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venerdì 19 Dicembre 2025

Catanzaro-Palermo, al Ceravolo un tabù lungo 35 anni: i giallorossi cercano la scintilla

Sono passati 35 anni da quel 30 settembre 1990, quando il Catanzaro spazzò via il Palermo con un sontuoso 3-0 firmato da Fontana, Criniti e Coppola. Da allora, il “Nicola Ceravolo” non ha più celebrato una vittoria giallorossa contro i rosanero in campionato. Una maledizione sportiva che la città intera sogna di infrangere e che oggi assume una forza simbolica ancora più profonda, vista la fase complessa che la squadra sta vivendo.​

Catanzaro-Palermo: L’eterno duello del Sud

Catanzaro e Palermo rappresentano due poli orgogliosi del calcio meridionale. Si sono sfidate 52 volte, con un bilancio che sorride al Catanzaro: 18 vittorie, 20 pareggi e 14 sconfitte, con 54 gol segnati e 49 subiti. Eppure, quella supremazia storica non basta ad addolcire l’amaro presente: in casa, l’ultima vittoria giallorossa sui siciliani risale proprio al 1990.​

Il 27 aprile scorso, nell’ultima sfida al Ceravolo, il Palermo si impose 3-1 con reti di Segre e Le Douaron, mentre per i padroni di casa, allenati da Caserta, andò a segno Biasci.

Aquilani e una squadra in cerca di vittoria

Al timone del Catanzaro c’è ora Alberto Aquilani, chiamato a dare forma e sostanza a un progetto che, oggi, vive la sua prima grande turbolenza. Dopo otto giornate di campionato, i giallorossi non hanno ancora assaporato la vittoria: 6 pareggi e 2 sconfitte disegnano un bilancio grigio, figlio di un’identità di gioco ancora in costruzione.​

Il Catanzaro è attualmente quindicesimo in classifica, a pari punti con Bari e Pescara, e paga la sterilità offensiva: solo 7 gol fatti contro 9 subiti, numeri che raccontano di una squadra solida ma incapace di incidere sotto porta. Il dato più paradossale è arrivato dopo il 2 ottobre a Genova, quando i giallorossi hanno strappato il sesto pareggio consecutivo, eguagliando un primato che resisteva dal lontano 1933, appartenente allora allo Spezia.​

L’ultimo ko, lo scorso fine settimana contro il Padova, ha accentuato la sensazione di urgenza. Nella sconfitta per 0-1 al Ceravolo, il Catanzaro è apparso contratto e poco ispirato, vittima del peso psicologico di una vittoria che non arriva mai. Aquilani, tuttavia, continua a predicare calma: il suo calcio resta propositivo, fatto di fraseggi corti e triangolazioni rapide, ma la squadra sembra ancora alla ricerca del colpo d’ala che trasformi le idee in risultati.​

Un tabù lungo 35 anni

Nel contesto di un avvio complicato, la sfida con il Palermo assume quindi un valore doppio. Rompere il digiuno casalingo lungo 35 anni contro proprio quella “bestia nera” significherebbe dare una scossa profonda al morale della squadra e all’ambiente tutto. Il 3-0 del 1990 resta un’icona, una fotografia di un Catanzaro libero, spavaldo, capace di imporsi con energia e qualità. Quel ricordo oggi pesa come ispirazione: la storia chiede di essere riscritta.

Il Ceravolo sarà quasi pieno, la curva compatte nel canto, la città stretta intorno ai suoi colori. Perché, se è vero che i numeri raccontano di un digiuno troppo lungo, è altrettanto vero che certe serate possono cancellare anni di frustrazioni. Contro il Palermo, Aquilani e i suoi avranno davanti non solo un avversario, ma una pagina di storia da ribaltare.

Forse basterà una scintilla. O forse servirà qualcosa di più: carattere, lucidità, fede.
Ma una cosa è certa: Catanzaro-Palermo, trentacinque anni dopo, non è mai stata così carica di significato.

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