Promo desktop
Gourm Eat Rivista
martedì 18 Novembre 2025

Catanzaro e il talento degli “esclusi”: quando lo scouting alternativo scrive la storia (e fa cassa)

La Serie B – come la Serie C – è diventata il terreno di riscatto per tanti “esclusi” e Catanzaro è un esempio-matrice per tutti. In un calcio dove spesso il talento passa in secondo piano rispetto alla logica dei grandi nomi, in Italia sempre più società scelgono di “ripescare”, credere nella seconda occasione, pescare dai rifiutati e rendersene prima protagonisti che plusvalori di mercato. È una storia che parla di modelli vincenti, numeri pesanti e di visioni che aprono cicli.


Casi concreti: da panchinari e “sottovalutati” alle stelle del Ceravolo

Basta spulciare le cronache – non le favole e senza forzare – per trovare nomi che sono diventati patrimonio del Catanzaro… dopo essere stati “scartati” altrove o sottovalutati dal calcio mainstream.

  • Panos Katseris: Arrivato da sconosciuto dai dilettanti, si è preso la fascia sotto Vivarini in C e in B e si è guadagnato la vetrina internazionale. Nell’inverno 2024 è passato al Lorient in Ligue 1 per 2,4 milioni di euro, una delle massime plusvalenze giallorosse di sempre.
  • Brian Bayeye: Sbarcato in Italia dal Troyes, dove giocava prima del Catanzaro, che ha saputo aspettarlo e instradarlo in Serie C. Nel 2022 il suo valore è esploso, convinto il Torino a spendere circa 800.000 euro per portarlo in A.
  • Federico Bonini: Prelevato dalla Virtus Entella in Serie C, è diventato titolare e uomo-mercato a Catanzaro grazie anche al suo vizio del gol, ceduto nell’estate 2025 all’Almeria in Spagna per una cifra vicina ai 3 milioni.
  • Andrea Fulignati: Da secondo a Perugia in B a protagonista assoluto della promozione giallorossa, fino a una stagione in B da lasciapassare per la Cremonese (oltre 1 milione di euro) e, oggi, dopo la promozione con i grigiorossi, tra i portieri di valore in Serie B con l’Empoli.
  • Jari Vandeputte: Allontanato dalla Serie B dopo una stagione opaca a Vicenza, a Catanzaro si è trasformato in leader tecnico e statistica (28 gol, 53 assist, più di 3 milioni di incasso con la cessione alla Cremonese), diventando il miglior assist-man della cadetteria.

Tutte storie vere, verificate, con una costante: Catanzaro ha sempre comprato basso e venduto alto, perché ha investito più in percorso che in “nome”.


Da “non pronti” a valore: la filosofia del Catanzaro applicata alla Serie B

La strategia è chiara. Il club giallorosso – con la regia di dirigenti come Massimo Bava e Ciro Polito, e di Giuseppe Magalini in passato – guarda oltre l’etichetta di “rifiutato”: cerca strategicità, dati (progressive runs, ricezioni tra le linee, impatto nelle zone calde, resistenza psicologica dopo un errore), crea il contesto per far sbocciare qualità, accetta il tempo del margine d’errore, fa crescere e capitalizza.

E quando si vince, tutti si ricordano delle plusvalenze (oltre 10 milioni negli ultimi tre anni!), ma nessuno vede i pomeriggi sui cambi e le nottate passate sui campi, la fiducia a chi sbaglia, gli ingressi dosati dei giovani dal 2005 al 2007 con minutaggi tarati e tutor esperti in campo.


La lezione giallorossa: come lo scouting “alternativo” può incidere sui destini

Non tutte le storie sono a lieto fine, certo: inserire un giocatore fuori ruolo, bruciare una “scommessa” sul piano fisico o promettere centralità quando non c’è progetto condiviso portano errori e plusvalenze mancate. Ma la filiera U19-prima squadra oggi è chiara e mirata. Catanzaro, grazie a scouting, laboratori dati e rapporto sano tra staff, ha dimostrato che si può crescere e autofinanziarsi senza emulare i “grandi padroni”. Il prossimo nome? Potrebbe essere Mattia Liberali, ripescato dal Milan dove era giudicato “non ancora pronto”.


Storie da esportare (e da emulare)

Guardando l’intera Serie B, la strada è segnata dai successi di chi ha riscritto il proprio destino: Lapadula da “sopravvalutato” a capocannoniere, Gatti dalla Serie D alla Juventus, Di Gregorio uscito dall’Inter e sbocciato a Monza; Hjulmand dal silenzio al Lecce europeo.

Ma la differenza – e lo sanno bene i tifosi giallorossi – è far sì che lo scouting alternativo sia cultura di club, non solo occasione. Catanzaro oggi ne è la dimostrazione: qui il futuro lo scrivono anche gli “esclusi”, chi sa aspettare e chi sa vedere oltre.


Il calcio non è solo quello delle superpotenze economiche: c’è un’Italia creativa e avanguardista che ha trovato nel Catanzaro uno dei suoi modelli. Qui un “no” diventa un “sì” da milioni e una plusvalenza, se ben preparata, vale più di mille proclami. E mentre nei salotti si discute di grandi acquisti, al Ceravolo (e tra i suoi scout) si lavora silenziosi… per il prossimo colpo “non mainstream”.

Articoli correlati

Ultimi articoli