L’Università Magna Graecia ha tradito Catanzaro e a questo punto ci chiediamo: cosa serve alla Città la “cenerentola” delle Università italiane? La chiusura della sede di sociologia in via Eroi, al di là del numero degli iscritti che ovviamente non risolve la progressiva desertificazione del centro storico, è però gravissima perché scava un solco profondo tra l’ateneo e la città.
Ormai ci troviamo di fronte a due disegni diversi e confliggenti tra loro: l’UMG vuole arroccarsi al campus e magari guardare verso Lamezia Terme, la Città vuole e pretende la presenza dell’Università in centro.
L’UMG a trazione PD (chi ha preso questa decisione è la professoressa Villella, nota esponente democratica di Lamezia Terme) continua a produrre danni e ad autodissolversi. Mentre Arcavacata ormai ha assunto una dimensione internazionale e comanda tutte le classifiche delle Università italiane, l’UMG langue e perde ogni anno attrattività.
Con chi dovrebbe prendersela il rettore Cuda se la facoltà di sociologia non ha più iscritti? Se questo è, perché non chiuderla e pensare a corsi di laurea più attrattivi e legati al mondo del lavoro? E che dire del “capolavoro” di smantellare la facoltà di medicina che, da sede unica, è passata ad avere altre due sedi (Cosenza e Crotone) e che presto ne avrà una terza (Reggio Calabria)? Di questo passo, l’UMG sarà declassata a sede staccata di Arcavacata.
Ora noi pretendiamo dal sindaco Fiorita e dall’assessore Monteverdi una forte presa di posizione contro l’UMG e la pretesa di un intervento importante nel centro storico, non le solite chiacchiere che stiamo sentendo da tempo, anche alla luce dell’accordo “Città che Studia”, controfirmato dall’ateneo, che a questo punto rischierebbe di diventare carta straccia.
Non sappiamo se e come il sindaco Fiorita riuscirà a comporre la sua nuova giunta, ma fin d’ora gli chiediamo che, chiunque sarà delegato ai rapporti con l’Università, faccia valere il potere contrattuale del Comune. Il sindaco Fiorita si gioca tutto sulla ripresa del centro storico e non sarà con la politica delle parole di miele che l’UMG rivedrà la sua scellerata strategia di accorpare tutto al campus, staccandosi definitivamente dalla città. Su questo punto vigileremo con la massima attenzione sull’evolversi della vicenda, senza fare sconti a nessuno
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