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venerdì 22 Agosto 2025

Catanzaro-Sudtirol: non solo Casiraghi e Iemmello. Ecco i duelli che spostano

Focus sui binari e sulla “briglia” tattica del capitano altoatesino. Ma non solo.

La Serie B del Ceravolo si riaccende con una partita che promette ritmo e contrasti. Da una parte il Catanzaro di Alberto Aquilani, che in Coppa Italia ha confermato il 4-2-3-1 con principi propositivi; dall’altra il Sudtirol di Fabrizio Castori, fedele a un 3-4-2-1 verticale e muscolare. Dentro questo incrocio si nasconde spesso la differenza tra tre punti e rimpianti: gli uno contro uno sui binari, i tempi del centrocampo, le seconde palle. Due le sfide simbolo: Gianluca Di Chiara contro Hamza El Kaouakibi sulla corsia mancina giallorossa e Simone Pontisso contro Fabian Tait, capitano altoatesino, nel cuore del gioco. Ma la partita si allargherà a più incastri, perché i sistemi di gioco si toccano e si sfidano zona per zona.

Catanzaro-Sudtirol, i binari: Di Chiara vs El Kaouakibi

Il Catanzaro costruisce con i terzini che spingono e rientranoDi Chiara è il regista esterno della manovra, alterna ampiezza e sovrapposizioni interne, sa rifinire corto sul trequartista (Rispoli o Liberali in rifinitura) e sul taglio di Nuamah. La sua qualità nel cross sul secondo palo è un’arma conosciuta, quello che farà la differenza sarà il timing delle chiusure preventive quando il Sudtirol ribalta il campo.

Di fronte troverà El Kaouakibi, quinto di fascia che con Castori alza il baricentro in uscita diretta: ricezione verticale, spinta in profondità e traversoni tesi per la prima punta (Pecorino o Odogwu) e per il trequartista che stringe (Casiraghi). Se il marocchino avrà metri, l’inerzia della partita tenderà a portarsi sul lato destro altoatesino. Qui Di Chiara dovrà leggere bene quando accorciare aggressivo e quando invece scivolare allineandosi ai centrali (Brighenti/Antonini) per proteggere la profondità. In Coppa, contro il Sassuolo, il Catanzaro ha retto proprio quando le scalate erano sincronizzate: stessa cosa servirà domenica, perché il Sudtirol conta molto sulla prima ampiezza per risalire.

Dettaglio da non sottovalutare: Nuamah (o chi per lui) può “inchiodare” El Kaouakibi con una posizione larga e alta nelle fasi di possesso, riducendone la corsa in avanti. Ogni volta che l’ala giallorossa riceve sul piede forte e punta l’uomo, il quinto avversario viene costretto a difendere frontale; lì il raddoppio di Kofler o Giorgini aprirà spazi per il taglio interno di Iemmello. Viceversa, se El Kaouakibi uscirà spesso in due contro uno con Tait a copertura, il Catanzaro dovrà cambiare lato con velocità per sfruttare l’altro corridoio.

Il centro: Pontisso vs Tait, la “briglia” e il metronomo

Nel 4-2-3-1 di Aquilani, Simone Pontisso è il secondo regista accanto a Jacopo Petriccione: pulizia del primo controllo, verticalità senza forzare, protezione del centrale che esce. Il suo vero compito, però, sarà spezzare la catena centrale del Sudtirol: in pressione su Tait quando imposta e in copertura dell’half-space quando gli altoatesini alzano il trequartista fra le linee (Casiraghi o Mallamo).

Fabian Tait è la briglia tattica di Castori: esterno, interno, equilibratore. Se gioca “otto” accanto a Coulibaly porta aggressione in avanti e trasforma i duelli in seconde palle; se scivola da quinto, guida le uscite e porta cross dal fondo. Il duello con Pontisso sarà doppio: con palla, per decidere chi detta i tempi; senza palla, per capire chi concede la prima uscita pulita all’avversario. Se Pontisso riuscirà a schermare la prima trasmissione su Tait costringendo i centrali a giocare lungo, il Catanzaro potrà difendere in avanti con Brighenti e risalire più rapidamente. Se invece Tait avrà libertà di palleggio, il Sudtirol entrerà nel suo habitat: palla avanti, squadra corta, secondi palloni.

Un accorgimento chiave: con palla giallorossa, Petriccione può scendere in mezzo ai centrali per fissare la prima linea a tre e liberare Pontisso tra le linee di pressione; da lì la palla filtrante sul movimento di Rispoli o il corridoio per Iemmello diventano soluzioni ad alta percentuale.

Catanzaro-Sudtirol, non solo due duelli: dove può girare la partita

Iemmello vs Bordon/Giorgini. Il capitano giallorosso attacca meglio in contro-tempo che in profondità pura. Se riceverà tra le linee sul piede, potrà girarsi e rifinire; se verrà marcato “a uomo” da un braccetto, servirà l’uscita a muro della seconda punta (Biasci/Buso) per liberarlo di ritorno. Attenzione alla protezione su cross bassi: il Sudtirol difende bene l’area ma può soffrire le palle dietro la linea.

Casiraghi tra le linee. È il giocatore che più sposta dell’undici di Castori: tiro, ultimo passaggio, punizioni. Il Catanzaro dovrà lavorare sul corridoio di sinistra altoatesino (Casiraghi tende a ricevere in quel mezzo-spazio), con Antonini pronto a uscire forte ma coperto dalla scivolata del mediano lato palla. Fallire il tempo dell’uscita significa lasciargli il destro dal limite, e i numeri dicono che è un rischio da evitare.

Le palle inattive. Qui i dettagli pesano: Tait e Odogwu garantiscono impatto aereo, Casiraghi la qualità del servizio. Il Catanzaro dovrà proteggere il primo palo con un uomo fisso e liberare Antonini o Bettella (ottimo stacco) come cacciatore sulla palla. A parti invertite, i cross di Di Chiara e la presenza di Pittarello – se impiegato – offrono una dimensione alternativa per attaccare il secondo tempo dell’azione.

Transizione difensiva giallorossa. Il Sudtirol è letale nel recupero alto e nelle corse all’indietro degli avversari. La rest-defence di Aquilani – due centrali + mediano in copertura, terzino opposto dentro il campo – dovrà essere ordinata: se Di Chiara spinge, Frosinini stringe a tre e Pontisso resta collegato. Così si evitano ripartenze su El Kaouakibi e sugli strappi di Zedadka (se impiegato).

Le chiavi per indirizzare il risultato

Ritmo e pazienza. Il Catanzaro deve imporre la propria circolazione nei primi 20 minuti, senza forzare: attirare il lato forte del Sudtirol e cambiare fronte con Petriccione e Pontisso. Quando l’inerzia accorcia gli altoatesini, arriva lo spazio per i tagli sul secondo palo di Nuamah o D’Alessandro.

Durezza nei contrasti. Il Sudtirol vive di duelli: se il Catanzaro pareggia l’intensità nei 50-50, riduce la fonte primaria di energia di Castori. Qui entrano in scena Antonini e Brighenti, chiamati a un lavoro “sporco” ma decisivo.

Gestione dei cambi. L’impatto di Favasuli da terzino di spinta nel finale può cambiare l’inerzia, così come la fisicità di Odogwu introdotta a gara in corso per gli ospiti. Chi leggerà meglio il momento tattico dall’ora di gioco in poi potrà raccogliere i frutti.


Se Di Chiara riuscirà a limitare le corse di El Kaouakibi e allo stesso tempo a incidere con i suoi traversoni, il Catanzaro accenderà il lato sinistro, quello più produttivo. Se Pontisso terrà il guinzaglio su Tait, impedendogli di ordinare ripartenze e seconde palle, gli uomini di Aquilani controlleranno il centro. Ma la gara si giocherà anche nell’ombra: nelle uscite dei centrali, nelle palle inattive, nelle transizioni dopo palla persa. È lì che una Serie B esigente come quella di quest’anno premia chi cura i dettagli.

Il Ceravolo sa riconoscere i duelli veri: domenica li guarderà da vicino. E capirà presto se la prima in casa potrà trasformarsi in un segnale forte alla stagione.

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