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lunedì 7 Aprile 2025

Procuratori e ingaggi: Catanzaro in alto con pochi sprechi, Cosenza travolto dal caos

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In un calcio sempre più influenzato dalle dinamiche economiche, i report della FIGC offrono dati preziosi per comprendere non solo le performance sul campo, ma anche le strategie gestionali dei club. Negli ultimi due mesi, due documenti significativi – il report sugli ingaggi di gennaio e quello sulle commissioni versate ai procuratori pubblicato pochi giorni fa – hanno messo sotto i riflettori le realtà della Serie B.

Tra queste, il confronto tra Cosenza e Catanzaro è illuminante: due filosofie opposte per risultati altrettanto contrastanti. Il Catanzaro, con una gestione oculata e ambiziosa, si colloca al 5° posto in classifica, mentre il Cosenza, nonostante spese apparentemente significative, è ultimo e in una situazione disperata.

Due report, due approcci molto diversi

Gli ingaggi: il Catanzaro ottimizza, il Cosenza fatica

Il report di febbraio sugli ingaggi mostra chiaramente una delle principali differenze tra i due club calabresi:

  • Il Catanzaro, con un monte stipendi pari a 10.856.000 euro, è decimo nella classifica delle spese per salari. Nonostante ciò, occupa la quinta posizione in classifica, un risultato che dimostra una gestione intelligente delle risorse.
  • Il Cosenza, con 6.707.000 euro di monte ingaggi, si colloca al sedicesimo posto per spese salariali, una cifra che sarebbe sufficiente per restare fuori dalla zona retrocessione. Tuttavia, sul campo, i rossoblù sono ultimi e con prestazioni che hanno generato tensioni nell’ambiente.

Le spese per i procuratori: Catanzaro parsimonioso, Cosenza sprecone

Il report rilasciato negli ultimi giorni sulle commissioni ai procuratori nel 2024 aggiunge ulteriori elementi al confronto:

  • Il Catanzaro, con 535.429,94 euro versati ai procuratori, è tredicesimo in questa graduatoria e dimostra ancora una volta una politica finanziaria improntata alla sostenibilità.
  • Il Cosenza, invece, siede tra le società più “ricche di spese”: 1.156.457,79 euro gli valgono il nono posto fra i club di Serie B, a dispetto di un rendimento sul campo che non giustifica tali esborsi.

Questi dati mettono in risalto una disparità evidente tra capacità di investimento e gestione. Dove il Catanzaro dimostra risultati concreti sul campo, il Cosenza continua a deludere la propria tifoseria, che non vede giustificate le spese economiche affrontate.

Il Catanzaro: risultati superiori agli investimenti

Guardando al rendimento sportivo, il Catanzaro dimostra di essere una delle squadre più efficienti dell’intera Serie B. Partendo da una base economica intermedia (decimo monte ingaggi), la società guidata dal presidente Floriano Noto è riuscita a costruire un progetto stabile, che coniuga risultati sportivi alla sostenibilità finanziaria.

La spesa contenuta di 535.429,94 euro per procuratori è un chiaro segnale di come un club possa operare senza sprechi:

  • Ampio spazio ai giocatori già affermati nel gruppo, apportando pochi innesti di proprietà mirati nei ruoli chiave.
  • Investimento su un progetto tecnico solido, prima con Vivarini e ora con Caserta, capace di valorizzare il materiale umano già a disposizione.
  • Una mentalità che punta sull’organizzazione tattica più che sui colpi di mercato.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: quinto posto in classifica, solidità, una piazza che sogna il secondo playoff consecutivo.

Il Cosenza: soldi spesi male e ultima posizione

Il caso del Cosenza evidenzia invece una sproporzione tra investimenti e risultati. A fronte di un monte ingaggi relativamente basso (6.707.000 euro, 16° posto), spicca la spesa per i procuratori (1.156.457,79 euro, 9° posto) che lascia spazio a molteplici interrogativi sul modello gestionale scelto dal club rossoblù.

Nonostante l’impegno economico, il Cosenza è ultimo in classifica, una situazione che riflette:

  • Mancanza di strategia: la società sembra rincorrere soluzioni temporanee invece di costruire un progetto tecnico competitivo a lungo termine.
  • Scarsa qualità degli innesti: molti acquisti non si stanno rivelando all’altezza delle richieste del campionato.
  • Assenza di risultati: con 16 sconfitte in campionato e una difesa tra le peggiori della categoria, il rapporto tra spese sostenute e rendimento è semplicemente improduttivo.

A peggiorare la situazione è il crescente malcontento della tifoseria, sempre più critica verso il presidente Eugenio Guarascio, accusato di scarsa visione progettuale e incapacità di rilanciare una squadra che sembra rassegnata alla retrocessione.

Un caso virtuoso: la Juve Stabia e lo “zero sprechi”

Un dato interessante che emerge dai due report FIGC è quello della Juve Stabia. I campani, pur avendo il monte ingaggi più basso (5.630.000 euro) e zero spese per commissioni ai procuratori, si trovano a pari punti con il Catanzaro (46). Un risultato straordinario per un club che sembra ottimizzare al massimo le risorse a disposizione, dimostrando che nel calcio modernissimo si può competere anche senza sprechi enormi.

Spese calibrate vs spese disperate

Il confronto tra Cosenza e Catanzaro evidenzia due approcci economici e sportivi diametralmente opposti:

  • Il Catanzaro incarna l’equilibrio tra risorse investite e rendimento in classifica, con una gestione mirata e sostenibile che ha portato risultati oltre le aspettative.
  • Il Cosenza, al contrario, è l’emblema di spese sconsiderate e scelte sbagliate, che non solo tradiscono la fiducia dei tifosi, ma rischiano di condannare il club a una retrocessione quanto mai dolorosa.

Nel calcio, come nella vita, spendere di più non significa necessariamente ottenere di più. La grande differenza la fanno il progetto e la visione a lungo termine, elementi che il Catanzaro sta dimostrando di possedere, mentre il Cosenza dovrà ricostruire dalle fondamenta.

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