Nel giorno di vigilia di Como–Lazio, che apre la Serie A 2025-26, Cesc Fabregas allarga lo sguardo oltre il debutto e mette in copertina un ragazzo che a Catanzaro hanno già imparato ad apprezzare: Fabio Rispoli, classe 2006, centrocampista in prestito dal club lariano. Il tecnico spagnolo non solo ha ricordato di averlo lanciato in Serie B a 17 anni, al Sinigaglia contro lo Spezia, ma ha anche tracciato la rotta del suo percorso: «Già sta giocando con il Catanzaro, ha fatto una grande partita in Coppa; ho parlato anche con Alberto (Aquilani, ndr). È un giocatore che mi aspetto possa tornare da noi il prossimo anno, a 19-20 anni, e far parte della prima squadra. Questo, credetemi, è ciò che cerco». Parole pesanti, quelle di Fabregas, che danno sostanza a un progetto tecnico fondato su un ponte dichiarato tra Primavera, prestiti mirati e rientri programmati.
“Spingere la Primavera”: la filosofia di Cesc applicata ai casi concreti
Nel suo ragionamento l’allenatore del Como ha ribadito con forza la centralità del vivaio: «Stiamo provando a spingere tantissimo sulla Primavera: vogliamo investire e allenare i ragazzi “alla nostra maniera” dai 16-15 anni; se si può, anche prima». Dietro la formula, che suona quasi come un manifesto, c’è un metodo: far crescere i talenti “dentro casa”, poi affidarli a contesti tecnici che li mettano davvero alla prova, quindi riportarli al lago quando la maturità competitiva è pronta per reggere la A. In questo schema Rispoli è l’esempio vivente. Fabregas avrebbe voluto portarlo in ritiro già quest’estate, lo ha detto con franchezza (“gli manca un altro anno”), ma ha individuato nel Catanzaro di Aquilani il terreno ideale per completare il percorso.
La scelta non è casuale. Il profilo del ragazzo — mezzala agile e lettore di gioco, ma capace di allargarsi da esterno o alzarsi tra le linee — dialoga con i principi di gioco giallorossi: palleggio corto, rotazioni tra mezzali e trequarti, “uscite basse” pulite. Non è un caso che contro il Sassuolo, al debutto stagionale in Coppa Italia, Rispoli sia partito titolare e abbia chiuso in crescendo, abbassandosi in regia nel secondo tempo per dare respiro alla manovra. È esattamente quel “doppio registro” — interno/esterno — che ne aveva già esaltato la crescita nell’ultimo anno alla Virtus Verona: in Serie C ha sommato 35 presenze, 4 reti e tanta duttilità, giocando da ala destra, sinistra, seconda punta, trequartistae mezzala. Un bagaglio che oggi torna utile a un Catanzaro in costruzione e domani, se i tempi saranno maturi, a un Como che ambisce a restare stabilmente nel massimo campionato.
La via del prestito “utile”: Catanzaro come laboratorio di élite
Il messaggio di Fabregas, tradotto in chiave giallorossa, è doppio. Da un lato è un riconoscimento alla qualità dell’ambiente Catanzaro: «Già sta giocando con il Catanzaro, ha fatto una grande partita…». Dall’altro, è l’indicazione di una sinergia tecnica con Aquilani, che il tecnico comasco cita apertamente. È il segnale di un’alleanza virtuosa: i giallorossi ottengono un under con gamba e idee per alzare il tasso tecnico della mediana; i lariani monitorano da vicino un patrimonio che fa minuti veri in un contesto tattico esigente, con responsabilità e pressioni da piazza calda.
Per Rispoli, il banco di prova calabrese è ideale anche sul piano mentale. Il Ceravolo chiede personalità e rapidità di decisione: due aspetti che il 2006 ha mostrato proprio a Reggio Emilia quando, alzando la posizione di qualche metro, ha saputo attaccare gli half-spaces e, nei momenti di apnea, abbassarsi tra i centrali per riordinare il palleggio. Sono dettagli, certo, ma a 18-19 anni fanno la differenza tra un talento in prospettiva e un calciatore spendibile ai piani alti.
Dall’esordio baby al sogno Serie A: la timeline che parla di progettualità
Fabregas ricorda con orgoglio l’esordio “a 17 anni” in Como–Spezia (gennaio 2024): non un premio a fine stagione, ma una scelta tecnica in pieno inverno. Quella notte ha fissato la prima tacca di una timeline che oggi si allunga: Primavera potenziata, prestito in B con compiti veri, ritorno da senior in un Como che immagina di trovarsi a disposizione nel 2026 un centrocampista polivalente, formato in battaglia, con la naturalezza di giocare “a due” in regia o “a tre” da mezzala incursore. È un progetto che parla la lingua di Fabregas, ex regista di elite abituato a leggere gli interspazi prima degli altri e a pretenderlo dai suoi giocatori. Con Rispoli il filo è diretto: «Lo voglio con noi», ripete. Ma aggiunge: “Gli manca un altro anno”. Tradotto: prima la continuità a Catanzaro, poi l’approdo definitivo al suo calcio.
Un profilo che piace perché è moderno
Per capire il perché di tanta fiducia basta guardare il repertorio. Rispoli porta in dote una tecnica pulita sul breve, un primo controllo orientato che gli consente di saltare la pressione e un cambio passo che lo rende efficace quando apre la corsa sull’esterno. Il fatto che sappia rifinire (“letture interne”) e accompagnare sul lato (“letture esterne”) spiega la frequenza con cui gli allenatori lo usano come mezzala di connessione: parte fuori per fissare il terzino, poi stringe dentro per generare superiorità e liberare tracce di passaggio verticali. In fase di non possesso, la scuola Virtus gli ha insegnato marcature aggressive sui play altrui e riaggressioni immediate dopo la perdita. Non è un caso che Aquilani, che chiede esattamente quelle letture, lo abbia subito responsabilizzato.
Cosa significa per il Catanzaro
Per il Catanzaro, il discorso di Fabregas è più che un complimento: è la certificazione che il club sta diventando un hub credibile per la crescita dei giovani. Avere in rosa un under che il suo club d’origine cita come “rientro programmato” al termine del prestito significa godere di una motivazione altissima e, insieme, di una vetrina. Se Rispoli esplode, ne beneficiano tutti: la squadra, che alza qualità e ritmo; l’allenatore, che dispone di un jolly tattico; la società, che consolida una reputazione sempre più appetibile nelle trattative con i grandi club.
Uno stimolo per il gruppo
La carezza pubblica di Fabregas è anche uno stimolo per il ragazzo: riconosce il lavoro fatto, ma alza l’asticella. “Mi aspetto che torni e faccia parte di noi” è promessa e sfida. Sta ora a Rispoli trasformare la buona prova di Coppa in continuità attraverso il campionato: minuti, letture, coraggio nel prendersi responsabilità dentro una B che non perdona. Il contesto gli offre protezioni intelligenti (la guida di Aquilani, la cultura tecnica del gruppo), ma chiede in cambio personalità e disciplina posizionale.
Un ponte virtuoso che conviene a tutti
Alla vigilia di una Serie A che riporta il Como sul grande palcoscenico, Fabregas ricorda a tutti che i progetti sostenibili si costruiscono lavorando “dal basso”: Primavera, prestiti scelti con cura, rientri al momento giusto. Fabio Rispoli è la cartina di tornasole di questo metodo. Oggi è una risorsa per il Catanzaro, che ne sta valorizzando intelligenza e duttilità; domani può essere un interno moderno per il Como di Cesc, con minuti in B nelle gambe e il passo per reggere la A. Nel mezzo c’è un campionato intero per crescere, sbagliare e imparare. È il percorso più serio che si possa chiedere a un diciannovenne: niente scorciatoie, tanta sostanza. E una certezza: se continuerà su questa strada, le parole del suo primo allenatore in B smetteranno presto di essere una previsione. Diventeranno programma.