La conferenza del ds giallorosso ha suscitato diverse reazioni rispetto alla difesa che lo stesso ha fatto del suo operato. E non poteva che essere così, conoscendo lo storico del personaggio nel calcio ed il suo carattere fumantino. Ma una opportuna riflessione è d’obbligo in merito a questo argomento.
Ciro Polito arriva a Catanzaro dopo che il Presidente Floriano Noto aveva inizialmente percorso altre strade ed obiettivi, uno su tutti il giovane rampante manager Matteo Lovisa, assoluto protagonista della rivelazione Juve Stabia. Poi viene scelto l’ex Bari, in un momento storico delicatissimo per la contemporanea, quanto clamorosa uscita di tre personaggi apprezzatissimi in città e oltremodo determinanti per i grandi ultimi successi della squadra: il DG Diego Foresti, il DS Giuseppe Magalini e l’amatissimo tecnico Vincenzo Vivarini.
Viene, dopo un periodo di casting mai confermato, annunciato il nuovo mister Caserta e la piazza inizia a rumoreggiare, dimostrando di non gradire la scelta che viene erroneamente letta “come scarto del Cosenza”. Il ds inizia a lavorare alacremente in una corsa contro il tempo e mette a segno un acquisto dietro l’altro, fino a quando nelle ultime ore di mercato vengono annunciati nomi importanti come D’Alessandro, Demba Seck, Coulibaly, La Mantia e Buso.
La tifoseria sembra apprezzare questi movimenti di grande impatto e si placano le polemiche. A conti fatti il saldo è positivo, perché nessuno avrebbe ipotizzato in quel momento che a tre giornate dalla conclusione ci si sarebbe posizionati al sesto posto insieme al Palermo. E va detto che il portiere Pigliacelli, il centrale Bonini e poi a gennaio Quagliata e il rumeno Ilie, sono stati colpi da maestro del ds, anche sotto l’aspetto economico. Altri due calciatori come Pittarello e Cassandro sono stati affidabilissimi per utilizzo tattico, serietà, impegno e fisicità.
Purtroppo altre importanti intuizioni di mercato non sono andate bene per i tanti problemi fisici di calciatori che potevano essere decisivi. Parliamo di D’Alessandro, Compagnon, Buso, Coulibaly e La Mantia. Se elementi di questa importanza fossero stati a posto fisicamente, alla luce di quanto s’è visto finora, il Catanzaro avrebbe davvero potuto non ‘abusare’ della vecchia guardia, operando opportune rotazioni ed essere lì a giocarsi il quarto posto con la Cremonese. Per completezza di informazione, il ds si era cautelato con tutti questi calciatori offensivi, perché il modulo adottato da mister Caserta doveva essere il 4 2 3 1.
La storia la si conosce, si è andati sul 3 5 2 più vicino alle abitudini tattiche dei senatori, quindi altri elementi come Turicchia, Ceresoli e Volpe sono poi stati ceduti, mentre un altro tassello importante del mercato estivo come Koutsoupias è andato via per sua espressa volontà, nonostante ds e tecnico puntassero molto su di lui. Lettura ad oggi su operato del ds: persona molto sveglia ed operativa, movimenti molto importanti e riusciti, altri potenzialmente di livello, ma nei fatti non all’altezza causa infortuni a catena. Altri ancora non associabili al progetto, per cambio modulo operato in corsa da mister Caserta.
Contributo della vecchia guardia determinante alla luce di quanto già esposto: Brighenti stoico e leader a 35 anni, Scognamillo strepitoso per l’intera stagione ed ora molto stanco, Petriccione, Pontisso e Pompetti riferimenti assoluti ed imprescindibili in mezzo al campo, il Capitano Pietro Iemmello leader, goleador, assoluto protagonista di giocate e realizzazioni di altissima scuola. Il mister durante la conferenza di ieri si è giustamente stizzito quando qualcuno ha chiesto novità su calciatori da schierare e sollecitato l’utilizzo di Biasci dal primo minuto. Tommy che è nel cuore di tutti noi, conta 28 presenze su 35 partite, di cui 17 dall’inizio ed ha collezionato 4 gol (pochi per il suo score passato) e 2 assist.
Purtroppo, al momento, non è stata la sua migliore stagione e si capisce il fastidio di Caserta sul luogo comune dello scarso utilizzo del calciatore. In effetti si è diviso equamente il ruolo di spalla dello Zar con Filippo Pittarello, che di presenze ne ha 30, 19 volte dall’inizio e solo 2 gol all’attivo. Il lavoro del mister, è stato reso altresì arduo dalla stagione molto complicata di Antonini dal punto di vista fisico e dai continui infortuni di Mario Situm.
Nonostante tutto la squadra alla giornata 27, dopo la prestigiosa vittoria di La Spezia, era quarta in classifica e SOLO questo incredibile calo nelle ultime otto gare, ha palesato una difficoltà fisica e mentale insospettabile a questi livelli. Dopo La Spezia, pari interno deludente con la Reggiana, sconfitta bruciante a Cremona, vittoria fantastica nel derby, sconfitta assurda a Modena, pirotecnico pari interno con il Bari, pari a Carrara, sconfitta casalinga con il Palermo e ancora sconfitta esterna con la Juve Stabia.
Otto gare e solo sei punti, conseguenza di una sola vittoria, tre pareggi e ben quattro sconfitte. Escluso il derby, salviamo solo il pari interno con il Bari, con vittoria sfuggita solo all’ultimo minuto e in una partita giocata bene in fase offensiva; pari esterno a Carrara su un campo sintetico difficilissimo per tutti, dove si è andati vicinissimi alla vittoria grazie ad un secondo tempo di livello. Oggi evitiamo l’analisi tecnico tattica su partita ed avversario, soprattutto non abbozziamo formazioni. Ci limitiamo a considerare che gli unici dubbi del mister possano essere i seguenti: confermare Antonini in difesa, oppure far rientrare Brighenti; rischiare Situm dall’inizio oppure confermare Cassandro; Pittarello o Biasci al fianco di Iemmello.
L’avversario è di grande prestigio, ma con l’acqua alla gola. Inoltre si gioca la gloria, perché sarebbe la prima volta in 80 anni di storia, a dover giocare in Serie C. Il Catanzaro però non ha alternative: davanti al suo pubblico non può deludere ancora una volta le aspettative e deve ASSOLUTAMENTE vincere. Agguantare il sesto posto da soli è l’unica strada per disputare il preliminare play off in casa con due punteggi a favore. E per farlo bisogna sopra avanzare di almeno un punto il Palermo che è stato dietro tutta la stagione.
Nelle ultime otto partite è stato bruciato un vantaggio competitivo importante, Il Catanzaro deve riprendersi ciò che GIÀ era suo. Parola al campo di gioco!