Al “Curto” si è sentito quel silenzio breve che cade un attimo prima dell’esplosione. Minuto 11 della ripresa: palla che rimbalza al limite, D’Ippolito ci arriva con il tempo giusto e la mette dentro. Esultanza di pancia, compagni addosso, panchina in piedi. È il gol che sembra spalancare la prima vittoria casalinga della stagione del Catanzaro Under 17. Sembra, appunto. Perché al 35’ Sciortino riporta su l’asticella del Palermo e firma l’1-1. Finisce così, con un pizzico di amaro in bocca e la sensazione – netta – che questa squadra stia salendo di livello, settimana dopo settimana.
Dal pugno preso alla risposta: il percorso è quello giusto
L’inizio non era stato morbido: ko all’esordio con la Lazio, poi la scossa del 2-6 a Pescara, uno spartiacque più mentale che tecnico. A dire: possiamo far male quando spingiamo insieme. Il pari con il Palermo è il pezzo successivo del puzzle: meno frenesia, più letture, linee corte per buona parte del match. A tratti il Catanzaro ha controllato ritmo e seconda palla, dando l’idea di avere un’idea precisa di come stare in campo.
Non è ancora una squadra “finita”, l’ha detto chiaramente anche mister Facciolo: bisogna alzare il livello per tutti e novanta i minuti. “Nella ripresa abbiamo fatto più fatica, anche per merito del Palermo, e non siamo riusciti a mantenere il controllo della gara”, ha spiegato. È qui che passa il confine tra una buona prestazione e una vittoria che ti cambia la settimana. Ma la traccia è chiara.
La partita: avanti con D’Ippolito, occasione per chiuderla, pari rosanero
Partita vera, di duelli e dettagli. Il Catanzaro la prepara bene: fase di non possesso ordinata, aggressione sul primo controllo, attenzione alle uscite esterne per togliere profondità ai rosanero. La sblocca D’Ippolito a inizio ripresa, con il gol che incendia l’aria del “Curto”. Lì i giallorossi hanno il match-ball: un paio di ripartenze pulite, una situazione in area che gridava 2-0. Non arriva. E quando non la chiudi, il calcio – soprattutto a quest’età – ti presenta il conto. Al 35’ Sciortino trova il varco e punisce: 1-1.
Non è un pareggio casuale, è un tiro e molla tra due squadre che vogliono giocare. Il Catanzaro costruisce, il Palermoinsiste e alza i giri: nella mezz’ora finale i rosanero sporcano le linee di passaggio, accorciano in avanti e costringono i giallorossi a qualche lettura meno lucida. È la parte della gara che mister Facciolo metterà sul tavolo nella settimana di lavoro.
Nervi, identità, dettagli: cosa resta (e dove migliorare)
Le ammonizioni nel secondo tempo – Calafiore, Varone, Castro Rombolà – dicono che un filo di nervosismo c’è stato. Normale, pure giusto in una gara in cui hai l’inerzia in mano e te la vedi scivolare via. La differenza sta nel canalizzarlo: trasformarlo in una pressione ordinata, non in falli che spezzano il ritmo. Qui passa una fetta della “maturità di reparto” che l’Under 17 sta costruendo.
Dall’altra parte c’è molto da portarsi a casa. La compattezza nei primi 60’, la qualità delle uscite palla al piede quando c’è campo, la disponibilità degli esterni a fare la doppia fase, la scelta del momento per andare in ampiezza o cercare la ricezione tra le linee. E soprattutto lo spirito. Facciolo l’ha messo giù semplice: “Mi porto la crescita nell’attenzione e nel sacrificio”. Tradotto: il gruppo comincia a riconoscersi in un’idea precisa, e questo nel settore giovanile vale oro.
Due episodi che pesano
- Il gol che non chiude la partita: quel 2-0 mancato è il fotogramma chiave. A questi livelli, un allungo cambia psicologia e spazi. Il lavoro da fare è tutto lì: trasformare le occasioni pulite in colpi del ko.
- La gestione dopo l’1-1: serviva cinque minuti di possesso “ragionato”, per far scorrere l’orologio e togliere ossigeno al Palermo. È l’abc della gestione, ma lo impari solo vivendolo.
La sosta al momento giusto, poi Napoli: banco di prova vero
Adesso c’è la sosta: due settimane piene per rimettere benzina e ripassare i dettagli. Un lusso, in un calendario che spesso ti rimette subito in campo. Il prossimo appuntamento è Napoli, trasferta che pesa, di quelle che misurano la tenuta quando cambiano ambiente, ritmo e riferimenti. Facciolo l’ha detta senza giri: “Andiamo a fare un’altra buona prestazione e, di conseguenza, cercare un risultato positivo”. La strada è questa: prestazione prima, risultato poi. Ma senza dimenticare che certe occasioni vanno prese per la collottola.
Le facce della domenica
Non serve snocciolare undici nomi: bastano tre fotogrammi per capire l’umore. Gisotti che richiama la linea a salire dopo un’uscita alta, il capitano che stringe il cerchio all’85’, D’Ippolito che lascia il campo con la faccia di chi ha fame e non si accontenta. È calcio giovanile, sì, ma è anche un laboratorio dove identità e carattere crescono insieme.
Resta un punto, che potevano essere tre. Resta un’identità un filo più definita rispetto a due settimane fa. Resta la consapevolezza che, quando il Catanzaro fa le cose semplici con continuità, mette in difficoltà anche un Palermo strutturato. Manca la cattiveria del 2-0 e la gestione pulita del finale: ci si lavora. Se il filo è quello visto tra Pescara e “Curto”, la classifica, col tempo, racconterà la stessa cosa.
La domanda da portarsi a casa è una sola: quanto in fretta questa Under 17 riuscirà a mettere insieme prestazione e gestione? La risposta passa da Napoli. E, a guardare negli occhi questi ragazzi, non sarà una risposta timida.