Non è solo una questione di calendario, ma di metodo. Di equilibrio, di visione e soprattutto di tempo. Avere certezze a inizio giugno nel calcio moderno è un vantaggio competitivo non trascurabile. Lo sa bene il Catanzaro del presidente Floriano Noto, che rispetto alla scorsa estate può finalmente permettersi di pianificare, costruire e migliorare senza l’ansia del rincorrere le urgenze.
Lo scorso anno, la rivoluzione tecnica prese forma solo a luglio. Dopo la rottura traumatica con Vincenzo Vivarini e il direttore sportivo Giuseppe Magalini, il club si trovò costretto a ricostruire da zero, con urgenza e sotto pressione. L’arrivo di Ciro Polito alla guida dell’area tecnica e la nomina di Fabio Caserta in panchina rappresentarono scelte forti e coraggiose, ma inevitabilmente condizionate dal contesto emergenziale. Si trattò di decisioni efficaci, certo, ma maturate in un clima di rincorsa. Il tempo per pianificare fu risicato, il mercato fu avviato senza la necessaria continuità, e molti interventi — tra entrate e uscite — furono frutto più dell’intuito che di una visione consolidata.
Ora la musica è cambiata.
Dopo una stagione che ha regalato ai tifosi giallorossi la soddisfazione di un sesto posto in classifica e una corsa playoff vissuta fino alla semifinale, il Catanzaro può ripartire su basi solide. La conferma di Polito alla guida dell’area tecnica è stata il primo segnale forte. Una scelta che dà continuità al lavoro iniziato l’anno passato, e che consente al club di portarsi avanti su tutti i fronti: dai rinnovi contrattuali alle cessioni, dagli innesti strategici alla gestione del settore giovanile.
Non meno importante è il discorso legato alla panchina. Le voci sul futuro di Caserta si rincorrono, ma la sensazione – suffragata anche da fonti vicine all’ambiente – è che il tecnico di Melito Porto Salvo proseguirà il proprio percorso in riva allo Ionio. Sarebbe una conferma tutt’altro che banale, perché significherebbe cementare non solo un’idea tecnica, ma soprattutto un’identità che la squadra ha dimostrato di saper interpretare con maturità e convinzione.
Iniziare a giugno con l’organigramma definito significa avere il tempo necessario per progettare con calma. Non solo per scegliere i profili giusti da integrare, ma per valutare i passi da compiere anche sul piano logistico, come l’eventuale arrivo di un nuovo campo da allenamento o il potenziamento dello staff medico, elementi che Polito avrebbe già posto sul tavolo della discussione con la società.
Il Catanzaro costruisce il futuro con mesi di anticipo
Questo tempo in più, rispetto alla scorsa stagione, rappresenta un capitale prezioso. Le società che riescono ad anticipare le mosse, senza affanni, sono spesso quelle che a fine anno si ritrovano più avanti, non solo in classifica ma nella capacità di affrontare gli imprevisti che una stagione lunga e complessa può riservare. Il Catanzaro, stavolta, non dovrà ricorrere a corse contro il tempo per tesserare, assemblare e allenare: potrà farlo con metodo.
C’è da credere che Polito, forte di un anno di conoscenza approfondita dell’ambiente, saprà calibrare meglio anche gli investimenti. Alcuni profili come Ilie e Quagliata hanno lasciato intravedere potenziale, ma vanno compresi i margini economici e tecnici per una conferma. Il mercato, in questo senso, sarà tanto creativo quanto oculato: il club non ha necessità di rivoluzioni, ma solo di mirati ritocchi per alzare ulteriormente il livello.
In questo scenario, il clima che si respira è profondamente diverso rispetto a dodici mesi fa. Allora si partiva tra mille dubbi e con un’identità da riscrivere. Oggi, invece, il Catanzaro può contare su una struttura dirigenziale coesa, su un’identità tecnica già assimilata e su un pubblico sempre più coinvolto e affezionato. L’obiettivo non sarà soltanto confermare quanto di buono fatto, ma alzare l’asticella, magari puntando con decisione ancora più marcata ai piani alti della Serie B.
In attesa delle prime operazioni ufficiali di mercato, la sensazione è che l’ambiente stia lavorando sottotraccia, con intelligenza. Come spesso accade, le prime settimane di giugno non producono titoli altisonanti, ma è proprio qui che si pongono le fondamenta per le imprese future.
Il Catanzaro ha già un vantaggio
Il Catanzaro del futuro nasce ora. E lo fa con le idee chiare. Con una direzione sportiva confermata e credibile, con un tecnico stimato pronto – si spera – a proseguire il proprio cammino, e con una proprietà che ha dimostrato, ancora una volta, di sapere dove mettere le mani. Tutto il resto potrà arrivare con naturalezza: i colpi di mercato, le sorprese, i sogni.
Ma intanto, per una volta, il Catanzaro può godersi l’inizio dell’estate da protagonista della propria narrazione, e non da spettatore incerto. Una piccola, grande differenza.