Dopo il 2-1 dell’andata, la squadra di Stroppa vince anche al “Giovanni Zini” e stacca il pass per l’ultimo atto dei playoff. A decidere la sfida le firme di Castagnetti, Johnsen e Vandeputte. Pagliuca saluta con onore: la Juve Stabia esce tra gli applausi.
Alla fine, è la Cremonese a qualificarsi per la finale dei playoff di Serie B, coronando un doppio confronto giocato con lucidità, intelligenza e, soprattutto, qualità. Dopo la vittoria esterna per 2-1 al “Romeo Menti”, i grigiorossi si impongono anche tra le mura amiche del “Giovanni Zini”, battendo la Juve Stabia con un perentorio 3-0. Una prova di forza, ma anche un segnale di maturità da parte della formazione di Giovanni Stroppa, che ha saputo contenere una delle squadre più sorprendenti dell’intera stagione cadetta e colpire nei momenti chiave.
La Juve Stabia, guidata da un Guido Pagliuca che ha fatto innamorare con gioco e coraggio, esce sconfitta ma senza rimpianti. Il sogno della finale si ferma qui, ma resta l’orgoglio di un cammino esemplare, giocato a viso aperto e con idee chiare. In fondo, il verdetto dice che ha vinto la squadra più completa, ma non cancella ciò che le Vespe hanno costruito sul campo.
Primo tempo: Castagnetti sblocca, la Cremonese impone il ritmo
La gara comincia con i padroni di casa intenzionati a prendere in mano il gioco e a gestire il vantaggio dell’andata. La prima grande occasione è però del Catanzaro mancato: Vandeputte viene servito splendidamente da una giocata di puro estro di Vazquez, ma da posizione favorevole calcia fuori. È un segnale, perché poco dopo sarà la Cremonese a trovare il vantaggio.
Al 29’, infatti, arriva il gol di Michele Castagnetti. L’azione nasce sulla fascia destra, dove un rimpallo favorisce Barbieri, abile a servire rasoterra al limite il capitano, che con un piatto destro secco trova l’angolo basso e batte Thiam. Una rete pesante, che indirizza l’incontro. La Cremonese, galvanizzata, sfiora anche il raddoppio con due tentativi da fuori area di Pierobon e Mosti, ma il primo finisce di poco a lato, il secondo viene respinto con reattività da Fulignati.
Secondo tempo: espulsione e doppio colpo, la Cremo chiude i conti
La svolta definitiva arriva al minuto 59, quando, dopo un check VAR, l’arbitro espelle Andreoni per un fallo di mano su un’azione giudicata da chiara occasione da gol. È la crepa che la Cremonese trasforma in voragine. Sulla punizione che segue, lo schema funziona alla perfezione: Vandeputte finta la conclusione e serve Johnsen, che dai 18 metri sorprende Thiam sul primo palo firmando il 2-0.
Se la partita non è finita qui, poco ci manca. Perché al 66’ arriva anche il tracciante di Vandeputte, servito ancora da un ispiratissimo Vazquez. Il belga riceve in posizione defilata e, invece di cercare il cross, calcia con decisione sul primo palo, spiazzando ancora il portiere stabiese. È il gol che chiude il conto, e che avvia la festa sugli spalti dello Zini.
La finale è grigiorossa, ma la Juve Stabia si congeda da protagonista
Al termine dei 180 minuti, la Cremonese accede alla finale con pieno merito, confermando di avere nelle corde le qualità per ambire alla Serie A. Stroppa ha saputo dosare esperienza e talento, guidando una rosa profonda e ben costruita con lucidità e disciplina. Le scelte hanno premiato: Vazquez è tornato a essere il faro, Vandeputte l’arma tattica perfetta, Johnsen la mina vagante capace di accendere la manovra.
Ma gli applausi più calorosi, forse, li merita proprio la Juve Stabia. La formazione campana ha disputato una stagione memorabile, con un gioco coraggioso, brillante, spesso dominante. Ha superato avversari più blasonati, ha esaltato il pubblico con una proposta moderna e ha reso onore alla propria maglia fino all’ultimo minuto. Non c’è promozione, ma c’è una dignità sportiva che vale quanto un trofeo.