace di guardare lontano.
«È stato emozionante rappresentare la società alla Luiss Business School, davanti a una platea di ragazzi – ha detto Morganti – e raccontare come si struttura un modello organizzativo sportivo partendo dalle persone, dai valori, dalla formazione. Il nostro è un modello semplice ma solido, costruito giorno dopo giorno con impegno, serietà e grande professionalità». Morganti ha poi sottolineato come tutto il progetto del Catanzaro ruoti attorno a un’idea chiara: «Le persone sono il nostro vero valore. I professionisti che lavorano qui dimostrano ogni giorno di avere competenza, esperienza e voglia di migliorare».
Il vivaio, la città, le sfide del futuro
Ampio spazio è stato dedicato al tema del settore giovanile, indicato dal dg come uno dei due pilastri su cui si fonda l’intero impianto tecnico-organizzativo giallorosso, insieme alle infrastrutture. «Abbiamo vinto il campionato Primavera 3. Ma al di là del risultato, la vera vittoria è stata quella del sacrificio quotidiano di tecnici, dirigenti e ragazzi. Vincere non è mai facile, e riuscirci dopo un cammino lungo e impegnativo è un merito che va riconosciuto a tutti». Morganti ha anche sottolineato l’importanza di costruire un vivaio competitivo in una terra come la Calabria: «La nostra regione ha potenzialità enormi, ma sconta un ritardo in termini di infrastrutture. Noi vogliamo colmare questo gap e dare ai giovani un contesto adatto per crescere».
L’idea, ribadita più volte, è quella di un Catanzaro diverso, più professionale, più strutturato, «che si muove con equilibrio, senza fare il passo più lungo della gamba», ma sempre con l’obiettivo di migliorare. «Non ci siamo mai fermati – ha detto – e ogni anno vogliamo alzare l’asticella, anche grazie agli investimenti importanti fatti sul fronte dei campi, delle strutture e della comunicazione».
Comunicazione, territorio e brand identity
Molto interessanti anche le riflessioni sul piano della comunicazione e dell’identità. «Il nostro club ha scelto una comunicazione misurata, mai ridondante. Comunicare troppo può voler dire non comunicare nulla. Noi preferiamo parlare solo quando c’è davvero qualcosa di importante da dire». Morganti ha poi ribadito come l’identità della società venga dalla proprietà: «L’imprinting arriva sempre dall’alto, dai modelli comportamentali e organizzativi che la proprietà stessa ha voluto costruire».
Centrale anche il concetto di territorio: «Il Catanzaro è la squadra della sua terra, e la sua forza è anche quella di un tifo autentico, appassionato e non contro qualcuno, ma per qualcosa. Un amore che si vede anche in trasferta, ovunque andiamo». E sul marchio Catanzaro: «Il club è tornato a essere un brand importante, grazie a un lavoro capillare sulla fidelizzazione, sul merchandising, sui social e su tutta l’organizzazione».
Lo stadio, le ambizioni e… Iemmello
Inevitabile una battuta anche sullo stadio Ceravolo e sull’ipotesi di riqualificazione: «C’è uno studio di progettazione in corso – ha spiegato – e l’obiettivo è portare la curva più vicina al campo, perché il tifo fa parte dell’identità. Difendere l’immagine della città passa anche dal modo in cui ci presentiamo agli altri». Morganti ha ribadito che, pur servendo tempo e programmazione, la direzione è tracciata e la sinergia con il Comune attiva.
Infine, un passaggio toccante su Pietro Iemmello, bandiera del Catanzaro e simbolo di attaccamento alla maglia: «So cosa significa giocare per la propria terra – ha detto Morganti, ricordando la sua carriera da giocatore con il Novara –. Quella maglia pesa, ma ti fa tirare fuori ancora di più. Iemmello è sempre stato con noi, anche quando non era in campo. Ora è tornato, e con lui un’identità che ci rende più forti».
Un’ora e mezza di confronto denso, appassionato, che ha tracciato il quadro di un progetto che guarda al futuro senza dimenticare da dove viene. Un Catanzaro che vuole crescere passo dopo passo, «con equilibrio e coraggio», come ha detto il suo direttore generale. E sempre con i piedi ben saldi a terra giallorossa.






