Cosa vuol dire davvero essere scout? È una domanda che mi è stata posta un’infinità di volte, fin dal mio primo anno da lupetta… e la cosa assurda è che, solo dopo otto anni sono riuscita a darmi una risposta concreta, a seguito di un’esperienza che, seppur in poco tempo, è riuscita ad insegnarmi molto: Il Giubileo degli adolescenti.
Il viaggio è iniziato presto tra risate, zaini pesanti e canti stonati. L’emozione era troppa per riuscire a dormire così, carichi di aspettative, abbiamo lasciato Catanzaro diretti verso una nuova avventura, ancora ignari di quel che stava realmente per accadere.
Una volta arrivati in piazza S. Pietro, per porgere un ultimo saluto a Papa Francesco ed attraversare la Porta Santa, siamo stati investiti da una miriade di persone: ragazzi, adulti e anziani, chi con il fazzolettone, chi semplicemente con un rosario. Tanti volti diversi, tante storie, tanti paesi… una cosa in comune: gli stessi ideali. L’atmosfera era carica di emozione, di raccoglimento e di fede.
E altrettanto forte è stato il momento di raccolta dedicato a tutti gli scout d’Italia: un’onda di entusiasmo, condivisione e appartenenza che mi ha fatto sentire davvero parte di qualcosa di grande. Non importava la città di provenienza, la lingua madre o la cultura: eravamo tutti legati da una Promessa, da uno stile di vita, da un fazzolettone che rendeva ognuno fratello e amico della persona accanto.
Questo è essere scout: è sapersi riconoscere negli occhi dell’altro, anche senza parlare; è sentirsi a casa sotto un cielo che non hai mai visto prima; è camminare insieme, anche da lontano, con lo stesso battito nel cuore, gli stessi valori, la stessa voglia di imparare. Essere scout non è indossare un’uniforme, ma essere corretti, guardare il mondo con meraviglia. Non siamo solo “i ragazzi che vanno nei boschi”, siamo quelli che non negano mai una richiesta d’aiuto, che si fanno in quattro non per raggiungere la perfezione, ma per dare il meglio di sé stessi.
Noi siamo questo: ragazzi appartenenti ad una grande famiglia, consapevoli che non saremo mai soli. Come ogni avventura, anche la nostra è giunta al termine, ma si è conclusa nel modo più speciale possibile: abbiamo avuto l’onore di presenziare alla Messa Giubilare, circondati da migliaia di giovani cuori in cammino, con lo sguardo rivolto al cielo e i cuori che battevano all’unisono.
Siamo tornati a casa con gli zaini più pesanti, pieni di esperienze e ricordi. E se oggi qualcuno mi chiedesse ancora cosa significa essere scout, risponderei senza esitazione: è il modo più bello che conosco per diventare la versione migliore di me stessa.
Gaia Di Lieto – Reparto Kronos – Gruppo Scout Cz 9