Nel giorno in cui il calcio dovrebbe accendere i riflettori sull’esordio in Serie B, la comunità giallorossa sceglie di abbassarli. La Curva Massimo Capraro ha annunciato che resterà in silenzio per i primi cinque minuti di Catanzaro–Südtirol – gara in programma domenica 24 agosto, ore 21 al “Nicola Ceravolo” – per rendere omaggio al piccolo Marco, il bimbo di due anni tragicamente scomparso ieri a Catanzaro. Un gesto semplice e potente, che trasforma lo stadio in un luogo di abbraccio collettivo.
Il comunicato della Curva: «Tutto il resto passa in secondo piano»
Nel testo diffuso dagli ultras, dal titolo «In silenzio per i primi cinque minuti di partita», si legge che «quello che è successo ieri a Catanzaro rappresenta una tragedia che sconvolge e addolora un’intera comunità». Per questo motivo, la Curva Massimo Capraro «resterà in silenzio per i primi CINQUE MINUTI» della sfida con il Südtirol, esponendo uno striscione di vicinanza e solidarietà. L’invito è rivolto a tutti i settori: «Non esiste azione di gioco che possa prevalere sul cordoglio che tutto il popolo giallorosso dovrà manifestare». Il messaggio si chiude con una frase che è già simbolo: «Ciao piccolo Marco, ora brilla da lassù».
Parole nette, che restituiscono la misura di un dolore capace di andare oltre la rivalità sportiva e le dinamiche della partita. In quelle righe c’è l’essenza di una curva che sa farsi coscienza civile della città, e che chiama l’intero Ceravolo a un rispetto condiviso.
La città in lutto: cosa è accaduto
La tragedia si è consumata nel quartiere Janò, a nord del capoluogo. Secondo le prime ricostruzioni, un furgone in manovra ha investito il bambino, che stava giocando in cortile. I sanitari giunti sul posto non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Il conducente, che non si sarebbe accorto dell’accaduto, è stato rintracciato successivamente dalle Forze dell’Ordine; appresa la notizia, si è sentito male. Sono dettagli essenziali, raccontati con il dovuto pudore: in questa pagina dolorosa non c’è spazio per la morbosità, ma per il rispetto e la vicinanza alla famiglia.
Lo stadio come comunità: partecipare, in silenzio
Domani sera, al fischio d’inizio, il “Ceravolo” sarà chiamato a una prova di maturità e unità. La Curva ha chiesto a ogni spettatore – in Curva Ovest, Distinti, Tribuna e Curva Est (settore ospiti) – di sospendere cori e bandiere per cinque minuti, lasciando parlare soltanto il silenzio. È un gesto che vale più di un coro: una pausa che abbraccia i genitori di Marco, la loro famiglia, e tutte le persone coinvolte.
In un calcio spesso travolto dal rumore, l’assenza di suoni diventa un segno di presenza. Cinque minuti che non cambieranno un risultato, ma possono cambiare il senso di una serata: ricordare che dietro colori e sciarpe ci sono persone, storie, fragilità.
Oltre la cronaca: il dovere di una città
Il Catanzaro ha imparato negli anni a fare del proprio stadio un luogo di memoria oltre che di tifo. La scelta della Curva Massimo Capraro si inserisce in questa tradizione: quando la comunità è ferita, la squadra e i suoi tifosi sanno stringersiattorno a chi soffre. Ecco perché domani i primi minuti di Catanzaro–Südtirol avranno un valore che supera l’agonismo: saranno tempo sospeso, dedicato a un bambino che non c’è più e alla dignità di un dolore che appartiene a tutti.
A chi andrà allo stadio, l’invito è semplice e chiaro: arrivare con anticipo, prendere posto e unirsi al silenzio. Nessuna coreografia, nessun boato: soltanto il rispetto. Poi, al termine di quei cinque minuti, il Ceravolo potrà riaccendere la voce e accompagnare le Aquile con la consueta passione. Ma prima viene Marco.
Ciao, piccolo Marco. Catanzaro ti terrà nel cuore.