La vittoria SPARTIACQUE con il Sudtiriol è archiviata e lo è nel modo più netto, quanto convincente. Va detto che la squadra avversaria ha affrontato l’impegno al Ceravolo, priva di due elementi cardine del centrocampo, come il capitano Tait e l’ottimo Kurtic.
A questi forfait, già previsti e non dati in formazione sin dalla vigilia, si sono aggiunti inaspettatamente, l’esperto e titolarissimo portiere Giacomo Poluzzi, il braccetto destro Giorgini, gigante molto forte in fase difensiva e il centrale compagno di reparto Ceppitelli, elemento molto esperto e fisico che ha giocato 200 partite nel Cagliari, di cui tante anche in serie A. Sono stati sostituiti all’ultimo momento da Drago tra i pali, da un Simone Davi molto meno aitante e Nicola Pietrangeli in difesa.
A centrocampo, nella parte sinistra dello schieramento, anche Martini quasi sempre titolare, ha lasciato il posto a Raphael Kofler. In pratica, rispetto alla formazione che avevamo ipotizzato in mattinata prima della gara, ci sono state altre quattro defezioni, in aggiunta ai già citati Tait e Kurtic. C’è da dire che questi due ultimi non sono stati nemmeno convocati, il portiere Poluzzi non inserito in distinta all’ultimo momento, mentre Giorgini, Ceppitelli e Martini si sono accomodati in panchina, pur non in perfette condizioni fisiche.
Detto questo per completezza d’informazione, ritorniamo alla già accennata e netta superiorità del Catanzaro, manifestatasi in tutte le zone del campo, in un modo ancora più evidente rispetto alla precedente ed unica vittoria contro la Carrarese. La PRATICA è stata chiusa già nei primi 25 minuti, grazie ad un prezioso assist aereo di Andrea Bonini per Simone Pontisso che sempre di testa, collocava in rete ad un metro dalla porta, confermandosi centrocampista completo con grande senso del gol e tempismo d’intervento in area di rigore avversaria.
Poi al minuto 24 la perla dello Zar Pietro, dopo un’azione che parte sempre dall’asse di sinistra con Bonini che serve Pontisso decentrato sulla fascia, scambio di palla ripetuto con Iemmello, il quale si posiziona sul vertice sinistro dell’area per ricevere l’assist del compagno che puntualmente glielo serve sul destro. Il capitano controlla a rialzo, la palla gli si sistema per essere colpita di contro balzo e lui prima che tocchi terra, effettua un tiro di collo esterno al volo che si insacca nel sette opposto. Un capolavoro da fuoriclasse quale egli è per questa categoria e al Ceravolo è il delirio.
Poi il subentrato ed ottimo Coulibaly, che aveva da poco sostituito l’infortunato Petriccione, intercetta una palla lavorata male dal portiere avversario Drago che lo atterra all’interno dell’area di rigore, impedendo all’ efficacissimo centrocampista giallorosso di involarsi verso la porta. L’arbitro decreta senza indugio la massima punizione e l’immenso capitano trasforma con una esecuzione strepitosa ed imparabile sotto la traversa, alla destra di Drago. Un Iemmello sontuoso che ha fatto l’allenatore in campo, oltre a deliziare i tifosi con giocate di livello superiore.
Partita quindi stra dominata e chiusa già nel primo tempo. Uniche note stonate gli infortuni di Pontisso, comunque recuperabile per Pisa, ma soprattutto di Iacopo Petriccione e di Mario Situm, che salteranno quasi sicuramente la trasferta di domani. Si aspetta l’esito degli esami strumentali, per capire l’entità del problema in entrambi i casi. Dal punto di vista tattico, ci siamo opposti con l’ormai sperimentato ed efficace 3 5 2, modulabile simultaneamente in 4 4 2, al 3 4 2 1 adattato poi a 3 4 3 del Sudtirol.
Questo, ribadiamo il concetto già ampiamente da noi trattato, grazie alla insostituibile posizione di Bonini, molto abile come braccetto di sinistra nell’ impostazione a tre, ma altrettanto efficace da esterno sinistro basso soprattutto in fase difensiva, quando copre con grande attenzione la propensione più offensiva di D’Alessandro, onde evitargli se possibile, dispendiose corse all’indietro. Situm sulla destra fa altrettanto, ma avanza spesso sulla linea dei centrocampisti, liberando spesso Pompetti da compiti di copertura, lasciandolo molto più libero di impostare.
Petriccione rimane il play difensivo centrale, con ai lati, appunto Pompetti molto vicino a Situm quando si stacca e con Pontisso che sull’asse sinistro è molto aiutato da Bonini che gli permette anche di assumere una posizione decentrata, liberando così D’Alessandro di entrare dentro al campo e dare meno punti di riferimento agli avversari. Questa situazione tattica ha trovato la sua realizzazione più significativa come preambolo al magnifico gol di Iemmello, nato proprio sull’asse Bonini/Pontisso con movimento interno di D’Alessandro e inserimento di Iemmello, propedeutico a ricevere palla da Super Simo.
Quando è uscito Petriccione, il suo posto al centro è stato preso da Pompetti con Pontisso un po’ più arretrato a coadiuvare il compagno di reparto, mentre Coulibaly è stato più libero di operare nella posizione occupata prima da Pompetti stesso. Il rigore nasce proprio da questa posizione, felicemente assunta da Coulibaly, autore di un’altra prestazione più che convincente da subentrato. Nella precedente prima vittoria con la Carrarese erano stati schierati otto calciatori su undici della vecchia guardia, in questa seconda vittoria conseguita contro il Sudtirol, sette.
In quella partita fu Tommaso Biasci ad affiancare splendidamente Iemmello, in questa ultima è stato utilizzato La Mantia. Modulo sempre 3 5 2 trasformabile facilmente in 4 4 2, questa volta più offensivo con D’ Alessandro a sinistra protetto come si è detto da Bonini e Situm a destra. Con la Carrarese, Cassandro operò sulla destra e Situm fu spostato a sinistra. Va detto che il modulo adottato con molto realismo da mister Caserta, vede la vecchia guardia molto a proprio agio, avendo giocato per due anni sia a tre che con un quattro difensivo, sotto la gestione di Vincenzo Vivarini.
L’anno scorso l’elemento tattico sulla sinistra fu rappresentato da Veroli, quasi sempre impiegato proprio perché permetteva anche all’ex tecnico, come fa più efficacemente Bonini adesso per Caserta, di mettersi dietro indifferentemente a tre o a quattro. Si ravvisa, rispetto allo scorso campionato, un netto miglioramento in tutta la fase difensiva, calci d’angolo e piazzati in genere compresi. Il tutto, chiaramente all’interno di una cornice meno spettacolare e al momento, anche meno vincente.
Un’altra importante riflessione è data dal necessario e non ancora effettuato inserimento graduale di alcuni calciatori forti e poco utilizzati come Turicchia, Buso e se vogliamo anche Demba Seck. Compagnon ha invece trovato più spazio, alternando positività e negatività. Da tenere poi in debito conto l’importanza di Biasci, che non può certamente diventare la riserva di La Mantia per due ovvie ragioni: insieme a Iemmello ha scritto pagine memorabili che possono essere sicuramente riscritte e La Mantia non può, per motivi di anagrafe e sano realismo, fare il titolare da qui alla fine.
D’Alessandro stesso, nel post partita di Bari, ebbe a dire che per lui e, analogamente ci permettiamo di sostenere anche per La Mantia, entrare l’ultima mezzora costituisce un vantaggio importante con le squadre più allungate e i difensori più stanchi. Quelli del Bari soffrirono enormemente la progressione e rapidità di D’ Alessandro, quanto la fisicità e lucidità oltre che esperienza di La Mantia. In un quadro di netto miglioramento generale, bisogna tenere in debito conto questi dettagli determinanti, oltre alla sicura esigenza di far crescere tutti all’interno del progetto e senza accantonare protagonisti importanti, per fisicità come Antonini e storici oltre che letali e grintosi come Biasci, uno che ormai i colori giallorossi ce li ha attaccati addosso. Sicuri che sarà così, andiamo avanti con rinnovato coraggio e consapevolezza.