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venerdì 24 Ottobre 2025

Il Catanzaro che non vince più cerca l’impresa: Aquilani sfida il Palermo e i fantasmi

La settimana vissuta dal Catanzaro sa di amarezza e delusione, ma anche di consapevolezza e desiderio di riscatto. Il ko interno contro il Padova, maturato al 32′ del primo tempo e mai più ribaltato nonostante i tentativi giallorossi, ha lasciato un segno profondo nell’ambiente. Otto giornate di campionato, ancora nessuna vittoria, sei pareggi e due sconfitte che pesano come macigni sulla classifica e sull’umore di una piazza abituata a sognare in grande. Eppure, proprio nel momento più buio, quando i riflettori si accendono sulla panchina di Alberto Aquilani e le prime voci di contestazione iniziano a circolare, il tecnico romano ha scelto la via dell’onestà emotiva. “Non me lo aspettavo”, ha ammesso senza giri di parole in conferenza stampa, riconoscendo la difficoltà di una situazione inaspettata, ma rifiutando qualsiasi atteggiamento difensivo.​

Confronto e compattezza: la settimana dello spogliatoio

Dopo la sconfitta con il Padova, la settimana è stata vissuta tra amarezza e necessità di reazione immediata. “È stata una settimana passata con amarezza e tanta delusione, perché non ci aspettavamo e non volevamo l’ultimo risultato, ma è ovvio che poi si deve reagire”, ha spiegato Alberto Aquilani in conferenza stampa, ammettendo di trovarsi “in una situazione delicata e inaspettata”. Il tecnico romano ha però voluto sottolineare l’importanza del confronto interno avuto con la squadra: “Ci siamo parlati, ci siamo detti tutto all’interno dello spogliatoio. Ora serve trasformare le parole in fatti sul campo”. Un dialogo necessario per metabolizzare la delusione e ritrovare compattezza in un momento cruciale della stagione.

La risposta è arrivata dal lavoro quotidiano, con allenamenti intensi alla ricerca di nuove soluzioni tattiche. Il tecnico ha lasciato intendere che qualcosa cambierà nella formazione contro il Palermo: non rivoluzioni, ma accorgimenti per ritrovare equilibrio. Il recupero di Davide Bettella, difensore centrale di esperienza, rappresenta una buona notizia, mentre restano out Bruno VerrengiaMarco PompettiFederico Di Francesco e Ruggero Frosinini. Aquilani sa che la partita di sabato sera alle 19:30 è un’occasione preziosa: “Domani la prendo come una grossa opportunità, contro una squadra forte che può darci tanto anche in termini di fiducia. Ho visto un gruppo unito, che ha voglia di reagire e di dimostrare quanto vale”.​

Catanzaro, il messaggio della curva: “Noi vogliamo gente che lotta”

Mentre la squadra lavorava tra le quattro mura di Giovino, fuori dal centro sportivo è apparso uno striscione che ha fatto il giro dei social e dei media calabresi. Firmato dagli Ultras Catanzaro il drappo recitava con chiarezza disarmante: “Noi vogliamo gente che lotta!”. Un messaggio semplice ma carico di significato, rivolto direttamente ai giocatori. La tifoseria catanzarese, tra le più calorose e appassionate del Centro-Sud, ha scelto la via dell’abbraccio critico: vicinanza alla squadra, ma anche richiesta esplicita di maggiore determinazione, spirito di sacrificio e orgoglio nel difendere i colori giallorossi.​

Lo striscione rappresenta perfettamente lo spirito di una piazza che non si accontenta di prestazioni anonime o atteggiamenti rinunciatari. Catanzaro è una città che vive di calcio, che ha conosciuto la Serie A negli anni Settanta e Ottanta e che oggi vuole tornare a sognare. I tifosi chiedono ai propri beniamini di onorare la maglia con la fame e la grinta che hanno sempre contraddistinto l’aquila giallorossa. Aquilani ha raccolto il messaggio, consapevole che il sostegno del pubblico sarà fondamentale al “Nicola Ceravolo” contro una delle corazzate del campionato.​

Palermo, banco di prova e opportunità

Sabato sera, alle ore 19:30, il Catanzaro ospiterà il Palermo di Filippo Inzaghi, formazione costruita per vincere il campionato e attualmente seconda in classifica con sedici punti. Una sfida che sulla carta appare proibitiva, ma che Aquilani vuole trasformare in stimolo: “La prendo come una grossa opportunità, contro una squadra forte che può darci tanto anche in termini di fiducia”, ha dichiarato il tecnico romano, rifiutando di guardare solo l’aspetto negativo della situazione. Il confronto diretto tra due ex compagni di squadra, Aquilani e Inzaghi, aggiunge fascino alla sfida, ma entrambi sanno che sul campo conteranno solo i novanta minuti e la capacità di imporre il proprio gioco.​

Il Palermo arriva a Catanzaro senza i propri tifosi, fermati da un divieto prefettizio, ma con una rosa di altissimo livello e un’organizzazione tattica collaudata. Inzaghi ha avvertito i suoi: “Scordiamoci dei problemi del Catanzaro, è una squadra che pressa bene e ha un bravissimo allenatore”. Parole di rispetto che testimoniano come nessuno, nemmeno le big della categoria, voglia sottovalutare le Aquile. Per il Catanzaro si tratta di una prova di maturità, l’occasione per dimostrare che i valori espressi nella scorsa stagione non sono scomparsi e che la nuova rosa, rivoluzionata con diciassette nuovi acquisti, può competere ai massimi livelli della Serie B.

La scintilla cercata da Aquilani

Alberto Aquilani è arrivato a Catanzaro in estate con l’obiettivo di dare continuità al progetto avviato da Vincenzo Vivarini e Fabio Caserta e portare la squadra verso traguardi ambiziosi. La sua filosofia si basa su un calcio propositivo, aggressivo, fatto di pressing alto e verticalizzazioni rapide. Ma finora qualcosa si è inceppato: la squadra parte bene, come dimostrato nei primi venti minuti contro il Padova, ma poi perde lucidità nei momenti chiave e sbaglia nelle scelte decisive. Il tecnico romano lo sa, e per questo ha insistito più volte sul concetto del “coltello tra i denti”, un’espressione che racchiude l’atteggiamento mentale richiesto per uscire dalla crisi.

La scintilla che Aquilani cerca potrebbe accendersi proprio contro il Palermo. Una prestazione di carattere, magari accompagnata da un risultato positivo, restituirebbe morale e fiducia a un gruppo che ha bisogno di ritrovare certezze. Il tecnico ha ribadito più volte: “Ho una squadra forte, su questo non ho dubbi. Mi fido dei miei ragazzi”. Parole che suonano come un patto di fiducia reciproca tra allenatore e spogliatoio, un’alleanza necessaria per affrontare una delle sfide più complicate della stagione. La piazza giallorossa osserva, attende e spera. Perché Catanzaro non è solo una squadra, ma un’intera città che vive di passione, di sogni e di quella voglia di lottare che la curva ha chiesto a gran voce. Domani sera sarà il momento della verità.​

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