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martedì 21 Ottobre 2025

Bisoli promuove il Padova dopo il colpo di Catanzaro: “In B serve mentalità, non basta difendersi”

Le parole di Pierpaolo Bisoli sulle colonne de Il Gazzettino arrivano come un’analisi lucida e senza filtri di quanto accaduto al “Ceravolo” domenica sera, quando il Padova ha espugnato il campo del Catanzaro con un secco 0-1. L’ex allenatore biancoscudato, che conosce perfettamente le dinamiche della Serie B e le insidie del campionato cadetto, ha tracciato un ritratto lusinghiero della squadra veneta, sottolineando come la chiave del successo non sia stata solo la fase difensiva ma l’evoluzione complessiva di un gruppo che ha assimilato le differenze tra la Serie C e la categoria superiore. Una lettura che suona come un campanello d’allarme per il Catanzaro di Alberto Aquilani, ancora bloccato a quota 6 punti e fermo al quindicesimo posto in classifica dopo otto giornate.​

Bisoli e la metamorfosi tattica del Padova

Bisoli non ha dubbi: il Padova di Matteo Andreoletti ha compiuto un salto di qualità fondamentale rispetto alle prime uscite stagionali. “Il Padova mi ha fatto un’ottima impressione: ha capito che la B è completamente diversa dalla C e si è calato con la mentalità giusta e con grande entusiasmo”, ha dichiarato l’ex tecnico, evidenziando come la squadra veneta abbia trovato un’identità precisa e funzionale al campionato. L’allenatore trentaseienne, alla sua prima esperienza in Serie B dopo il trionfo nella scorsa stagione con 86 punti nel Girone A di Serie C, ha saputo correggere il tiro dopo una partenza incerta, costruendo un gruppo compatto e consapevole dei propri mezzi. La vittoria al “Ceravolo” ne rappresenta la conferma più evidente: undici punti in classifica, aggancio alla Carrarese e soprattutto la sensazione di aver trovato la chiave per competere ad armi pari con formazioni teoricamente più attrezzate.​

Il 3-5-2 disegnato da Andreoletti ha mostrato a Catanzaro tutti i crismi della maturità tattica. La linea difensiva composta da Faedo, Sgarbi e Perrotta – proprio quest’ultimo autore del gol decisivo su corner di Barreca – ha retto l’urto dell’assalto finale giallorosso con disciplina e concentrazione. In mezzo al campo, il capitano Crisetig e le mezzali Fusi e Varas hanno garantito equilibrio e copertura, mentre sugli esterni Ghiglione e Barreca hanno fornito sostanza difensiva senza rinunciare alla spinta. Davanti, la coppia Lasagna-Bortolussi ha rappresentato un costante pericolo per la retroguardia calabrese, sfiorando in più occasioni il raddoppio che avrebbe chiuso definitivamente i conti.​

Compattezza e lettura: i segreti anti-Catanzaro

“Non si vince a Catanzaro perché ci si difende come ho letto da qualche parte: ci sono partite nelle quali devi difendere e altre nelle quali puoi esprimere il tuo gioco”, ha spiegato Bisoli, smontando la narrazione di un Padova arroccato in difesa. La realtà, confermata dai numeri, racconta di una squadra capace di adattarsi alle circostanze: il Catanzaro ha dominato il possesso palla con il 57,3% e ha prodotto 19 tiri totali contro i 10 degli avversari, ma sono stati i veneti a creare le occasioni più nitide con 5 tiri in porta contro i soli 3 dei padroni di casa. “La squadra ha fatto una prova ottima proprio sul piano della compattezza: il Catanzaro non ha avuto occasioni pulite perché il Padova è stato bravissimo a chiudere tutti gli spazi”, ha sottolineato l’ex tecnico, mettendo in luce la capacità di lettura difensiva mostrata dai biancoscudati. Una prestazione che ha costretto i giallorossi a sterili possessi senza sbocchi, incapaci di scardinare il muro eretto dalla retroguardia veneta nonostante gli 8 calci d’angolo conquistati.​

Andreoletti, nel post-partita, ha confermato la pianificazione tattica: “Il Catanzaro ha cercato di sfruttare bene le palle esterne, amano trovare traiettorie tra le linee, dove hanno giocatori forti. Siamo stati bravi a difendere stretti, e ad andare a impattare i cross”. Una strategia che ha neutralizzato le qualità tecniche di Cisse e Oudin, i due trequartisti calabresi chiamati a illuminare la manovra offensiva ma rimasti imbrigliati nella ragnatela difensiva padovana. Persino il portiere Pigliacelli, migliore in campo con un 7 in pagella grazie a interventi decisivi su Crisetig e Lasagna, non è riuscito a evitare la beffa sul colpo di testa di Perrotta.​

Gli uomini chiave: Lasagna, Buonaiuto e Bortolussi

Nell’analisi di Bisoli non mancano i riconoscimenti individuali ai protagonisti del nuovo Padova. “Lasagna attacca la profondità come pochi in Serie B”, ha dichiarato l’ex allenatore, evidenziando le caratteristiche dell’attaccante che al “Ceravolo” ha messo in difficoltà la difesa giallorossa con i suoi movimenti alle spalle della linea difensiva. Una qualità che si sposa perfettamente con il lavoro di Bortolussi, giocatore che Bisoli ha sempre apprezzato: “È fondamentale per il Padova nell’azione di raccordo, oltretutto è bravo fisicamente, tiene palla e fa segnare gli altri”. Il riferimento a Buonaiuto, trequartista che l’ex tecnico ha allenato ai tempi della Cremonese, completa il quadro: “È un giocatore tecnico che palla al piede può sicuramente fare la differenza”. Tre profili che rappresentano l’anima del progetto Andreoletti, capaci di garantire qualità ed equilibrio tra le varie fasi di gioco.​

Il Catanzaro e i fantasmi della crisi

Per il Catanzaro di Aquilani, la sconfitta contro il Padova rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme di una stagione finora al di sotto delle aspettative. Zero vittorie, sei pareggi e due sconfitte dopo otto giornate: un bottino magro che vale il quindicesimo posto in classifica e solo 7 reti segnate a fronte delle 9 subite. Il rigore fallito da Iemmello, ipnotizzato da Fortin, simboleggia il momento di difficoltà dei giallorossi, incapaci di capitalizzare le occasioni create e puniti al primo errore.

Le formazioni diverse utilizzate in otto uscite stagionali testimoniano la ricerca affannosa di un’identità tattica ancora sfuggente, con l’alternanza tra 4-2-3-1 e 3-4-2-1 che non ha prodotto i frutti sperati. Aquilani, squalificato per il match contro il Padova e sostituito in panchina dal vice Cristian Agnelli, si trova ora a un bivio: servono punti e serve rapidamente per invertire la rotta e rilanciare le ambizioni di una piazza che non può permettersi di navigare nelle zone basse della classifica.​

Le parole di Bisoli, in questo contesto, suonano come una lezione di realismo: in Serie B non bastano i principi tattici e le statistiche confortanti, serve concretezza, cattiveria agonistica e soprattutto la capacità di portare a casa i tre punti nei momenti decisivi. Il Padova, con la sua crescita graduale e la solidità acquisita, rappresenta l’esempio perfetto di come un gruppo compatto e motivato possa sopperire alla minor caratura tecnica individuale. Per il Catanzaro, invece, è tempo di scelte coraggiose: serve trovare la quadratura, proprio come hanno fatto i veneti dopo una partenza incerta. Altrimenti, il rischio è quello di vedere sfumare anzitempo gli obiettivi stagionali, trascinati dal peso di una crisi che rischia di diventare strutturale.​

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