Il derby di Calabria è stato entusiasmante per i tanti episodi che lo hanno caratterizzato ma al termine a festeggiare sono solo i silani
Era spasmodica l’attesa per il derby di Calabria da parte delle tifoserie.
Classifica alla mano la gara assumeva maggiore valenza per il Cosenza reduce da tre sconfitte consecutive e relegato all’ultimo posto in classifica.
Il Catanzaro ha avuto la fortuna di trovarsi in superiorità numerica dopo 20’ ma non ne ha saputo approfittare gestendo male la situazione e facendo peggio in termini di possesso palla e manovre che avrebbero dovuto concludersi con il raddoppio-sigillo per mettere fine al match.
Così non è stato ma di certo i pochi spettatori di fede rossoblù (meno di 8000) che hanno assistito al derby non si sono certo annoiati in quanto la gara può essere considerata come un film con tanti colpi di scena e con un finale thriller.
Diciamolo senza ombre di smentite che il Cosenza ha meritato il pareggio perché ci ha creduto fino alla fine senza mai mollare e soprattutto perché avvantaggiato la pessima gestione di gara del Catanzaro sia sulla superiorità numerica sia sul vantaggio legato al risultato. Un possesso di palla limitato e sterile dopo aver raggiunto il vantaggio al minuto 80 ma soprattutto l’incapacità di rendersi pericolosi nel tentativo di cercare il raddoppio.
Al di là del rammarico, in casa giallorossa c’è da evidenziare soprattutto l’immaturità nel non saper gestire i momenti salienti del match anche a fronte di un recupero eccessivo deciso dall’arbitro che non giustifica assolutamente il tempo perso tra sostituzioni e valutazioni da parte del VAR in occasione della rete giustamente annullata al Cosenza e di quella della concessione del calcio di rigore decisivo ai fini del risultato finale.
15’ di recupero inspiegabili che il signor Aureliano ha voluto concedere fino al momento del calcio di rigore mandando su tutte le furie squadra, tecnico e intero staff giallorossi.
Nonostante ciò però come detto il Catanzaro deve recitare il mea culpa per come avrebbe dovuto fare e non ha fatto. Il Cosenza invece è apparso più motivato anche per l’incapacità del Catanzaro di impostare il match a suo favore. La rete annullata, i due pali colpiti nell’arco dei 105’ complessivi, una clamorosa rete fallita sulle solite ripartenze che il Catanzaro purtroppo concede con una frequenza disarmante partita dopo partita sono segni tangibili del fatto che i silani nonostante l’inferiorità numerica hanno cercato il pari in ogni modo e alla fine il loro sforzo è stato premiato.
Altro aspetto da evidenziare le discutibili sostituzioni effettuate da mister Caserta che dopo il momentaneo vantaggio ha preferito non schierare Antonini del quale si conoscono le qualità sulle palle alte al posto di un nervoso Scognamillo che oltre ad essere stato ammonito si è reso protagonista in negativo per il fallo di mano che ha causato la concessione del rigore.
Un onomastico il suo non certo fortunato.
Anche l’ingresso di un evanescente La Mantia è stato messo in discussione. Probabilmente Biasci con il suo movimento tra le linee avrebbe creato maggiori difficoltà alla difesa cosentina.
Il derby passa in archivio visto che tra qualche giorno – domenica 29 – è prevista la gara con la Salernitana prima della sosta invernale ma ci vorrà del tempo prima che l’amarezza nell’ambiente giallorosso possa essere accantonata definitivamente.